lunedì 28 giugno 2010

Da GAZA alla GAZZA LADRA...mentre le case vengono costruite su rifiuti tossici e l'amianto imperversa, il PD si occupa di politica internazionale

Che il Consiglio Comunale di San Lazzaro, la sua Giunta, il Sindaco aspirino a ritagliarsi una veste da “piccolo parlamento” è ormai fuori discussione.
Allora ecco comparire Ordini del giorno sulla striscia di Gaza, sull’omofobia, sulla fame nel mondo. Temi nobilissimi, per carità, ma distanti dalle legittime risposte che la cittadinanza attende su temi molto ma molto meno impegnativi. Che invece rimangono a marcire nei cassetti dei solerti consiglieri di maggioranza e del loro Sindaco.
Su quelle “politiche del fare”, delle “tante cose buone” come recitavano gli spot elettorali del Primo cittadino dal ciuffo plastico
.
Allora stupisce il racconto di alcuni cittadini che, esausti, dopo decine di mail, di esposti, di suppliche indirizzate al “premier” sanlazzarese riescono a farsi ricevere in udienza privata.
Il gruppo di cittadini reclama “semplicemente” un piccolo intervento di manutenzione su di un’area comunale antistante le proprie abitazioni e utilizzata da alcune ditte come discarica a cielo aperto.
Questi sudditi documentano l’evoluzione di questa area comunale in rettilario e rattilario a ingresso gratuito, di erbe divenute oramai di dimensioni amazzoniche, di liane, di polveri, di storie di savana nel centro della città - giardino (e calcestruzzo).
Scrivono a tutte le autorità locali: ARPA, ASL, URP, tutte sigle che in questo posto potrebbero essere più utilmente utilizzate nelle vignette di Bonvi insieme alle esclamazioni di Nick Carter: SOB, SMACK , GULP senza che alcuno se ne accorga e ne percepisca la reale differenza.
Che differenza c’è tra un GULP e un ASL?
Scrivono invano i sudditi al Comune. Poi accade il miracolo: vengono ricevuti.
Assiso sul proprio scranno il “premier” li bacchetta subito per aver supposto la presunta inerzia comunale a fronte della problematica segnalata.
Non si fa, non si dice e neppure si deve pensare che vi siano ipotesi di malgoverno.
Però l’erba, i rettili, i topi, i calcinacci sono lì, obietta la cittadinanza, e malgrado decine di preci. In un paese civile dopo la terza richiesta formale inevasa dalla Pubblica Amministrazione, la lettera assume dignità di supplica. Ed è possibile già pensare a un’offerta votiva in caso la richiesta venga esaudita.
Esistono Uffici, sostengono taluni, colmi di ex voto. Di segni tangibili di riconoscenza. C’è il voto prima (meglio se nella competizione elettorale) e l’ex voto dopo.
Si racconta di ex voto di profonda devozione e riconoscenza. Grandi. Grandi come palazzi.
E su questo si battono i cittadini: vogliono che il Sindaco rappresenti alle Autorità religiose che il taglio dell’erba di quell’area può assurgere a rango di miracolo.
Il Sindaco, dotato di formidabile intuito capisce che tale evento potrebbe garantirgli un riconoscimento taumaturgico e quindi si sbilancia in promesse: il taglio della tundra si farà.
Se non diventerà Presidente della Provincia hai visto mai che non si possa essere beatificati?
L’Assessore all’urbanistica presente all’incontro confessa di non sapere alcunché della “tundra” segnalata dai cittadini. (Se solo avesse saputo, pensiamo, dell’esistenza di un’area in queste condizioni magari avrebbe potuto attrezzarsi per inaugurarla come rettilario o come il nuovo Jurassic Park. Vista però la relativa fortuna che accompagna le sue “inaugurazioni” dev’essersene astenuto). C’è anche il Capo dei Vigili all’incontro ma manca l’edicolante di Piazza Bracci e il fruttivendolo di Via Palazzetti.
Nel frattempo si vota in Consiglio Comunale un Ordine del Giorno sulla Striscia di GAZA. Esce dall’aula il PDL. Stavolta, tutto il PDL, giacché non si votavano né piani regolatori né affini. Pare però che alcuni membri del PDL prima di abbandonare l’aula si siano sincerati se a GAZA vi fossero suoli edificabili e se necessitasse l’approvazione di un regolamento edilizio.
Resi edotti sulla posizione geografica di GAZA hanno ritenuto di poter votare compatti contro questo Ordine del giorno di respiro internazionale questa volta senza assentarsi né astenersi.
Sorprende l’attenzione per GAZA da parte del locale PD così distratto su questioni delicatissime quali l’urbanistica locale, le vicende del CIPEA che ha costruito le case in via Galletta, le devianze amministrative. Anche lì erba alta, altissima su cui è preferibile non indagare. Piena di rettili e rapaci. Ma anche di volatili furbi.
E tra GAZA e la GAZZA LADRA in fondo ci corre solo una consonante: La zeta.
Z, la zeta di Zorro ma anche di Zuppa.

mercoledì 23 giugno 2010

Il Sindaco accusato di aver sperperato 200mila euro di soldi pubblici ora incolpa la manovra economica

«Se la manovra, - ha dichiarato il sindaco Marco Macciantelli - in questo momento all'esame del Parlamento, non verrà cambiata, nulla sarà come prima per gli Enti locali, nel senso che verranno a mancare risorse significative. Bisogna rendersi conto di questa situazione molto delicata per i bilanci, per poter davvero apprezzare quello che, nonostante tutto, viene fatto, in termini di miglioramento dei servizi per la comunità. Può sembrare una sciocchezza, ma anche i giochi nei parchi costano e comportano, in questo momento, scelte non facili». Da L'Informazione del 23 giugno 2010.

