venerdì 30 aprile 2010

Atti vandalici e allarme sociale: le conseguenze dell'ignavia e del disinteresse degli Amministratori

La Stampa da notizia di gravissimi atti vandalici consumati su di un edificio pubblico: la Mediateca di San Lazzaro di Savena.
Facciamo due brevi considerazioni: qualche anno fa, ricorderete, una gang di adolescenti devastò alcuni plessi scolastici. Il Sindaco, a fronte del misterioso reiterarsi di crimini, negò immediatamente la sussistenza del problema. Subito dopo, la "banda" alzò il tiro e si produsse nell'incendio di un ritrovo per anziani, la BAITA, un locale adibito anche ad esercizio commerciale che venne integralmente raso al suolo.
La BAITA bruciò come una pira: come la legalità negata.
Seguirono danneggiamenti sparsi e convulsi: a quel punto, non occorreva Tiresia per comprendere un grave e forte disagio giovanile. Un elemento di grande crisi sociale che pervicacemente non si intendeva ravvisare per lustrare la magnificenza di un buongoverno di parole.
Ma anche in costanza di simili elementi, il nostro Primo Cittadino, non vide problema alcuno fino a quando si scoprì la verità dei fatti e si giunse all'individuazione dei responsabili poi deferiti all'Autorità Giudiziaria. Quel "primo cittadino", anche in quel caso aveva parlato di inutile allarmismo, di oasi felice, di un Territorio da fiaba, amministrato dalle fate e dagli elfi. Un paradiso verde, senza reati, senza imbrogli edilizi, governato da un Principe dal mantello blu e dal ciuffo cotonato. Il caso volle beffardamente che quello stesso tema della sicurezza venisse invece esternato in piena campagna elettorale quando, in controtendenza rispetto alle consuete idee fiabesche, il "primo cittadino" ravvisò una scalfitura su di una vetrata della sua sede elettorale: là urlò all'attentato. Qualcuno, si disse, attentò alla Democrazia, qualche centimetro in su e la vetrata si sarebbe disciolta in frantumi. Invece, la scaltra vetrata sopravvisse al vile atto conservando una segnatura di pochi centimetri. Di certo rimase in piedi l'equivoco che l'attentatore potesse avere avuto più le sembianze di un ciottolo schizzato da un pneumatico in transito piuttosto che quelle di un rivoluzionario. La Stampa ne diede notizia come e più "dell'attentato" al Presidente Kennedy. Piovve solidarietà urbi et orbi. Si gridò al crollo della Democrazia. Al pericolo di un sabotaggio da Watergate.
Successe quindi che l'allarmismo come spiegazione dell'evidenza fosse accantonato per far posto all'evidenza come spiegazione dell'allarmismo.
Oggi però tutto ciò fa parte di un lontano passato. E occorre però valutare cosa spinga effettivamente giovani menti a devastare rabbiosamente un luogo pubblico. Forse l'inesistenza di un luogo aggregativo? Forse che la selvaggia cementificazione del territorio non abbia mai contemplato uno spazio per i giovani, un nuovo spazio parrocchiale, nuovi e attrezzati spazi verdi, una concreta politica giovanile? Vi sono dunque dei responsabili, dentro e fuori il palazzo della politica. Anche di complici silenzi. Abominevoli silenzi.
La vicenda dell'assegnazione di uno spazio alla Parrocchia di S.Lazzaro per costruire un nuovo Oratorio poi ha del grottesco: per anni si erano fatte le classiche promesse tipiche di questo "primo cittadino", che assomiglia più ad un marinaio in quanto appunto a promesse. Difatti, tutte parole vuote e prese in giro nei confronti della comunità parrocchiale e delle famiglie che volentieri avrebbero mandato i propri figli all'Oratorio. Allora il furbissimo "primo marinaio" che fa? Cerca di assegnare alla Parrocchia una parte di quei terreni dell'area Ca' Ricchi, poi divenuta tristemente famosa perché su di essa sono state fatte costruire dal Comune un bel po' di case, quando il Comune era ben al corrente che l'area era completamente inquinata...difatti le case sono tutt'ora senza abitabilità, ma inaugurate in pompa magna dall'attuale Assessore all'Urbanistica e già abitate da due anni. Insomma la classica polpetta avvelenata: area inquinata da oli minerali e idrocarburi...per il nuovo Oratorio. Le spese le stanno facendo comunque i cittadini che hanno comprato casa da Cooperative amiche del Comune che ha rilasciato tutti i permessi per costruire.
Ma torniamo ai giovani, totalmente dimenticati dai nostri Amministratori, e utilizzati alla bisogna sotto le scadenze elettorali locali.
Vi sarebbe persino chi riveste l'incarico politico per le politiche giovanili in Comune, ma nulla scalfisce questo lago paludoso. Vi è un solo consigliere che abbia interesse a riguardo? A quanto pare, né il Consigliere di maggioranza acciò incaricato, né quello più giovane di opposizione, hanno alcun interesse a queste problematiche.
Quanto alle telecamere una ulteriore riflessione: all'incrocio tra la via Emilia e la Via Kennedy è comparso un photo red, telecamera e rilevatore di infrazioni stradali, e, foriera di guadagni. Mesi orsono venne propagandata la mirabile "iniziativa" del Sindaco per la sicurezza: decine di telecamere.
Parlò, a mezzo stampa, dell'inutilità delle ronde, simbolo secondo lui di rozza strategia padana. A questa contrapponeva l'installazione di mille occhi elettronici (Dove ?). Sarebero stati i cittadini a segnalare le zone bisognose di videosorveglianza.
Ora sempre di telecamere si tratta. Non è il caso di sottilizzare sul loro impiego.
Se pensiamo però che una struttura come la Mediateca sia così esposta e sguarnita viene da rabbrividire. Eppure ben due telecamere la sorvegliano. Erano e sono funzionanti? A quant pare no, e da mesi qualcuno segnalava il problema...ma per il "primo cittadino" era "tutto a posto, tutto regolare".
Vi lasciamo con un ultimo spunto: la Mediateca è dotata di allarmi. Chi la controlla? Chi è deputato alla vigilanza della struttura? Vi è un Istituto di Vigilanza preposto e pagato per questo? Domande che sono i soli cittadini a sollevare. Nel frattempo all'opposizione c'è chi si preoccupa dei parcheggi davanti alle pizzerie amiche, di tasse inesistenti (collezionando figure pietose sui giornali e nella cittadinanza), oppure guarda a bandi per l'assegnazione di incarichi di progettazione, questione che interessa certi consiglieri che siedono su quei banchi da decenni e non si ricorda uno che un intervento a servizio della comunità. Se Vi state ancora chiedendo se tutto questo avvenga a Casal di Principe, a Corleone, nel barese o nei dispersi comuni della Sila, la risposta è semplice: no, avviene tutto nella ridente San Lazzaro, l'oasi felice, la cittadina verde, delle notti bianche e della "solidarietà".

