giovedì 28 aprile 2011

CIPEA, IL CASO APPRODA IN PARLAMENTO

L'on. Enzo Raisi (FLI) ha presentato una seconda interpellanza urgente al Ministero di Giustizia e al Ministero dell'Economia e Finanze avente ad oggetto note vicende sanlazzaresi.

Si ritiene di pubblicarla integralmente, tale e quale è rinvenibile al seguente link, trattandosi di un dovere di cronaca:

http://banchedati.camera.it/sindacatoispettivo_16/showXhtml.Asp?idAtto=38425&stile=6&highLight=1&paroleContenute=%27INTERPELLANZA+URGENTE%27+|+%27CAMERA%27


ATTO CAMERA

INTERPELLANZA URGENTE 2/01058

Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 468 del 27/04/2011
Firmatari
Primo firmatario: RAISI ENZO
Gruppo: FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO
Data firma: 26/04/2011
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatarioGruppoData firma
DELLA VEDOVA BENEDETTOFUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO26/04/2011
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 26/04/2011
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interpellanza urgente 2-01058
presentata da
ENZO RAISI
mercoledì 27 aprile 2011, seduta n.468

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro della giustizia, per sapere - premesso che:

nel dicembre 2009, come emerso dagli organi di stampa locali, pervenne al comando provinciale della Guardia di finanza di Bologna una denuncia a firma di un cittadino di San Lazzaro di Savena acquirente di un immobile in edilizia convenzionata ubicato in via Galletta;

secondo quanto appreso dagli organi di stampa, quell'intervento edilizio sarebbe stato realizzato dall'azienda Idroter per conto del consorzio Cipea di Bologna;

secondo la ricostruzione della stampa, il soggetto attuatore avrebbe preteso dall'acquirente una richiesta di sovrapprezzo di denaro in nero e su tale circostanza risulterebbero tuttora pendenti indagini da parte della squadra mobile della questura di Bologna e del pubblico ministero Rossella Poggioli della procura bolognese;

la denuncia in realtà avrebbe conosciuto un iter del tutto particolare: sarebbe, infatti, giunta al sindaco di San Lazzaro di Savena, Marco Macciantelli, nel novembre del 2009 da parte del cittadino, così come riportato dalle stesse dichiarazioni rese agli organi di stampa di Bologna il 2 giugno 2010, con queste espressioni: «Ricevemmo anche noi la lettera di quei due signori, padre e figlio che si erano sentiti richiedere "un extra a parte" di circa 50.000 euro. Chiedemmo spiegazioni al Cipea e girammo la denuncia alla Guardia di finanza. Era il novembre 2009. Tra la segnalazione e l'intervento del sindaco sono passati poco più di 10 giorni le missive in arrivo e in partenza sono lì a confermarlo»;

in altre parole, il sindaco Macciantelli, ricevuta la denuncia del cittadino, richiese spiegazioni al Cipea in costanza di una violazione di legge e poi inviò la missiva-denunzia del cittadino al comando provinciale della Guardia di finanza di Bologna, in un lasso di tempo indicato dal primo cittadino in una decina di giorni circa;

non è dato sapere quanto effettivamente quella denuncia rimase nella disponibilità del sindaco Macciantelli, preposto per legge ai controlli in materia di edilizia convenzionata, poiché è evidente che ciò è tuttora motivo di approfondimento giudiziario;

nel novembre-dicembre 2009, il nucleo provinciale della Guardia di finanza di Bologna consta agli interpellanti che fosse diretto dal generale Piero Burla;

il segretario particolare del generale Piero Burla era il maresciallo Salvatore Cucinotta, beneficiario di un alloggio del medesimo lotto in argomento, come già riportato nell'interpellanzaurgente n. 2-01035;

sul comune di San Lazzaro di Savena e sul sindaco Macciantelli quello stesso reparto svolgeva, nel periodo esaminato, diverse attività investigative delegate dalla procura della Repubblica di Bologna, come ricordato nell'interpellanza appena richiamata;

sembrerebbe sufficientemente chiaro che ci si trovi dinanzi ad una nuova clamorosa anomalia che aggiunge pesanti perplessità sulla gestione quantomeno disinvolta delle attività di legge;

il citato cantiere Cipea di via Galletta era ed è tuttora affidato alla direzione del consigliere comunale Aldo Noacco, vice presidente della commissione urbanistica del comune di San Lazzaro di Savena;