Ci chiediamo e chiediamo ai cittadini di riflettere su questo semplice dato: se il Sindaco non avesse allegramente fatto approvare delibere (votate anche dagli allora membri del gruppo consiliare di Forza Italia tra cui l'attuale consigliere Maurizzi) con cui si pagavano con soldi pubblici le spese legali di ex amministratori locali sanlazzaresi imputati in procedimenti penali (scandalo AGRIPOLIS segnalato dal consigliere regionale Alberto Vecchi e riportato su questo blog), spese che ammontavano a 200.000 euro (!) ossia 400 milioni di vecchie lire; ecco, se egli non avesse contribuito a questo sperpero di danaro pubblico per il quale ora lui e una trentina di amministratori locali sanlazzaresi sono indagati dalla Procura Regionale della Corte dei Conti, forse non ci sarebbe bisogno di dire cose assurde e balzane come quelle riportate sopra, o ci sbagliamo? Così come la vecchia bufala sempre ricorrente dell'impossibilità di nuovi investimenti sul territorio per colpa del patto di stabilità. Adesso è cambiato il colpevole, ma le bufale restano sempre le stesse. E lo sperpero di danaro pure. Nel senso che la Corte dei Conti indaga e chissà se ci saranno novità. La cittadinanza attende di sapere. E spera che il Sindaco non addebiti a quest'ultima le spese legali che egli dovrà affrontare per difendersi davanti alla Corte dei Conti.

venerdì 18 giugno 2010

Che il sacco di San Lazzaro abbia inizio: approvato il Regolamento urbanistico edilizio nella totale assenza di trasparenza e di rispetto per le regole democratiche.

Il consiglio comunale di San Lazzaro ha approvato il Regolamento urbanistico edilizio. La stampa locale ha dato la notizia riportando anche commenti molto pesanti della capogruppo del PDL avv. Viviana Raisi:

 

“Il consiglio comunale di San Lazzaro ha definitivamente approvato il Regolamento urbanistico edilizio (Rue) con 12 voti della maggioranza di centrosinistra, Pd, Sinistra per Sl e IdV, e cinque contrari con il Pdl e i civici della lista “Noi cittadini”. Regolamento che fu adottato il 20 maggio 2008 registrando ben 219 osservazioni. Le osservazioni dei privati, e i contenuti di quelle d’ufficio, formulate per migliorare lo strumento urbanistico resero necessaria la sua riadozione nell’aprile del 2009 a cui seguirono 105 osservazioni. L’iter è quindi durato oltre due anni ottenendo, comunque, pollice verso dal centrodestra e dei civici.
Nella dichiarazione in consiglio il capogruppo del Pdl, Viviana Raisi, ha contestato il fatto «che i documenti completi,ma però privi della proposta di delibera, ci sono stati consegnati in una scatola nell’ultimo giorno dei lavori della commissione consiliare.Negandoci poi di porre ai voti il parere sulla conclusione dei lavori». Per la Raisi «il Rue è il regolamento attuativo del Piano strutturale comunale (Psc) che è uno strumento politico. Un Piano che abbiamo contestato – precisa la Raisi – e oggi il saccheggio del territorio è sotto gli occhi di tutti. A partire dalle superfici in zona Palazzetti con un’area di oltre 50.000 metri quadri, equivalente a oltre mille alloggi, resa edificabile.Senza contare altre aree di cui non ci sono state comunicate le superfici».
Giancarlo Fabbri – L’Informazione di Bologna del 18.06.2010

L’otto giugno 2010 non rappresenterà per la Comunità sanlazzarese soltanto la data del respingimento da parte della Maggioranza politica consiliare della mozione presentata dal Consigliere Bagni volta a far luce su casi di conclamata malaedilizia.
Ricorderete: no secco alla trasparenza su clamorose speculazioni su fasce deboli. No netto a commissioni d’inchiesta. No all’annullamento di atti illegittimi in autotutela. No all’approfondimento su atti e contratti di appalto depositati e attivi in Convenzioni urbanistiche, gravati da inesistenza contabile ma determinanti i prezzi di case popolari.
L’otto giugno è però anche la data dell’approvazione del Nuovo Regolamento Urbanistico.
Un gioco del destino incrocia il desiderio di trasparenza della cittadinanza con una regolamentazione delle politiche territoriali che invece la nega. Per legge.
Le parole di Viviana Raisi, capogruppo PDL, suonano drammatiche: «i documenti completi, ma però privi della proposta di delibera, ci sono stati consegnati in una scatola
nell’ultimo giorno dei lavori della commissione consiliare. Negandoci poi di porre ai voti il parere sulla conclusione dei lavori». Per la Raisi «il Rue è il regolamento attuativo del Piano strutturale comunale (Psc) che è uno strumento politico. Un Piano che abbiamo contestato – precisa la Raisi – e oggi il saccheggio del territorio è sotto gli occhi di tutti. A partire dalle superfici in zona Palazzetti con un’area di oltre 50.000 metri quadri, equivalente a oltre mille alloggi, resa edificabile.
Senza contare altre aree di cui non ci sono state comunicate le superfici».
Parole pesanti come macigni ma testimonianza diretta di una tremenda situazione territoriale
.
Ben 50.000 metri quadri verranno resi edificabili e di talune aree non sono state comunicate le superfici. Sono occulte.
Su tutto spicca la mancata consegna di documenti all’opposizione: il punto più basso che una democrazia possa sperimentare.
Assente tra le fila del PDL il Consigliere e Vice Presidente del Consiglio Comunale Omer Maurizzi mentre il consigliere Noacco dello stesso PDL si astiene sulla mozione Bagni e vota a favore insieme con la maggioranza il nuovo RUE.
La delibera si chiude con tale laconica comunicazione:
“Indi, stante l’urgenza, la presente deliberazione col voto favorevole di n. 13 Consiglieri (PD, Sinistra per S.Lazzaro, IDV, Noacco del PDL e il Sindaco).
Vorremmo che qualcuno riflettesse su ciò che è stato e su ciò che sarà in questo territorio fuori dalle leggi dello Stato.