mercoledì 28 aprile 2010

La Giunta comunale si sbugiarda da sola: prima fa la guerra ai cittadini sull'amianto poi ne ammette la pericolosità

“Io partecipo” è il risultato finale della serie di incontri con tutti gli assessori sanlazzaresi,
a titolo “Fare comunità”, iniziata in febbraio. Senza nascondere che nella maggior parte di questi incontri, aperti alla cittadinanza, non c’è stata la partecipazione auspicata, il risultato non è stato deludente. Quasi ottanta sanlazzaresi hanno compilato e consegnato la scheda “Io partecipo” dichiarando la propria disponibilità a impegnarsi in attività a favore della comunità. Nella scheda è stato indicato anche il settore in cui il cittadino è disponibile a impegnarsi, la competenza in specifiche materie e appartenenza o meno a gruppi o associazioni.
Il ciclo di incontri, aperti in ogni appuntamento da un intervento del sindaco Macciantelli, si è infatti concluso con la relazione del vicesindaco Giorgio Archetti assessore ai lavori pubblici, alla scuola e all’ambiente. Riguardo alla raccolta differenziata dei rifiuti, riferendo che è passata dal 24 al 42%, Archetti ha annunciato la distribuzione di un questionario e l’intento di raggiungere percentuali più alte anche con la raccolta porta a porta. Poi l’emissione di un’ordinanza di censimento e rimozione del l’amianto e il potenziamento delle energie rinnovabili con nuovi impianti fotovoltaici sulle coperture della palestra Rodriguez, della piscina e degli spogliatoi dello stadio.
Riguardo alla scuola è stata annunciata la consegna del nuovo polo scolastico dell’area nord di San Lazzaro – con quattro sezioni di materna per 100 bambini e 10 classi di elementare per 250 alunni – per il prossimo 8 agosto consentendone l’apertura in settembre. E il sostegno al progetto Pedibus che prenderà il via, in fase sperimentale in maggio a Ponticella. L’ide a, promossa dal Pd e dal centro sociale “La Terrazza”, è quella che i bambini, invece di essere portati a scuola con altrettante auto, ci andranno a piedi su quattro percorsi, accompagnati da genitori o adulti volontari. Sui lavori pubblici, annunciato entro l’anno l’ap pa lt o per la realizzazione del parcheggio alla fermata ferroviaria di Caselle e la partecipazione a un bando regionale
Giancarlo Fabbri - L'informazione del 27.04.2010


Fare Comunità, una serie di incontri pubblici con membri della Giunta, si è dunque conclusa con risultati poco lusinghieri per non dire del tutto catastrofici.
Non più di una decina di presenze ad incontro, conferenzieri inclusi, a conferma di distanze incolmabili e imbarazzanti con la cittadinanza.
Utili però a propagandare le iniziative già sviluppate sul territorio.
La lotta all'amianto, ad esempio, cui fa riferimento il Vice Sindaco Archetti, in realtà osteggiata dalla Giunta e dal Sindaco che giunse a tacciare i cittadini e consiglieri di procurato allarme quando si denunciarono più casi nel territorio comunale.
Amianto: parola impronunciabile, negata e foriera anche di ritorsioni e ingerenze sul luogo di lavoro dei cittadini stessi che avevano osato sollevare la questione.
Come a Cuba. Nella totale lesione di diritti elementari.
Bene: oggi l’amianto e il suo contrasto diventano motivo di vanto da parte di quegli stessi amministratori, senza vergogna alcuna.
Prima negarono l’esistenza dell’amianto stesso, poi accusarono di procurato allarme i cittadini, poi bocciarono le mozioni presentate dai Consiglieri comunali di opposizione asserendo l'inesistenza del problema. Anche là si tacciò qualcuno di procurato allarme.

Si delegittimò il Professor Vito Totire, esperto di amianto, anch’egli catalogato come un incompetente guerrafondaio e ridotto al silenzio.
Ora il Sindaco emette un’ordinanza e il problema amianto diventa motivo di propaganda per il Vice Sindaco Archetti, per magnificare una formidabile campagna per l'ambiente. Roba da lasciare inorriditi.
Lo stesso Archetti propaganda il varo di un Polo Scolastico costruito all'interno di un’area di verde pubblico. Un agglomerato di cemento nel verde che assurge ad opera filantropica.
Siamo dunque in una fase dove la Giunta mostra una triste quanto drammatica solitudine. Patetica.