in quel cantiere, ovvero solo quando la delega d'indagine passerà dalla Guardia di finanza alla squadra mobile di Bologna, si rileveranno gravi forme di abusivismo edilizio che indurranno il pubblico ministero Poggioli a sottoporre a sequestro preventivo l'intero lotto e a deferire il direttore dei lavori Noacco per violazione della legge urbanistica;

a capo del consorzio Cipea, in qualità di direttore, vi era e vi è tuttora il dottor Gianluca Muratori, che riveste anche incarico di responsabile di Confartigianato Bologna;

in data 13 aprile 2010 si teneva un convegno riguardante il decreto legislativo n. 231 del 2001, che ha ad oggetto la disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica, presso la sede provinciale di Confartigianato di Bologna, al quale partecipavano Gianluca Muratori (presidente provinciale di Confartigianato imprese di Bologna), il professor avvocato Filippo Sgubbi (ordinario di diritto penale presso la facoltà di giurisprudenza dell'Università degli studi di Bologna), il dottor Sebastiano Russo (Kensington consulting s.r.l.), il generale Piero Burla (ex comandante provinciale della Guardia di finanza di Bologna), il dottor Enrico Cieri (sostituto procuratore della Repubblica di Bologna), il dottor Daniele Ravaglia (direttore generale Emil Banca);

appare evidente agli interpellanti che si assisteva all'ennesima significativa anomalia, giacché l'ex comandante provinciale della Guardia di finanza di Bologna, Piero Burla, partecipava ad una conferenza unitamente al direttore di Cipea al centro di un'investigazione del comando da questi diretto e alla stessa conferenza partecipava, inoltre, un sostituto procuratore della Repubblica di Bologna, il dottor Enrico Cieri;

la circostanza parrebbe di assoluto rilievo se si pensa che essa costituisce l'ennesima, gravissima e ormai persino pubblica manifestazione di cattiva gestione che interessa il medesimo comando provinciale della Guardia di finanza di Bologna;

non sembra potersi considerare prassi usuale che siffatti incontri possano avere avuto luogo tra chi dirigeva le indagini e chi era l'oggetto dell'indagine stessa, alla presenza, peraltro, di un sostituto procuratore di quel medesimo distretto giudiziario;

è, inoltre, ad avviso degli interpellanti, assai grave che la stessa promiscuità già oggetto dell'interpellanza urgente n. 2-01035 ricorra pesantemente tra i medesimi personaggi che interessavano quel comando, quell'ente pubblico preposto ai controlli di legge sull'edilizia convenzionata e le aziende coinvolte in attività oggetto della denuncia, nonché i militari di quel comando beneficiari di case edificate da quello stesso consorzio e in quello stesso territorio;

anche con riferimento alle attività della procura della Repubblica di Bologna, con riguardo a queste specifiche vicende, gli interpellanti segnalano alcune circostanze che destano profonda perplessità;

in particolare, secondo quanto denunciato in vari esposti, il pubblico ministero Gustapane avrebbe sottoposto a indagine in pendenza del procedimento penale 5661/08 una sua stessa consulente, Lorenza Zoli, archiviando egli stesso la posizione della consulente dopo averne utilizzato le conclusioni peritali, al fine di richiedere un'archiviazione del procedimento a questi assegnato senza ritenere di astenersi, senza compiere un solo atto di accertamento di legge e in pendenza di una denuncia contro la medesima consulente presso la procura della Repubblica di Ancona;

inoltre, come già segnalato nell'interpellanza urgente n. 2-01035 il pubblico ministero avrebbe, di fatto, sottoscritto una bozza di archiviazione predisposta dal colonnello Ferretti del suddetto comando, che - risulterebbe dal citato esposto - aveva predisposto più bozze di archiviazione su carta intestata della procura di Bologna relative al procedimento penale 5661/08 trasmesse al pubblico ministero Gustapane, utilizzando lettere di trasmissione del comando provinciale della Guardia di finanza alla citata procura;

ad avviso degli interpellanti, è grave che la procura di Bologna abbia consentito che il pubblico ministero Gustapane così lungamente si occupasse di tutte le indagini sull'urbanistica del comune di San Lazzaro di Savena -:

se si ritenga di voler definitivamente chiarire l'iter della denuncia citata in premessa, chiarendo, inoltre, quale ufficio di quel comando, in quale data e nella persona di quale militare ebbe a ricevere quella denuncia e se si siano registrate omissioni o ritardi della Guardia di finanza rispetto a quella segnalazione, fino al subentro nelle indagini della squadra mobile della questura di Bologna;