giovedì 10 giugno 2010

PD e IDV gettano la maschera: la verità non deve emergere. Il gruppo PDL spaccato sull'Odg Bagni

E' stato sottoscritto un Patto antievasione fra Agenzia Entrate e Comuni Bolognesi nello scorso luglio. Tra i primi a sottoscriverlo proprio Palazzo D'Accursio. I Comuni che collaborano attivamente nel segnalare al Fisco episodi di evasione Fiscale possono contare sul 30% delle somme recuperate . Addirittura dal 1 giugno la percentuale che spetta ai Comuni salirà al 33%.
Alla iniziativa "legale" non partecipa il Comune di San lazzaro di Savena che "orgogliosamente" attraverso il proprio Sindaco rilascia a riguardo una dichiarazione che si apre con siffatta affermazione: "Presto nel Patto ma intanto i controlli li facciamo da soli".
Il Sindaco di San Lazzaro finito nel mirino per l'assenza del suo Comune nel patto anti evasione dichiara : "Innanzitutto vorrei dire che se l'Agenzia delle Entrate ha qualcosa da comunicarci può chiedere un incontro o alzare il telefono: tra Istituzioni che rispettano dovrebbe funzionare il principio costituzionale del "Buon andamento". "Non abbiamo ancora aderito al Patto antievasione perché nel frattempo, come fase propedeutica si è proceduto all'adeguamento e all'organizzazione delle nostre banche dati e al controllo dei tributi. L'intenzione è quella di aderire entro la fine dell'anno anche con la costituzione di un nucleo trasversale interno di controllo"
Questo spunto di cronaca ci consente di sconfinare su altro tema , non slegato dal primo, per una breve valutazione su un caso di mala edilizia locale sul quale è stato presentato un Ordine del Giorno dal Consigliere Giampiero Bagni alcuni giorni orsono.
L'Ordine del giorno evidenziava una pletora di reati che nell'arco di un decennio avevano portato al rilascio da parte del Comune di arbitrari permessi edilizi , di sanatorie illegittime, evidenziando la presenza di finti Contratti di appalto privi di riscontro contabile e fatturativo depositati in Convenzioni Urbanistiche , di abusi edilizi insanabili maturati tutti in un intero Azzonamento Urbanistico finanziato da fondi regionali e fruente di agevolazioni fiscali. E assoggettato alla morsa di una clamorosa speculazione edilizia su fasce deboli.
L'Ordine del Giorno faceva nomi e cognomi, dati, numeri di Licenze, di Tecnici comunali, di Assessori, di figure imprenditoriali quali il potente costruttore RAGGI che tuttora rimane coperto da una impaurita inspiegabile copertura da parte della stampa locale.  Perché?
Nessuno infatti ha mai osato domandare al costruttore che oggi cura il rifacimento del Municipio di San Lazzaro di Savena cosa ci facesse la propria firma su quei contratti (dopo dieci anni d'indagine).
Eccovi il resoconto della stampa:
"Sono passati dieci anni dalla realizzazione delle "Case Gialle" di via Speranza,a San Lazzaro, ma le cause giudiziarie e le polemiche non sono concluse.
Con condomini rinviati a giudizio per diffamazione nei confronti di dirigenti della coop Edilcasa. Dirigenti denunciati dai condomini,a partire dal 2000,per presunti abusi edilizi poi caduti in prescrizione. E ora la beffa del rinvio a giudizio dei danneggiati. Il consigliere del Pdl Giampiero Bagni nell'ultimo consiglio comunale ha presentato un odg che, rievocando la storia delle "Case Gialle", chiedeva: «L'annullamento delle sanatorie e varianti concesse ritenute illegittime dal Gip.
L'annullamento della convenzione urbanistica che ha portato a un danno erariale. La revoca dei benefici fiscali, la segnalazione agli organi competenti e la decadenza dei contributi pubblici concessi. L'istituzione di una commissione d'inchiesta per individuare le responsabilità e la costituzione in giudizio nei riguardi dell'attuatore e degli amministratori pubblici che hanno recato danno all'immagine della comunità di San Lazzaro » .
L'Odg è poi stato bocciato dal consiglio con 12 voti contrari, sei favorevoli e un astenuto. Secondo il capogruppo del Pd, Michele Cavallaro,«c'è già un giudizio del Tribunale e l'odg è una forzatura che va oltre i compiti istituzionali del consiglio». Invece per il collega civico della lista di opposizione "Noi Cittadini",Massimo Bertuzzi,«un'inchiesta sarebbe utile per capire cos'è successo e per evitare che si ripeta». E per il capogruppo Pdl, Viviana Raisi, «il Tribunale ha rilevato i reati anche se caduti in prescrizione e questa lunga storia richiede che venga fatta chiarezza». Nella replica Bagni ha ribadito «che i reati sono stati evidenziati dai giudici ma rimasti impuniti. E' vero che questa non è l'aula di un Tribunale ma la vicenda è da chiarire anche perché, e solo adesso, ora è possibile accedere alla documentazione per verificare se chi ha sbagliato è stato un dipendente o un amministratore del Comune ». Ma per il sindaco, Marco Macciantelli, «tutti gli atti furono messi a disposizione dell'autorità giudiziaria e non si ritiene opportuno ricorrere a un'indagine"
Giancarlo Fabbri da L'Informazione di Bologna