Nonostante però gli scempi di cui è capace, e nonostante lo schiaffo clamoroso di 2.000 voti perduti alle ultime consultazioni, i numeri le consentono di andare avanti, nel silenzio totale della stampa amica, della maggioranza in consiglio completamente prona ai voleri di una banda senza scrupoli. E nel silenzio quasi assordante anche dell’opposizione, che ogni tanto per bocca di qualche sparuto consigliere, alza la testa per poi nasconderla prontamente sotto la sabbia. D’altronde c’è chi ha investito, c’è chi ha terreni sui quali il Comune gli farà costruire, c’è chi ha scommesso sul prossimo scempio edilizio i cui prodromi si sono già visti negli ultimi anni. Insomma tante bocche debbono sfamarsi. Sempre le stesse ovviamente, ma questa è un’altra storia. I cittadini, tranne qualche eccezione, assistono increduli se non contenti di come gli venga distrutta la propria città sotto al naso. O, pio bove…

venerdì 23 aprile 2010

Solidarietà pelosa e a doppio binario: il Sindaco di San Lazzaro perde il pelo ma non il vizio

Da un lettore riceviamo e pubblichiamo:

 

Cara San Lazzaro News,

 

il Resto del Carlino odierno titola: “IL SINDACO TROVA CASA ALL'AVVERSARIO POLITICO”.
La storia è così sintetizzata: Un ex barista perde la casa per morosità. L'articolo ne evidenzia l'appartenenza politica: è di destra. Un semplice simpatizzante nulla di più. Come tanti, come molti. La storia dell'ex barista è costellata da contrasti con l'ex Sindaco Cofferati prevalentemente per le posizioni relative al Civis che l'esercente contesta vivacemente quando si avviano i lavori su di una strada prossima alla propria attività commerciale.
Perde clientela, lavoro e si susseguono disagi familiari sino allo sfratto per morosità dall'appartamento che occupava in San Lazzaro. Finisce in ambasce economiche serissime. È sicuramente una storia difficile. Purtroppo comune a tanti.
L'aiuto perviene, scrive l'articolista, da chi non ti aspetti ossia dal Sindaco di San Lazzaro di Savena, Macciantelli, che “ha fornito le garanzie per potere attivare un nuovo contratto di affitto” e ancora che “fa da tramite perché il cittadino possa ottenere garanzie bancarie e un prestito per pagarsi un nuovo affitto”.
Su tali basi, secondo l'articolista “il Sindaco aiuta l'avversario politico”. A quali contese politiche si accenni, non è dato di sapere giacché l'ex barista è un mero simpatizzante del PDL ma tanto basta a inquadrarlo subliminalmente nelle vesti di avversario di chissà quali arene elettorali.
Il quadro giornalistico chiude con una chiosa formidabile dove si evidenzia senza tentennamenti da che parte politica stia la solidarietà.
L'ex barista di destra aiutato da un Sindaco di sinistra. La solidarietà ha dunque un colore, un nome, un garante di crediti bancari e di prestiti.
E gli altri? Quelli per cui ha votato il commerciante? No quelli non si sono mai visti né sentiti. Il male sta da quella parte. La casalinga di Voghera che legge l'articolo pensa questo.
Il messaggio che passa è lapalissiano, da propaganda. È da Minculpop e ci atterrisce...lo capirà la casalinga?
Ora che un Sindaco si presti a richiedere garanzie bancarie e prestiti per un cittadino è un fatto che non ritengo meriti gli onori delle cronache. Anche perché inusuale e forse, in fin dei conti, poco ortodosso.
Come faccia a garantire il pubblico la solvibilità del privato è un mistero, con quali mezzi e/o verso quali destinatari bancari lo è altrettanto.
Che poi l'operazione venga consacrata dalla Stampa locale alla stregua di un fioretto di San Francesco appare del tutto sconveniente anche perché la solidarietà è fatto privato quando effettiva.
Siamo davanti a qualcosa che suggerisce pensieri pesanti, grevi.
Perché a fronte di tale slancio prodigo di bontà e ancora una volta pubblico da parte di un Amministratore che corre addirittura presso Istituti bancari per salvare le sorti di un “avversario politico” vi è, al contrario, da parte di questi una preoccupante forma di immobilismo dinanzi alle vittime di pesanti speculazioni edilizie.
Là furono i poteri forti a farla da padrone: famiglie martoriate da debiti, da umiliazioni, dall'ostilità di un’intera Amministrazione pubblica che consentì il libero sviluppo di attività edificatorie abusive, l'approvazione di Convenzioni caratterizzate da finti contratti di appalto, dal rilascio di permessi e sanatorie illegittime.
Là il nostro Lancillotto rimase rintanato nel suo castello. Non ritenne di prodigarsi in particolare “assistenze” alle vittime di quei reati forse perché poco stimolato dal colore politico degli autori di quelle oscene attività immobiliari su fasce deboli.
Là forse la stessa comunanza politica con chi devastava il territorio non smosse particolari azioni o suggerì attivismi di sorta. Non suggerì neppure distanze pubbliche da quei reati, né costituzioni di parte civile, né annullamenti di atti illegittimi in autotutela.
Daltonico?

Lettera firmata.

 

Caro amico, nel leggere l’articolo cui ti riferisci abbiamo pensato tutti la stessa cosa: con la stampa amica è facile per il “signor sindaco” farsi bello e mostrarsi “solidale” con un presunto “avversario politico” (hai detto bene: avversario di che? Di chi? In quali sedi?), per un caso singolo e con modalità discutibilissime (viene da pensare allora che tutti coloro che votano PDL ma non sono nelle condizioni del commerciante di chiedere pubblicamente aiuto, non vengono aiutati dal Sindaco il quale dunque si disinteressa di una moltitudine di cittadini bisognosi).

Però se si tratta di fare il proprio dovere, ossia denunciare ed opporsi a gravissimi abusi edilizi, a scempi urbanistici, all’illegittimo lucrare di contributi regionali da parte di chi non ne ha diritto, allora il “signor sindaco” è latitante, tace, anzi assume un atteggiamento di ostilità velata e patente che diventa aperta e sfacciata, esercitata nei modi e nelle forme peggiori e gravi che si possano adottare, contro le vittime di tali abusi. Così come, se si tratta di rispettare la legge e non rilasciare concessioni edilizie illegittime che una sentenza del GIP ha ritenuto tali, e dunque non incassare oneri di urbanizzazione non dovuti, allora il “signor sindaco” diventa improvvisamente sordo rispetto al più elementare comportamento richiesto ad un Pubblico Amministratore quale lui è (o dice di essere). E difatti quelle concessioni vengono rilasciate nonostante non lo dovessero essere; gli oneri di urbanizzazione vengono incassati quando non erano per nulla dovuti.