se la Guardia di finanza abbia mai trasmesso alla procura della Repubblica una notizia di reato riguardo ai fatti citati (o anche la denuncia del cittadino), in quale data e a quale pubblico ministero;

chi siano i militari del comando provinciale della Guardia di finanza che incontrarono «informalmente», come già riportato nell'interpellanza urgente n. 2-01035, l'assessore all'urbanistica del comune di San Lazzaro di Savena, Schippa, nel maggio 2010 e nel settembre 2010, responsabile dell'area programmazione territoriale di quello stesso comune, al fine di perfezionare una richiesta abitativa pervenuta dall'amministrazione comunale, e se quegli incontri cosiddetti informali si tradussero in circolari formali diramate al personale di diversi comandi della Guardia di finanza supportate da verbali o note relative a quegli incontri con gli amministratori pubblici del comune di San Lazzaro di Savena;

se risulti che la Guardia di finanza abbia mai effettuato sequestri di contratti di appalto privi di riscontro fatturativo relativi a convenzioni urbanistiche del comune di San Lazzaro di Savena;

se il colonnello Ferretti risultasse legittimato dal comando provinciale ad apporre sulla lettera di trasmissione delle «bozze d'archiviazione» ricordate in premessa, dove campeggia l'indicazione «d'ordine», la sua firma e quale fosse il diretto superiore in quel preciso frangente ad averne autorizzato la condotta;

se risulti che sottufficiali della Guardia di finanza, che risultano coinvolti nei fatti denunciati nell'interpellanza n. 2-01035, svolgano ancora oggi funzioni di controllo di atti o incarichi presso il comando provinciale della Guardia di finanza di Bologna;

se, in ragione di tutte questi elementi, non si ritenga di voler dare finalmente seguito ad una formale ispezione al comando provinciale della Guardia di finanza di Bologna;

se risulti, inoltre, che il pubblico ministero Gustapane sia stato oggetto di iniziative di carattere disciplinare ovvero se, a fronte delle circostanze riportate in premessa, si intenda valutare la sussistenza dei presupposti per la promozione dell'azione disciplinare.

(2-01058) «Raisi, Della Vedova».




domenica 24 aprile 2011

BUONA PASQUA....

I giorni che precedono la Pasqua, che la tradizione cristiana dedica alla meditazione sulla Passione di Cristo, hanno visto San Lazzaro suo malgrado costellata di polemiche. Peccato che non si possano proprio accostare tali bagatelle da cortile agli eventi che accompagnarono Cristo sulla Croce, nonostante i protagonisti della politica di piccolo cabotaggio di questa città tentino di sostituirsi a Cristo e passare per vittime e martiri. Le cose a ben guardare non stanno proprio così. Sarà che Belzebù è abituato a tal genere di personaggi, provenendo anch'egli dalle schiere degli angeli caduti, tuttavia, mantiene un decoro differente.
Alla luce di quanto successo recentemente sul Carlino, là dove un signore si è fatto portavoce di un altro, evidentemente per la scarsa sicurezza che il primo nutre del secondo, non si capisce come sia anche solo potuta circolare la voce della sua candidatura a Bologna per il PDL, partito che a ben vedere, riceve solo danno dall'annoverarlo quale presunto sostenitore.
Si registra, in ultimo, l'imbarazzato silenzio del PD locale chiamato a scuse, nel corso di questa (ultima?) intemerata.

giovedì 21 aprile 2011

VILLA CICOGNA, IL PASSATO CHE RITORNA

Dal quotidiano L'Informazione del 21 aprile 2011:

"L’onda lunga del crac della Dimafin di Pomezia (Roma), capofila delle varie società del Gruppo Di Mario, con l’imprenditore Raffaele Di Mario in manette per evasione fiscale e distrazione di capitali per quasi 80 milioni di euro, è arrivata anche nel bolognese. Fallimento confermato dal sito del gruppo ora “temporaneamente sospeso”. Riguardo al comparto di Villa Cicogna a San Lazzaro, di proprietà della società Belchi ’86 rilevata dal Gruppo Di Mario nel 2005, il Comune di San Lazzaro non esprime eccessive preoccupazioni se non nei riguardi di chi lavora nei cantieri impegnati nella ristrutturazione di immobili ex rurali che dovevano diventare foresterie, ristoranti, sedi direzionali e uffici. Come precisa il sindaco, Marco Macciantelli, «tutto sta nelle decisioni che poi prenderà il curatore fallimentare; e sul risultato delle aste. Per quanto ci riguarda, come da convenzione, la Belchi ’86 l’anno scorso ha già ceduto al Comune sia i 122mila metri quadri di parco sia la pista ciclabile che segue il perimetro dell’antica tenuta. Il resto riguarda una proprietà privata con l’auspicio che i lavori di ristrutturazione già avviati vengano
completati». Per ora Macciantelli non esprime giudizi o previsioni in attesa degli eventi. In ogni caso la convenzione sottoscritta nel 2004, tra la Belchi ’86 e il Comune, prevedeva la manutenzione del parco pubblico per 66 anni; e la cessione di uno degli edifici ristrutturati da adibire a usi pubblici per scopi sociali. Con, però, parte del suo valore già utilizzato per la realizzazione urgente di due aule alla elementare Fantini della Mura San Carlo. Tutto sta nelle decisioni del curatore fallimentare."

Nel 2004 il Comune stipulò la convenzione che prevedeva tra le altre cose la cessione dell'area alla società Belchi, rilevata, come scrive precisamente G. Fabbri nell'articolo sopra citato, proprio dal gruppo Di Mario, fallito e ora sotto inchiesta per distrazione ed evasione fiscale. Quella vicenda fu origine di parecchi mal di pancia all'interno dell'allora maggioranza consiliare (Ds + Margherita + Rif. comunista), che perse dei pezzi e si vide soccorrere dal gruppo da tempo ribattezzato "soccorso azzurro" (l'ex gruppo Forza Italia guidato da Omer Maurizzi, attualmente vicepresidente del consiglio comunale, il quale compare anche nel sito del consigliere regionale Galeazzo Bignami come persona del suo staff in provincia). Ora si attendono sviluppi, e il Sindaco sa bene che un curatore fallimentare potrebbe revocare numerosi atti intercorsi tra la società fallita e il Comune. A volte bisognerebbe stare un po' più attenti a concludere certi affari.
A proposito degli atti che portarono all'attuale assetto proprietario di Villa Cicogna, l’ex consigliere Lungarella (dell'allora gruppo Ds, poi uscito dalla maggioranza in forte polemica col gruppo dirigente che sostanzialmente è rimasto intatto e oggi guida il PD nelle sue articolazioni, da quella centrale bolognese a quelle più periferiche) nel libro “L’affaire ex OMB “ spiega cosa accadde :
“Durante tutto il precedente periodo del mandato amministrativo, il centro destra aveva svolto un’opposizione né brillante né pressante, né propositiva, ma opaca e mansueta, di rimando. La sua era un’opposizione dissociata: avversione di principio agli atti di programmazione e disponibilità ad accompagnare le decisioni puntuali, anche nei casi in cui queste ultime potevano avere un impatto complessivo ben maggiore dei primi. In campo urbanistico questa prassi si traduceva nell’opposizione a piani o a programmi di interesse generale, nei quali non erano identificabili palesemente ed immediatamente costi e benefici, interessi e soggetti in gioco, vantaggi e svantaggi. Prevalentemente l’opposizione alle proposte della giunta era argomentato con l’incapacità dell’amministrazione di realizzare il programma proposto, ritenuto sempre “faraonico”, senza una puntuale contestazione dei suoi contenuti e senza la formulazione di effettive alternative. Emblematico di tale prassi l’atteggiamento tenuto in occasione della variante urbanistica sulle infrastrutture viarie e di quella sul piano di riqualificazione urbana dell’area a nord della via Emilia. Del tutto differente è stato, invece, il comportamento tenuto dall’opposizione quando il consiglio doveva assumere decisioni riguardanti situazioni ben individuate. In questi casi il centro destra perdeva il suo già tenue alito di combattività, timoroso, forse, delle conseguenze - elettorali o sulle relazioni con gli specifici soggetti - che sarebbero state prodotte dall’ostacolare la soddisfazione di ben individuate aspettative. L’eventualità che, in alcuni casi, le tensioni all’interno della maggioranza potessero mettere a repentaglio l’approvazione di una delibera “finalizzata”, anziché dare fiato all’opposizione, agli squilli della tromba che incitano, alla carica suonavano come le dolci note del silenzio serale che invitano alla pacificazione.
Il caso più eclatante al riguardo si era avuto in occasione dell’approvazione della variante urbanistica che prevedeva la realizzazione di un albergo nel parco della villa Cicogna. Anche in quell’occasione la delibera della giunta di approvazione del piano particolareggiato fu portata in consiglio, avendo in anticipo la quasi certezza che i voti favorevoli dei consiglieri di centro sinistra non sarebbero stati sufficienti a far passare il provvedimento e che la sola possibilità di raggiungere la maggioranza era di affidarsi alla minoranza. La fiducia si rivelò ben riposta. Senza esserne richiesta – almeno esplicitamente e pubblicamente, la qual cosa avrebbe almeno dato un senso politico al comportamento –l’opposizione, alla fine di una seduta del consiglio comunale non certo tranquilla,accortasi che, come previsto, la maggioranza non sarebbe stata in grado di approvare da sola la delibera, annunciò il proprio votò favorevole e il provvedimento passò.
Naturalmente il centro destra giustificò la propria decisione con argomenti nobili:si trattava di non privare il paese di una opportunità, di non danneggiare la libera iniziativa, ecc.. Di volta in volta venivano proposte le motivazioni ritenute più idonee.”
NB. Per "centro destra" bisogna intendere l'allora gruppo di Forza Italia capitanato da Omer Maurizzi. E' infatti noto che il consigliere Giampiero Bagni, allora della Lega Nord e oggi nel PDL, e la consigliera Viviana Raisi, allora di Alleanza Nazionale e oggi capogruppo PDL, si sono sempre opposti a questo modo di far politica improntato ad un quieto vivere con la maggioranza, quando non addirittura di pieno appoggio su questioni di urbanistica ed edilizia...caso strano. Maurizzi, come accennato, figura ora nello staff del consigliere regionale Bignami.