Di analogo tenore il Resto del Carlino che altrettanto paurosamente tace il nome di chi depositò un contratto privo di riscontro contabile e fatturativo in Convenzione allo scopo di maggiorare i prezzi delle case popolari gonfiando il PICA (prezzo iniziale di cessione degli alloggi).
Non una parola: terrore di esprimere anche solo un riferimento. Che invece la cittadinanza denuncia e denuncerà ancora in ogni sede.
Si astengono dal voto comunale un Architetto (Aldo Noacco, indipendente eletto nel PDL) e un Imprenditore (Omer Maurizzi, PDL ed ex capogruppo di FI) membri della locale opposizione per motivi che lasciamo alla vostra immaginazione mentre la maggioranza si schiera compatta contro l'accertamento della verità, contro l'annullamento di atti illegittimi, contro imbrogli colossali su fasce deboli. Un caso di coscienza più che di politica. Quella stessa maggioranza che a Roma è opposizione e si straccia le vesti contro presunte leggi-bavaglio e contro lo strame di legalità. Comodo stracciarsi le vesti a Roma, e a San Lazzaro su questioni che hanno toccato e toccano la pelle dei cittadini, opporsi strenuamente alla ricerca della verità.
Il Sindaco asserisce di aver "collaborato" con l'Autorità Giudiziaria fornendo ogni documentazione utile mentre il capogruppo PD precisa che l'ODG è una forzatura che va oltre i compiti del Consiglio Comunale. Cui non compete comprendere cosa ci facciano finti contratti di appalto depositati in Convenzioni Urbanistiche, privi di riscontro fatturativo e maggiorati di 400 milioni di lire rispetto ai reali accordi contrattuali scoperti dalla Magistratura tra i Soggetti attuatori.
E non interessa ad alcuno chi firmò concessioni in sanatoria illegittime, chi attestò abitabilità su edifici dotati di falsi atti catastali e finti collaudi statici e neppure chi autorizzò il rilascio di fondi pubblici a non aventi diritto, magari dipendenti del Tribunale e Pubblici Ufficiali.
Se vogliamo, aggiungiamo, nemmeno un lontano interesse verso chi percepì indebitamente oneri costruttivi per licenze non rilasciabili su interi lotti. Come sancito dagli atti processuali.
Neppure su chi edificò prima di ottenere la licenza a edificare. Su chi attestò che quei finti contratti di appalto fossero addirittura siglati con la dicitura di Copia Conforme all'originale solo che "l'originale" era inferiore di quasi 400 milioni di vecchie lire. Come stabilito dalle indagini.
E nemmeno un cenno a chi deteneva le denunce dei cittadini a proprio a carico, se le studiava e le rispediva a mezzo posta agli inquirenti.Trattavasi di Amministratori di quel Comune e questo accadeva "comodamente" nel pieno delle indagini preliminari.
E quando i cittadini se ne accorsero e domandarano al Difensore Civico cittadino di avere copia e anche conto delle proprie denunce, illegalmente detenute dagli Uffici Comunali, questo laconicamente ratificò il diniego all'accesso agli atti. Motivo? Trattavasi di atti giudiziari ( nella disponibilità degli indagati che poi precludevano l'accesso a chi li aveva denunciati.....)
E silenzio asoluto anche sugli atti catastali falsi, a pioggia. E se vogliamo anche su un intero Azzonamento edificato nel 2000 in regime Convenzionato e sanato nel 2004...dettagli si dirà.
Con interi piani aggiuntivi semiabusivi non contemplati da atti pubblici e Piani regolatori che rimanevano immutati sulla carta ma che invece diventavano altra cosa.Venendo commercializzati...
E nemmeno sugli abusi edilizi definiti "intravisti" nelle case di Dirigenti Coop come riportano sopralluoghi di legge inviati all'Autorità Giudiziaria e archiviati.
Resta però una consolazione, seppure magra. Quelle sconcertanti condotte hanno conosciuto una serialità che ha lasciato tracce indelebili . Prima fra tutte nella cittadinanza. Umiliata, offesa, calpestata anche in campagne denigratorie mostruose.
E quando ci si rivolse a Lega Coop per un intervento di soccorso rispetto a quella agghiacciante speculazione, questa richiese una relazione scritta alle vittime dei reati che girò immantinente agli autori dei reati che in men che non si dica citarono in giudizio le loro stesse vittime...
Storie mostruose.
Chiude il proprio commento sul Resto del Carlino, il Sindaco di San Lazzaro: "Gli Atti del Comune sono legittimi e non vi sono presupposti per annullarli".
Parole che pesano come macigni. Tremende.
Questo mentre per il Capogruppo PD non sembra tutto ciò argomento da trattarsi in Consiglio Comunale. Né lì né altrove. Il suo gruppo è dello stesso parere e anche i ligi guardiani della legalità targati IDV non hanno remore ad accodarsi. Per loro va bene parlare di legalità, ma solo in casa d'altri. Ai cittadini consigliamo di tenere a mente questo gruppo eterogeneo: PD+IDV+Omer Maurizzi (Pdl ex capogruppo FI)+Aldo Noacco (indipendente eletto nel PDL). In votazioni come queste li troverete sempre d'accordo (l'assenso poi si esprimerà in modalità diverse, vuoi con assenze strategiche, vuoi con astensioni, ma questi sono dettagli).