Non solo: il “signor sindaco” è a conoscenza del fatto che vi sono famiglie che, per aver adempiuto coraggiosamente al proprio dovere di cittadini, hanno denunciato questo enorme malaffare legato alla speculazione edilizia e al sistema marcio delle convenzioni urbanistiche nell’edilizia popolare, ebbene vengono impedite di rogitare i contratti di vendita degli appartamenti, da parte di presidenti di Coop edilizie senza scrupoli e il “signor sindaco” che fa? Difende a spada tratta questi personaggi senza scrupoli e crea un clima di odio e persecuzione verso le famiglie vittime di tali personaggi, le quali famiglie dovranno poi ricorrere al prefinanziamento bancario, scivolando praticamente sul lastrico, ma il “signor sindaco” non ha mai avuto la bella trovata propagandistica di venir loro incontro attivandosi presso banche o altri istituti, cosa che a lui riesce molto bene (quella di attivarsi presso personaggi altolocati nelle Pubbliche e private Amministrazioni per esercitare pressioni di ogni tipo, financo sul Questore affinché adottasse provvedimenti disciplinari contro un onesto Pubblico Ufficiale reo di combattere l’illegalità a San Lazzaro: come un cittadino ha denunciato sulle pagine del periodico Vivere a San Lazzaro).

Finché non vedremo questa vera forma di solidarietà nei confronti di intere famiglie gettate sul lastrico dagli amici del “signor sindaco”, non ci lasceremo imbrogliare da iniziative come quella descritta oggi sul Carlino (con tutta la felicità ovviamente che proviamo per il barista). È evidente che il “signor sindaco”, caduto politicamente in disgrazia dopo aver perso ben 2000 voti di cittadini (meno 7% rispetto al 2004), cerchi ora nuovi referenti e faccia di tutto per mostrarsi al pubblico … come ha sempre fatto. Tutto ciò non gli ha portato gran fortuna. Il tempo dei sorrisi sta finendo. E i magistrati contabili bussano alle porte. Auguri.

sabato 17 aprile 2010

Lettera di un cittadino sulla vicenda delle "case gialle"

Abbiamo ricevuto la lettera di un cittadino sulla vicenda delle “case gialle” su cui nei giorni scorsi abbiamo pubblicato notizie. La pubblichiamo nella sua evidente crudezza a conferma di quanto da tempo andiamo dicendo su una certa sedicente opposizione che da almeno 15 anni scalda poltrone in Consiglio e pensa a costruire palazzine e a rifornire di granaglie alcuni maneggi frequentati anche da Sua Maestà il Primo Cittadino:

 

Gentile Redazione di San Lazzaro News,

l’opposizione politica sanlazzarese ci spiega il proprio punto di vista sullo scandalo edilizio che da anni investe il Comune.
La vicenda è annosa e forse i cittadini hanno perduto la possibilità di tutelare i propri diritti concentrandosi sulle condotte dell'Ente Pubblico.
peccato che durante quelle vicende si fosse già vista una distanza nei molteplici casi di malaedilizia, sulle vicende delle case edificate su suoli inquinati , su tante cose non proprio commendevoli. Con cui, adesso, ci invitano implicitamente a convivere silenziosamente.
In un delicato e avvolgente tepore. Un fine umorista scriveva anni orsono: “dopo il caldo degli anni di piombo consoliamoci col tepore di questi anni di merda”. Ecco, il tepore è lo stesso. Stesso olezzo. Comodo anche se puzzolente.
Alcuni di questi esponenti asseriscono di essere stati i primi a suo tempo ad aver presentato interrogazioni in Consiglio Comunale , e ancora, che permangono dubbi sulle stesse vittime dei reati troppo protesi a evidenziare la responsabilità dell'Ente fino a smarrire la cura dei propri interessi lesi da iniziative truffaldine . La considerazione , seppure fortuita, e' pertinente perchè quelle vittime non ricercavano il riconoscimento economico di un danno seppure ridotti allo stremo ma la responsabilità di un Ente che aveva dato luogo a condotte improprie e illegali.
In questa divergenza di vedute si coglie appieno il senso delle cose . E anche una profonda moralità.
Non interessa ad alcuno la ragione economica . Interessa il principio di legalità , quello che ci distingue dalle fiere che popolano la savana.
A questo punto ,non ci chiederemo se e quanto possa interessare ad un consigliere comunale scoprire perchè un Comune rilasci permessi illeciti ma ci chiederemo invece perchè allora decida di sedere all'interno di un Consiglio comunale.
E non domanderemo neppure le ragioni per le quali non solo non richieda a un Sindaco di annullare in autotutela atti illegittimi e finte Convenzioni urbanistiche ma addirittura lo esima gratuitamente dal fornire spiegazioni a riguardo, quasi fosse del tutto normale autorizzare illecitamente costruzioni . O altrettanto illecitamente sanarle.
La via scelta e' quella del silenzio . La formula e' quella dell'Io non chiedo , Tu non mi dici.
E' chiaro che i dubbi vadano legittimamente sollevati su alcuni esponenti di una rappresentanza politica che fa spallucce dinanzi a dispositivi di un GIP che attestano il rilascio illegittimo di permessi e licenze da parte di un Ente Pubblico-Privato. Come preferite. Con una indifferenza paradossale. Quasi brutale.
Una società civile degna di questo nome non avanzerebbe di certo perplessità sulle vittime dei reati ma sull'Ente Pubblico. Ma tant’è.
Dispiace per questa sortita di esponenti politici locali che occupano poltrone in Consiglio Comunale e non si accorgono di quanto accada loro intorno. O forse ne sono davvero pienamente consapevoli.
Dispiace che la sponda di un’amministrazione Comunale siffatta sia proprio una rappresentanza politica così miope. Anzi affetta da completa cecità.
Che, addirittura con vantate competenze, permetta la secretazione di atti pubblici senza battere ciglio e che nutra quasi fastidio che sia la cittadinanza a svolgere in sua vece quel mandato.
C’è da impallidire dinanzi al tentativo di tramutare l'anormalità in normalità e di rendere perfettamente lecito ciò che lecito non è.
Noi diciamo ancora no. E restiamo insieme alle vittime di una speculazione edilizia che non ha bisogno del sostegno di alcuno.
A maggior ragione di chi non intende vedere ciò che accade. In un caldo e rassicurante tepore.