domenica 6 giugno 2010

A VOLTE RITORNANO. LE VICENDE DELLA CRICCA SANLAZZARESE IN UN ORDINE DEL GIORNO DEL CONSIGLIERE BAGNI (PDL)

Il consigliere comunale Giampiero Bagni, eletto come indipendente nelle liste del Pdl del comune di San Lazzaro ha presentato un ordine del giorno che verrà a breve discusso dal consiglio comunale. Lo pubblichiamo integralmente ritenendo di fare un servizio a tutta la cittadinanza e ringraziando il consigliere Bagni che mostra di avere a cuore alcune vicende della propria città che qualcuno vorrebbe tacitare, sia nel Palazzo sia in qualche personaggio che fa presunta opposizione al Palazzo.

 

Comune di San Lazzaro di Savena

Gruppo Pdl

ORDINE DEL GIORNO: Conclusione di una vicenda relativa ad abusi edilizi

 

Premesso che:

 

Nell’anno 1997 , il Comune di San Lazzaro di Savena aveva approvato con delibera di Consiglio Comunale (atto dr. 146 del 9.12.1997) un Piano Particolareggiato di iniziativa Privata recante PUT 17584 denominato Azzonamento nr.9 all’interno del quale si edificavano innumerevoli immobili ad opera in particolare di SOCOFINA , consorzio facente capo ai Costruttori RAGGI Giancarlo e Vincenzo. 

 

In data 15.10.1998 veniva stipulata una prima Convenzione presso il  Notaio Errani (Rep. 56540 matrice 12683) dove la Società Cooperativa Edilcasa unitamente ad altri soggetti attuatori del cosiddetto Consorzio Caselle diveniva soggetto attuatore di alcuni lotti edilizi identificati con la lettera B e la lettera L , tutti inseriti nel citato e ampio azzonamento urbanistico del nostro Comune .

Che questo primo atto sanciva in forma tassativa gli obblighi realizzativi legati ai tempi, ai modi costruttivi e alle caratteristiche degli immobili popolari , condicio sine qua non indispensabile per l’ottenimento di pubbliche sovvenzioni e agevolazioni fiscali , poi regolarmente ottenute.

Che  a riguardo l’atto notarile suddetto annota all’art .14:

“Qualunque variazione riguardante i singoli lotti incide sulle disposizioni del Piano Particolareggiato pertanto le varianti di dimensionamento delle singole strutture  devono imporre anche la variante al progetto iniziale del piano particolareggiato .”

 

Nel 1998,l’Assessore all’Urbanistica Renato Ballotta sottoscriveva ancora con Edilcasa  un’Impegnativa di Programma che fissava ancora contrattualmente gli obblighi dei Soggetti Attuatori Edilcasa, di altre Coop Edilizie e del Comune di San Lazzaro di Savena .

Il testo del documento impegnava il Comune all’art.5 a : “sovrintendere , coordinare , vigilare in tutte le fasi la corretta attuazione del programma oggetto di accordo, controllare la corretta applicazione di quanto fissato nelle Convenzioni con particolare riguardo ai prezzi di cessione degli alloggi fruenti di agevolazione pubblica “ 

 

In data 11.04.2000, era stipulata una seconda Convenzione tra il Soggetto attuatore Edilcasa e il Comune di San Lazzaro di Savena ai sensi dell’art.22 della legge 179/92 nr.179 , con atto nr. 65 e con ulteriori atti analoghi d’impegno tra tutti i soggetti attuatori e il medesimo Comune .

La Convenzione stipulata in data 11.04.2000, rigorosa nei contenuti, richiamava due delibere del Consiglio Comunale di San Lazzaro di Savena , la nr.54 del 3.5.1999 e la nr.82 del 28.09.1999 : entrambe approvavano la bozza di Convenzione tipo regionale e i criteri tassativi per l’ammissione al Convenzionamento del soggetto Attuatore.

 

Considerato che:

 

Le vicende dell’Azzonamento nr. 9, al centro di inchieste giudiziarie, hanno rilevato episodi di notevole gravità , nella costanza di decine di denunce pubbliche di media locali e nazionali , organi politici di ogni rango  e di cittadini evidenziando l’elusione grave dei  patti di cui sopra che si sintetizzano così:

 

A) Furono modificate , già in corso d’opera, le volumetrie dei locali accessori e realizzate maggiori superfici utili , poste in essere condizioni di abusivismo edilizio di portata notevole tanto da far registrare un dato di sicuro rilievo:  per numerosi edifici realizzati a cavallo tra l’anno 1999 e il 2000, all’interno dell’Azzonamento nr.9 e non soltanto, quindi di recente realizzazione , a convenzioni stipulate e a fondi pubblici erogati , vennero richieste ,a lavori ultimati, concessioni edilizie in variante che apportando sostanziali modifiche ai progetti originari , per i quali gravavano precisi vincoli di legge,  previdero la realizzazione e lo sfruttamento di interi piani abitativi, oggetto poi di commercializzazione.

 

B) Emersero una sequela  di atti catastali irregolari, taluni alterati direttamente negli Uffici del catasto, di planimetrie integralmente difformi rispetto allo stato di fatto delle realizzazioni , atti , giova ricordarlo, tutti  assoggettati al controllo  della Regione per via degli stanziamenti pubblici. 

C) Il Comune rilascio’ all’attuatore,  concessioni in  sanatoria valutate come illegittime dalla locale Procura  al fine di sanare abusi insanabili e per i quali non si intervenne con la prevista sospensione dei lavori . Abusi e illeciti commessi in fotocopia nell’attiguo edificio di Via Amendola dove si ricorse questa volta allo strumento del condono per legalizzare la realizzazione di ben 185 mq aggiuntivi gravati da abusi altrimenti insanabili. Anche in tal caso , ampiamente elusa la Convenzione, si realizzarono Superfici utili , si modificarono le volumetrie di un intero piano e si commercializzarono tali immobili . Anche in tal caso rimasero sul campo irregolari atti catastali , progetti con le Convenzioni invariate ,sebbene apertamente violate. Nell’’intero Azzonamento si agì in modo analogo.

 D) Si evidenzio’ nelle inchieste: 1) l’omessa prolungata vigilanza urbanistica nonchè 2) l’indebito incasso di oneri non dovuti per il rilascio di concessioni edilizie altrimenti non rilasciabili per più lotti (Lotto A- LOTTO L – B-F), 3) la modifica arbitraria di convenzioni edilizie deliberate dalla Giunta e operate da un semplice Funzionario ( LICENZA Edilizia  20720/01 a firma Arch. Premi), 4) il rilascio di certificati di agibilità di edifici privi di collaudo statico e gravati da abusi edilizi ritenuti “non sanabili” ma ugualmente sanati da concessioni in sanatoria illegittime ,5) l’ attestazione del suddetto funzionario circa il possesso di requisiti utili all’ottenimento di fondi pubblici a soggetti che ugualmente fruivano del  beneficio e che si individuavano, nello specifico, proprio in dipendenti della Procura Bolognese .

E) La presenza agli atti comunali di un Contratto di appalto pari a lire 2.620.000.000, censurato dal GIP di Bologna durante l’inchiesta, che depositato nella suddetta Convenzione Urbanistica determinava il’alterato PICA delle case popolari di Via Speranza risultando privo di riscontro fiscale e contabile. Gli stessi contratti  di appalto stipulati  per quelle medesime opere, venivano  reperiti dagli organi inquirenti presso i Committenti Edilcasa e Costruttore Raggi , questi invece fatturati,  registrando nel testo , l’indicazione di  importi pari 2.250.000.000, quindi inferiori di quasi 400 milioni di lire rispetto al fittizio contratto depositato in Convenzione.

Ne discendeva che agli atti del Comune vi siano tuttora attivi in Convenzione Contratti di appalto privi di riscontro fiscale, ma che hanno determinato falsati costi di case popolari , gravate da abusi insanabili e da finanziamenti di denaro pubblico.

F) Le denunce a carico dell’ex-Assessore Ballotta , presentate in Procura ,finivano nella disponibilità dell’intero Ufficio tecnico, dotate di lettera di accompagnamento della Polizia Giudiziaria,  indirizzata al Sindaco, ove si esplicitavano i termini della denuncia , la lamentata scarsa trasparenza dell’Ente e alla stessa si allegava la denuncia dei cittadini. Dopo alcuni mesi di studio , l’ufficio tecnico rispediva a mezzo posta la denuncia dei cittadini alla Polizia Giudiziaria e sulla ricevuta di ritorno postale apponeva , a scanso di equivoci , la dicitura : Esposto di…omissis“, citando il nome dei cittadini in aperta violazione di legge . La denuncia permaneva in copia negli uffici tecnici, nella disponibilità di chicchessia, anche degli stessi messi incaricati della spedizione.

G) Che richiesto di acquisire quelle denunce e quegli atti il Comune opponeva rifiuto ai cittadini denuncianti asserendo trattarsi di pratiche relative a procedimenti penali e così consentendo un ulteriore illecito : Il Comune indagato deteneva e aveva informazioni, durante le indagini  a proprio carico, delle denunce dei cittadini mentre questi veniva impedito , anche dal Difensore Civico , di avere accesso alle proprie denunce e a quegli atti che invece  un  Ufficio Comunale conservava e gestiva nei propri uffici.

Il fatto è in  violazione dei diritti/doveri di procedura penale e del rispetto della  privacy .

H) Gli abusi edilizi rilevati nell’Immobile di un Dirigente della Coop Edilcasa venivano segnalati alla Procura dai Vigili Urbani come “intravisti” ( vd relativo verbale P.M.) inducendo ad archiviazione il PM titolare dell’indagine e  permanendo tuttora  mai sanzionati .

 

I) Veniva rilasciato per i suddetti edifici regolare certificato di abitabilità in costanza di atti catastali irregolari e di un fittizio atto di collaudo statico redatto nel 2001 , a edifici occupati da oltre un anno , ove si attestava  la presenza di sottotetti non praticabili in luogo di superfici utili e abitabili .