F.N.

«Nessuno si ferma al sexy shop» Trasloca il negozio, genitori e ragazzi applaudono: «Qui non c’era mercato»

Da "Il Resto del Carlino - Bologna" del 12.04.2010 - Inserto Cronaca di Provincia: Sez. San Lazzaro pag.11

DROGHE LEGALI, articoli erotici. Si spengono le luci della vetrina in via Repubblica, a San Lazzaro. E tanti genitori e giovani applaudono alla chiusura del negozio, contestato ancora prima di aprire i battenti. Ma non abbassano la guardia. «La chiusura di quel tipo di attività non ci fa gridare vittoria, anzi continueremo nel nostro lavoro di sensibilizzazione delle famiglie», così Mauro Marino, commenta il ‘trasloco’ del negozio alchemico da San Lazzaro a Bologna. «Cercheremo — riprende il responsabile di un comitato di genitori che si batte contro la cultura dello sballo — un’alleanza con il Comune e la scuola, affinchè negozi di questo tipo vengano banditi dalle nostre città». Il rappresentante dei genitori si era mosso nel settembre scorso per cercare di combattere la proposta dei due giovani imprenditori. «Non puntiamo il dito — continua Marino — contro i due esercenti, il nostro obiettivo è dare risposte all’emergenza educativa». Gli fa eco Giovanni Barillà, docente universitario che vive in città, legato alla parrocchia di San Lazzaro, che per prima in autunno sollevò la questione di quell’attività commerciale. «Il negozio si sposterà altrove ma il problema rimane — spiega con decisione —. Non dobbiamo abbassare la guardia e dobbiamo invece tendere la mano ai giovani, indotti a commercializzare sostanze dannose e riprenderli quando sbagliano cadendo nella rete del mercato». Chiara la posizione di Luciano Zueneli, professore dell’istituto Mattei. «Dopo la chiusura del negozio la questione non cambia — commenta —. Bisogna continuare a istruire i ragazzi e le famiglie sui danni della trasgressione». «Non dobbiamo fermarci — aggiunge Rosario Porco, tre figli — alla questione dell’ubicazione di un esercizio commerciale, che tra l’altro non ha avuto alcun successo. Il discorso è più profondo, oggi abbiamo avuto la dimostrazione che non sempre la seduzione dello sballo attrae». La voce di Claudio Miselli, educatore che guida un gruppo di genitori di San Lazzaro, avvalora le diverse opinioni. «Il buon senso — interviene — ha prevalso, decretando il fallimento dell’iniziativa, volta a suggestionare i giovani con prodotti dannosi e con provocazioni al pudore». Francesco Rossi ha sedici anni, il suo giudizio è netto. «La chiusura è positiva per il paese — ritiene —. Ma non è una vittoria per i giovani che continuano ad essere vittime di un sistema che propone guadagni facili e emozioni gratuite».
LA VICENDA dell’alchemico ha fatto discutere anche chi non è più tanto giovane. La signora Stefania Scheda del centro sociale Malpensa commenta: «Ai miei tempi, ho 81 anni, per gioire si faticava. Ogni soddisfazione richiedeva impegno. Oggi vogliono vendere la gioia e l’amore. Ma questa serranda abbassata dimostra che i nostri ragazzi non sono preda facile, e che San Lazzaro è una comunità seria, proprio come ai miei tempi».

Francesca Golfarelli



GRAZIE FRANCESCA E GRAZIE A TUTTI VOI CHE CI AVETE PERMESSO DI PORTARE AVANTI QUESTA CROCIATA, CHE FINALMENTE HA AVUTO UN BUON RISULTATO. BISOGNA CONTINUARE COSI'.

GRAZIE A TUTTI


Frà

giovedì 15 aprile 2010

Casa gialla, scandalo senza fine: le vittime sul banco degli imputati

Le accuse di abusi edilizi nel palazzo situato in via Speranza a San Lazzaro sono andate prescritte
Casa gialla, giustizia a due velocità
Doppia beffa per i condomini: finiranno a processo per diffamazione