I) Si  effettuavano lavori in variante, prima di ogni assenso di legge, in spregio di ogni normativa e delle Convenzioni , in un intero Azzonamento , come risulta agli atti della Procura .

L) La Regione E. Romagna riconosceva unitamente alla Provincia e al Tribunale Civile ,la integrale disapplicazione delle norme regolanti le Convenzioni urbanistiche ,le norme e i vincoli regolanti i Piani Particolareggiati , la normativa fiscale , che dovevano rimanere inalterati e che invece lo sono rimasti solo ed esclusivamente a livello cartaceo .

Ciò posto e attesa la gravità di tali risultanze che , sebbene negate negli anni dall’Amministrazione Comunale ma ormai accertate dagli Organi Competenti, hanno determinato la commissione di evidenti illeciti da parte della Pubblica Amministrazione unitamente a un danno  di immagine pubblica  della stessa .

Si rileva infatti come siano mutate integralmente le condizioni , le finalità , le modalità di applicazione delle norme regolanti l’edilizia residenziale pubblica e che , come pare , parrebbe essere correlata a una sorta di “sistema libero”  in questo Comune che dal quadro giudiziario appare accertate.

Peraltro la stessa P.A. si e’ gravemente prodigata in forme di denigrazione e astio nei confronti dei cittadini vittime della suddetta speculazione fino sui luoghi di lavoro degli stessi determinandosi oggi come tutte quelle denunce fossero integralmente fondate   

  Si impegna il Sindaco e la Giunta:

1) All’annullamento in autotutela delle concessioni edilizie in sanatoria e in Variante rilasciate a EDILCASA per gli edifici di Via Speranza 15/e –d e di Via Amendola 20-22cosi’ come ritenute dal GIP Castore , integralmente  difformi dalla legge .

2) All’annullamento della Convenzione edilizia per inadempienze contrattuali e per le reiterate violazioni di legge del Soggetto attuatore, l’applicazione delle penali contrattuali previste dalla stessa  Convenzione e il ricalcolo del PICA con i parametri effettivi di quelle realizzazioni e del reale importo dei Contratti di appalto di lire 2.250.000.000 in luogo del fittizio depositato in Convenzione di lire 2.620.000.000. Rappresentando che il mancato annullamento costituisce danno erariale e violazione di legge da parte dell’Ente e del Sindaco in particolare .

  3) All’ immediata restituzione ai soggetti attuatori dei lotti  A –L- B – F  degli oneri costruttivi richiesti per il rilascio di Concessioni  non concedibili e ugualmente concesse e il conseguente annullamento delle concessioni in variante rilasciate a quegli stessi  soggetti attuatori .

4) Alla immediata revoca dei benefici fiscali e la segnalazione agli organi competenti per la decadenza formale dei contributi pubblici concessa ai non aventi titolo.

5) All’indizione di una commissione d’inchiesta volta a individuare le responsabilità amministrative emerse nella  realizzazione urbanistica dell’ intero Azzonamento nr.9 con costituzione in giudizio nei riguardi dell’attuatore e degli Amministratori Pubblici che hanno arrecato un danno d’immagine alla comunità di San Lazzaro di Savena.

San Lazzaro di Savena 24\05\2010

Il consigliere

Dott. Giampiero Bagni

 

 

 

 

mercoledì 2 giugno 2010

L'ESPOSTO DELL'ON. RAISI IMBARAZZA LA CRICCA. ANCHE A SAN LAZZARO

A proposito dell’ultimo esposto presentato alla Procura della Repubblica dall’On. Enzo Raisi, deputato del PDL, abbiamo ricevuto una lettera di un cittadino che ci chiede di rimanere anonimo per evitare sgradevoli ritorsioni, di cui già è stato oggetto nel corso degli anni:

 

Cara Redazione,

 

Il Resto del Carlino del 2 giugno 2010 ci racconta una verità sconcertante ma nota.
“A San Lazzaro chiesti soldi in nero per appartamenti in edilizia convenzionata”
I fatti emergono da un esposto dell’on. Raisi (Coordinatore provinciale PDL) relativi alle attività del CIPEA, il cui Direttore Gianluca Muratori è al centro di indagini giudiziarie correlate all'affaire Del Bono.
Secondo la Stampa i fatti sanlazzaresi attengono all'edificazione di 30 alloggi in regime di edilizia convenzionata edificati in San Lazzaro di Savena, in Via Galletta.
La Stampa non dice che forse quegli stessi immobili, magnificati alcuni giorni orsono da un Assessore locale forse siano proprio da individuarsi nelle “nuove” case Andreatta.
Sorprenderebbe se lo stesso Assessore, già noto inauguratore di case su suoli inquinati e senza abitabilità, sia ora involontario promoter di case di nuovo al centro di inchieste giudiziarie, di una truffa parrebbe: ma si sa, il destino è talvolta beffardo.
Torniamo ai fatti: l’edificazione del complesso immobiliare è affidato dal Comune di San Lazzaro alla CIPEA Holding Spa, trattasi di edilizia convenzionata legata a tassativi parametri dimensionali e di prezzo. Poi magari qualcuno chiedeva del nero…
Ecco cosa accade: due cittadini si rivolgono alla Guardia di Finanza spiegando che chi doveva condurre la compravendita avrebbe richiesto somme di denaro aggiuntive fino al 35% rispetto al prezzo convenzionato.
I cittadini indicano nel figlio del titolare della Società edile al servizio di CIPEA l'autore della richiesta “aggiuntiva”. Sul suo nome il più stretto riserbo ma non appare arduo a chi ci segue comprendere di chi si tratti.
Ecco dunque intervenire il Sindaco Macciantelli (intervistato dal Carlino) cui i cittadini avevano richiesto, in tempo imprecisato, un incontro per narrargli tali vicissitudini: “il cittadino mi raccontò fatti che, se veri, erano gravissimi. Gli dissi di mettermi per iscritto quei fatti così avrei dato seguito alla cosa. Lui mi mandò una lettera che io, nel giro di due giorni, girai alla Finanza insieme a una mia missiva”.
Aggiunge: “è dovere di una Pubblica Amministrazione laddove venga a conoscenza di presunte irregolarità segnalarle all'Autorità preposta senza tergiversare, è quello che noi abbiamo fatto senza guardare in faccia nessuno. Naturalmente saranno gli inquirenti a stabilire se sussistano o meno reati, non spetta certo al Comune il quale ha però il compito di vigilare”.
I fatti sono emblematici: un Sindaco ha notizia di un reato e reclama una relazione scritta da un cittadino che poi invia alla Polizia Giudiziaria con personale missiva di accompagnamento. Contestualmente ci informa che compete alla Pubblica Amministrazione segnalare reati alle Autorità. Peccato dimentichi la gravità dei fatti di Via Speranza e di Via Amendola, degli abusi edilizi di interi azzonamenti, dove non annullò mai alcun atto illegittimo, in primo luogo varianti e sanatorie, e ignorò le denunce dei cittadini, demonizzandoli senza ritegno.
Intendiamoci: il primo passo sarebbe quello di dirottare il cittadino alla Polizia e non quello di farsi redigere una relazione tanto più che si evidenzierebbe un diretto coinvolgimento del Comune che proprio alla CIPEA ha affidato la gestione del complesso immobiliare.
Con piacere però notiamo che il percorso ha invertito il proprio iter: ora è il Sindaco che invia le denunce dei cittadini agli inquirenti mentre anni orsono erano gli inquirenti a inviare al Sindaco (Bacchiocchi) le denunce dei cittadini a carico del Comune e dello stesso Sindaco.
Peccato anche che, sebbene la comunicazione sul riscontro degli illeciti dell’azzonamento n° 9 pervenne da un GIP e non da comuni cittadini, il Comune abbia fatto finta di nulla, anche circa il rilascio di sanatorie illegittime utili a sanare abusi sanciti come insanabili dall’Autorità Giudiziaria.
Dove ancora, per chiarire i fatti, dimenticò di contestare “abusi edilizi intravisti” ad alcuni Dirigenti Coop permettendo che contratti di appalto privi di riscontro contabile (rispetto ai reali contratti fatturati rinvenuti dagli inquirenti presso committenti e costruttori) continuassero a permanere in convenzioni urbanistiche allo scopo di maggiorare dolosamente i prezzi di quelle case popolari.
In quel caso, l’integerrimo Sindaco non si avvide che quei contratti recavano la firma di un importante costruttore cui è attualmente affidato il rifacimento del palazzo comunale… Dimenticanze certo, solo dimenticanze.
Non si avvide di Impegnative di Programma siglate da Assessori dove vi era il ferreo richiamo all’obbligo di vigilanza comunale, che invece oggi tanto declama. E non si avvide neppure che quelle case fossero prive di collaudo statico ma peraltro dotate di un allegro rilascio di certificati di abitabilità. Come a L'Aquila, giusto per intenderci.
Certo, in quei casi, informò le Autorità. Ma per censurare un Pubblico Ufficiale scomodo, scomodissimo, e non già per denunziare gli autori di quei gravissimi reati.
Un fastidio enorme quello del Sindaco, che ora interagisce con la Guardia di Finanza del suo stesso Comune.
Non è un caso che proprio in quel Comando operi un ardito militare che beneficiò di un attestato comunale per l'erogazione di fondi pubblici legati all'acquisto di una casa popolare. Il Comune attestò il regolare possesso dei requisiti del soggetto in questione, la Regione scrisse che non li possedeva, aggiunse che quel dato era macroscopico e glieli revocò. Ma intanto aveva già acquistato l'immobile prefinanziato da fondi pubblici non erogabili.
E non è un caso che quel Comune sia al centro di indagini da parte di quel medesimo Comando.
E ora dunque un nuovo scandalo. Dove prima si studia la denuncia del cittadino e dopo la si invia all'organo di Polizia. In una operazione trasparenza che a noi piace accostare a qualcosa di molto simile a quella di una pozzanghera.
Perché dunque, il Sindaco sottolinea attraverso la Stampa questo nuovo scandalo proprio quando è il Deputato del PDL Raisi a presentare un esposto su CIPEA cui un capitolo è dedicato, tra le altre cose, alle abitazioni di via Galletta?
Ora, davvero pochi tra consiglieri di opposizione e di maggioranza potranno storcere il naso: trattasi di speculazione. Grave e su fasce deboli. Lo dico inascoltato da anni aggiungendo che non è più un caso che San Lazzaro sia la location ideale di tali pratiche. Il perché non sta a noi stabilirlo.
Anche in Via Speranza vi furono richieste di aumenti aggiuntivi così come in via Galletta.
Ora: Commissione d’inchiesta o silenzio. Tocca alla politica richiedere dimissioni o fare finta che non sia accaduto nulla. E a richiedere ogni carta. Prima fra tutte la missiva del Sindaco –investigatore.

 

Lettera firmata