Si sono rivolti alla magistratura per denunciare una serie di abusi e reati di cui sono rimasti vittime e a causa dei quali hanno perso soldi e serenità.
Ma la giustizia non ha dato loro alcuna soddisfazione. Procedendo con tempi da era glaciale gli accertamenti sono rimasti ibernati per anni e alla fine anche se riconosciuti quei reati sono stati dichiarati prescritti.
Ha scritto infatti il gip Gabriella Castore in un suo provvedimento del dicembre 2006: «Comunque sia che si ravvisi un abuso sia che non lo si ravvisi tale questione non rileva in questa sede in quanto i fatti, quand’anche penalmente rilevanti, sono ampiamente coperti da prescrizione».
Ma come spesso accade la storia può anche assume i contorni della tragi-commedia e così quei cittadini da vittime sono diventati carnefici. L’autore dei reati che hanno denunciato li ha infatti querelati a sua volta per diffamazione. E per qualche ragione beffarda in questo caso la magistratura è stata celere chiedendo e ottenendo il rinvio a giudizio. Insomma,al danno si è aggiunta pure la beffa per alcuni condomini del palazzo di via Speranza a San Lazzaro, ormai noto alle cronache come la «casa gialla». La loro unica colpa è stata di aver denunciato i presunti abusi commessi dalla cooperativa Edilcasa, presieduta da un sottufficiale dell’esercito, nella realizzazione del palazzo. Costruito nel ‘98 in edilizia convenzionata ha ora una volumetria più grande di quella prevista nella concessione.
Perché la zona sottotetto è stata trasformata in mansarde collegate agli appartamenti dell’ultimo piano.
E il Comune ha concesso una sanatoria non concedibile. Scrive a tal proposito il gip Castore:
«La consulenza tecnica ha evidenziato come il recupero dei sottotetti con variante ha comportato un aumento di superficie che pur rientrando nei limiti prescritti dallo strumento urbanistico ha determinato per gli alloggi che ne hanno fruito un superamento dei limiti previsti dalla concessione». E aggiunge: «La variante per il recupero dei sottotetti costituisce abuso non sanabile diversamente da quanto asserito dal Comune di San Lazzaro e gli ambienti sanati non possono considerarsi superfici accessorie ma risultano di fatto superfici utili e abitabili quindi «palesemente fuori convenzione».
Tesi sostenuta pure da una consulenza tecnica disposta dal presidente del Tribunale civile.
Inoltre, nelle denunce presentate in questi anni e finite nel dimenticatoio viene puntato l’indice contro un collaudo statico dell’edificio che non terrebbe conto dell’aumentata superficie del palazzo a seguito della trasformazione abusiva del sottotetto. I condomini hanno anche denunciato come nel contratto d’appalto depositato si parli di un intervento da 2,6 miliardi di vecchie lire a fronte di un reale contratto di 2,2 miliardi firmato tra la Cooperativa e la ditta costruttrice Raggi. Ciò secondo l’accusa per aumentare il Pica, ossia il prezzo iniziale cessione alloggi.
CESARIO PICCA -L'INFORMAZIONE DI BOLOGNA 15.04.2010

Una vicenda squallida che riporta alla luce soltanto una modesta porzione di un imbroglio colossale che investe il Comune di San lazzaro di Savena.
Una vicenda che disvela complicità, legami occulti e non, la gravissima posizione di un Ente avverso addirittura alle vittime di reati odiosi.
L'articolo svela solo la punta dell'iceberg e una storia che riguarda un sistema di devianza esteso a buona parte dell'edilizia sociale.
E di cui non smetteremo mai di parlare.

lunedì 5 aprile 2010

Delibere misteriose con pareri contrari

Mentre tutti (Sindaco e Consiglieri comunali in primis) si godevano le ferie pasquali, un cittadino molto attento alle questioni del Palazzo ha trovato una cosa un po’ strana e ce l’ha segnalata (la lettera è firmata):

 

Cara Redazione di San Lazzaro News,

 

la cittadinanza ha il dovere di comprendere il senso degli Atti emanati dalla Giunta.
Documenti che devono nella loro interezza godere di pubblicità in ogni loro contenuto.
Ci chiediamo quindi a cosa attenga il seguente Atto così denominato:

 

APPROVAZIONE DEL DOCUMENTO PROGRAMMATICO SULLA SICUREZZA IN MATERIA DI PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI, AI SENSI DEL DLGS 196/2003.
Il documento reca in calce la inequivocabile dicitura PARERE TECNICO CONTRARIO .
Ecco, da cittadini e non da sudditi vorremmo capire a cosa attenga l'approvazione di codesto documento programmatico gravato da un parere tecnico negativo .
Perché? Quali siano i contenuti, quali dati personali andavano protetti, da chi è stata suggerita e in quali termini tale iniziativa.
Vorremmo capirne di più e subito.

VERBALE DI DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA COMUNALE
ATTO N. 60 del 30/03/2010
OGGETTO: APPROVAZIONE DEL DOCUMENTO PROGRAMMATICO SULLA SICUREZZA IN MATERIA DI PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI, AI SENSI DEL DLGS 196/2003.

Il giorno 30 del mese 03 dell’anno 2010 alle ore 09:30 nella Casa Municipale, previa l’osservanza di tutte le formalità prescritte dalla vigente legge comunale e provinciale, sono stati convocati i componenti la Giunta Comunale.

All’appello risultano presenti:

Macciantelli Marco Sindaco Presente
Archetti Giorgio Vicesindaco Presente
Schippa Leonardo Assessore Assente
Ballotta Roberta Assessore Presente
Baldacci Maria Cristina Assessore Presente
Merrone Giuseppe Assessore Presente
Dassi Raymon Assessore Presente

Assiste il dr.BAGNATO FRANCESCA che provvede alla redazione del presente verbale.

Il presidente, MACCIANTELLI MARCO riconosciuta legale l’adunanza invita la Giunta a prendere in esame l’oggetto sopra indicato.
LA GIUNTA COMUNALE

Vista la proposta di deliberazione corredata dei pareri previsti dall’art. 49 del D.Lgs. n. 267 del 18 agosto 2000 espressi come segue:

In ordine alla regolarità tecnica è stato espresso parere: CONTRARIO
Addì Il Responsabile del Servizio

Parere in ordine alla regolarità contabile: non necessario in quanto l’atto non presenta aspetti economicamente rilevanti.
Addì Il Responsabile del Servizio


con voto unanime e palese l’approva, adottando il seguente verbale , che dovrà essere comunicato in elenco ai capigruppo consiliari contestualmente all’affissione all’Albo.
Indi, stante l’urgenza, la presente deliberazione con votazione unanime e palese viene dichiarata immediatamente eseguibile.

 

Giriamo quindi il quesito agli organi competenti e ai consiglieri comunali di opposizione (se esiste ancora) affinché cerchino di chiarire questa questione alquanto particolare, e ringraziamo in modo particolare questo cittadino che da solo ha svolto un compito di controllo sugli atti della Giunta, compito che in ogni realtà democratica dovrebbe essere esercitato dall’opposizione. Cominciamo quindi a dubitare che nella nostra cittadina si possa ancora parlare di realtà democratica.

domenica 4 aprile 2010

Anche a San Lazzaro urge un Commissario


Repubblica Bologna titola oggi: EX SABIEM NIENTE ALLOGGI.
Non vi saranno parchi pubblici e neppure appartamenti sui suoli dell’ex SABIEM di Bologna dove il costruttore RAGGI, noto a Bologna e Provincia, aveva già messo le mani acquistando il terreno che un tempo ospitava una fabbrica.
Con il placet dell’ex Assessore Degli Esposti della Giunta DELBONO, avrebbe visto la luce un progetto faraonico da destinarsi alla costruzione di case, almeno 200, con dotazione di parchi e luoghi di aggregazione.
Motivo del diniego? “L’inquinamento dei suoli”.
Lo scrive il Capo del Dipartimento Servizi alla città, Giacomo CAPUZZIMATI, nel documento che 10 giorni orsono il subcommissario prefettizio Michele Formiglio ha inviato al Dr. Vito TOTIRE, medico del lavoro attivo nelle battaglie per l'ambiente.
Nella missiva si legge: “I valori di idrocarburi rilevati con le analisi del suolo sono superiori ai limiti stabiliti per la destinazione d’uso residenziale o di verde pubblico”.
Quindi aggiunge: “la sola destinazione futura di quelle aree potrà essere o commerciale o industriale”.
Lo studio di impatto ambientale risale al 2003 e in quella occasione vennero eseguiti ben 3 sondaggi dei suoli. L’esito di quel controllo evidenziò da subito il superamento di quei limiti di legge in misura tale da non prevedere alcun insediamento urbanistico - residenziale. oggi, né domani. mai, forse.
Totire ha commentato la discrasia evidente tra queste conclusioni cui si era pervenuti già nel 2003 e le ventilate autorizzazioni all’edificazione che l’Assessore all’Urbanistica della Giunta DELBONO aveva in animo di concedere al costruttore RAGGI, passando attraverso uno strumento assai in voga nella nostra Provincia: la creazione di un Laboratorio di Urbanistica partecipata tra i residenti (sbandierato come modello esemplare di democrazia partecipata, nella trasmissione fintamente imparziale “Report” che se ne occupò con riguardo alla riqualificazione del quartiere Navile di Bologna).
Un passo preliminare quanto inutile già visto nell’hinterland bolognese, a San Lazzaro in particolare: ossia rendere pubblici i progetti, edulcorarli, scongiurare l'insorgere dei comitati e poi concedere licenze edilizie. Sempre e comunque. Secondo i canoni dettati dagli organi di partito che privilegiano questo insulso e irritante spot della cosiddetta partecipazione della cittadinanza ai programmi della Giunta (e del Costruttore). Parole che prescindono dai fatti ai quali, in realtà, non è ammessa partecipazione alcuna ma che rendono sfavillanti le promesse e il governo del territorio pre- e post elettorali. Chissà se quel Laboratorio partecipato avesse previsto lo snocciolamento alla cittadinanza dei valori emersi dalle analisi del terreno.... visto che erano noti sin dal 2003.
Ad ogni buon conto, l'ipotesi del mirabolante insediamento comunque non vedrà la luce solo per il precipitarsi dei noti eventi amministrativi bolognesi, la caduta della Giunta DELBONO e l’avvento di un salutare Commissariamento della città.
Il nostro pensiero non può che correre simultaneamente dai fatti bolognesi della ex Sabiem alle Case edificate in Via Ca’ Ricchi in San Lazzaro di Savena e al Parco “fluviale” che nascerà sulle macerie dell’ex depuratore HERA, dirimpetto a quelle stesse abitazioni.
Per evidenziare un percorso analogo quanto accidentato. Che deve fare riflettere.
Ci domandiamo chi abbia consentito che le case di Via Ca’ ricchi su terreni analogamente saturi di idrocarburi, edificati su una ex area industriale adibita a deposito di carburanti, venissero destinate a uso residenziale, finanziate dalla Regione Emilia Romagna, consegnate agli acquirenti, occupate da oltre due anni e “regolarmente” ancora prive di abitabilità senza sanzione alcuna?
Chi ha permesso che venissero edificate prima di opportune bonifiche e malgrado precise delibere a riguardo?
Chi continua a fare finta di non sapere che l'abitabilità non è tuttora concessa perché i valori del terreno non risultano ancora, dopo anni, nei limiti di legge?
Chi ignora che da anni è forse ancora in corso una bonifica su aree dove comunque si è ugualmente costruito mitigando l'insalubrità dei suoli attraverso l'installazione di pompe di depurazione nei piani interrati delle case già occupate da oltre un biennio?
Ripetiamo: CHI ha concesso quelle licenze? CHI ha permesso che si edificasse effettuando una bonifica dei suoli pre e post edificazione degli immobili?
CHI sta consentendo che sorga un Parco Fluviale su aree allo stesso modo non destinabili a verde pubblico?
Chi, ribadiamo CHI ha previsto per simili luoghi, insediamenti abitativi destinati all’edilizia residenziale pubblica? Chi ha inteso trasformare un’area industriale con siffatte caratteristiche in un’area residenziale?
Chi presenziò alla consegna e l’inaugurazione di quelle case prive di abitabilità?
Chi ha gestito le operazioni di bonifica su terreni ove già sorgevano case regolarmente abitate? Ovviamente sono tute domande retoriche, dato che per trovare le risposte basta consultare l’elenco degli Amministratori locali degli ultimi 10 anni. Personaggi che sono quasi tutti ancora lì e siedono sulle stesse poltrone.
Oggi abbiamo un riscontro di legalità forte e maturo da un Subcommissario Prefettizio con Delega all’Urbanistica a Bologna, assegnato dal caso ai cittadini bolognesi e che compie un passo di profonda legalità.
Non soltanto in aperta controtendenza rispetto alla Giunta DELBONO ma nella forma di un atto di grande rispetto civico verso la cittadinanza. Un passo da prime pagine. Che invece passa quasi in sordina sulla Stampa locale.
A San Lazzaro succedono fatti di portata sicuramente più clamorosa, sulla medesima scabrosa materia e per case che sono sorte su terreni ugualmente inquinati da idrocarburi con dirimpetto l'ipotesi di un lussureggiante (edificando) parco fluviale che vedrà la luce su di un ex depuratore. Senza che alcuno batta ciglio. A Bologna un progetto che pareva già in dirittura di arrivo vede uno stop clamoroso legato al rispetto di una legge e di riscontri già noti dal 2003.
A San Lazzaro di Savena quelle realizzazioni del tutto similari hanno ugualmente visto la luce. In silenzio. Indisturbate. Garantite dalle parole di un Sindaco che rassicura tutti con il solito motivetto “E' TUTTO A POSTO. E' TUTTO IN REGOLA".
Sembra incredibile eppure pochi chilometri separano due diverse visioni del mondo. E delle regole.
A San Lazzaro ci uniamo nuovamente all’appello lanciato poche settimane orsono dal Consigliere regionale PDL Alberto Vecchi e del Coordinatore comunale PDL
Samuele Barillà che chiedevano l’intervento della Procura non avendo, ahinoi, subcommissari prefettizi in grado di offrire alla cittadinanza adeguate tutele.
A Bologna il destino o la lungimiranza di un GIP aprono la porta a nuove frontiere di legalità.
San Lazzaro attende che la Procura di Bologna chiarisca lo sviluppo urbanistico degli ultimi 15 anni.

sabato 3 aprile 2010

Segretario PD e presidente del consiglio comunale: e se ne accorgono tutti dopo 9 mesi

Marte o Venere? Più o meno era questa la domanda che sorgeva stamattina al lettore della pagina sanlazzarese del Carlino, riferendosi a quale dei due pianeti fosse la stabile dimora dei politici citati nell’articolo sul segretario del PD locale. Che, come tutti sapevano, è anche al contempo presidente del consiglio comunale. Sulle pagine di questo blog da mesi denunciamo questo fatto molto grave per l’imparzialità che dovrebbe caratterizzare una figura di garanzia quale quella appunto del presidente dell’organo collegiale, massima espressione della vita politica della città. Tanto che non si era mai visto prima un presidente che al momento della sua elezione fosse anche segretario del partito di maggioranza che ha espresso anche il Sindaco. Tutti in famiglia, insomma.

Fino a ieri gli esponenti di tutti i partiti e movimenti civici avevano fatto finta di niente, motivando la loro alzata di spalle col fatto che il segretario PD aveva garantito le dimissioni, subito “congelate” (bizantinismo politichese: a casa di chi scrive, le dimissioni o si accettano o si respingono) in attesa del prossimo congresso provinciale del partito, che comunque ha “nominato” il segretario “coordinatore”. Insomma il sig. Fusai è rimasto al suo posto e ha cumulato due cariche del tutto antitetiche tra loro, dal punto di vista dell’opportunità politica e morale. Tant’è.

Ma quello che lascia veramente di stucco – per chi ovviamente non conoscesse i profili e le storie politiche dei soggetti coinvolti – è la dichiarazione di un consigliere del gruppo PDL (non si sa se sia iscritto al partito ma questi saranno affari appunto del partito che lo ha candidato nelle sue liste), ex capogruppo di Forza Italia per 10 anni nonché candidato sindaco pluritrombato. Questo signore (e non usiamo questo termine a mo’ di offesa ma ci pare non abbia altri titoli se non quello appunto di “ex candidato sindaco di FI” ma rivangare queste storie finite assai male non ci pare un favore nei suoi confronti) dichiara che “non c’è incompatibilità tra le due cariche, quindi la questione è tutta interna al PD”.

Dicevamo che se non conoscessimo la storia politica di questo signore, ci saremmo stupiti – e forse lo saranno anche molti lettori del quotidiano – di leggere che il primo difensore (prima ancora che di una persona,) di una situazione totalmente anomala e stridente con il principio di imparzialità che dovrebbe contraddistinguere l’azione di un presidente di consiglio comunale, non sia il partito da cui quest’ultimo proviene, bensì un consigliere comunale dell’opposizione. Opposizione che ci pare sempre più “sulla carta” e sempre meno rispondete agli interessi della comunità, che da molti anni ormai soffre di un vulnus democratico. I cui segni sono da ravvedersi nelle palazzine costruite proprio da questo signore ex capogruppo di FI, il quale da tempo, chissà perché, alle votazioni di delibere edilizie con cui il Comune ha scempiato il territorio, o non era presente oppure votava a favore. Così come votava a favore delle delibere sul Civis. E ugualmente votava sempre assieme ai DS e poi PD le delibere con cui il Comune pagava con danari pubblici le spese legali (circa 200.000 euro) di alcuni ex amministratori locali coinvolti in illeciti penali e contabili. Illeciti contabili che ora sono imputati proprio al signore ex capogruppo di FI, oltre ovviamente all’attuale Sindaco di San Lazzaro. Uniti nei loro destini. Peccato che con le loro condotte abbiano anche segnato in gran parte il destino di questa città, ormai ridotta a dormitorio, attraversata da abusi e scempi edilizi, devastazioni del territorio e consulenze milionarie.

Nel giorno di sabato Santo ci sia permesso di ricordare un noto romanzo e adattarlo alla nostra realtà: Cristo si è fermato a San Lazzaro.

 

Buona Pasqua a tutti gli amici di San Lazzaro News!