CIVIS, COOP E CONAD...IL GIOCO DELLE TRE CARTE

Dal Carlino di oggi, si legge di uno scontro in atto tra Ascom e Confesercenti, sul completamento del Civis (gli ultimi 700 metri).
E chi ne parla è la Conad che, per bocca del suo titolare locale, paventa il rischio d’essere danneggiata da un protrarsi del cantiere.
Ora, forse ci si è persi qualcosa. Alcuni, troppi, passaggi intermedi sono incomprensibili.
Non dimentichiamoci che ora perfino Merola scappa dal Civis come da un carretto seicentesco di appestati a Milano.
Ma non è questo.
La delibera 17 del 26 febbraio 2002, emanata dal Comune di San Lazzaro di Savena non sosteneva, per caso, la necessità di delocalizzare la sede della Coop all’angolo tra Via Emilia e Via Fornace, in funzione del transito sulla Via Emilia della “nuova tramvia su gomma”?
Non si decise, pertanto, di procedere a trattativa privata con Coop Adriatica per il suo trasferimento su di un terreno di proprietà del Comune nell’aera ex Ansaloni?
In sintesi, la Coop era costretta a spostarsi per il fine pubblico di agevolare il transito del Civis e di conseguenza era scelto per una trattativa privata (perfezionatasi, successivamente, ad un prezzo di € 276,88/mq del 2003, mai rivalutato).
Dobbiamo desumere che la Conad, in via di impianto nello stesso identico luogo e per la stessa metratura, non intralcia più il transito del Civis?
Inoltre, ci sarebbero un ultimo paio di domande per il Comune di San Lazzaro e per la Conad.
Chi e come ha autorizzato l’abbattimento di circa otto alberi su suolo pubblico prospiciente l’area a parcheggio ex Coop ora Conad?
Chi e come ha autorizzato l’elevazione di una torretta di copertura per le scale dal parcheggio sotterraneo al piano stradale, per circa quattro metri in altezza, talmente brutta e invasiva da ricordare la migliore edilizia sovietica?
Attendiamo risposte.

martedì 12 aprile 2011

COME TI FACCIO BUSINESS COL MATTONE

Mattone su mattone, a San Lazzaro si è lentamente cementificata buona parte del territorio che un tempo nemmeno troppo lontano era coperto di verde. Dal 2004 in avanti si è avuta un'accelerazione esponenziale di questa colata di cemento, sotto la guida dell'attuale Sindaco Marco Macciantelli. Il quale, ora, proprio pochi giorni dopo la notizia di una durissima interrogazione parlamentare presentata dall'On. Raisi (FLI) riguardante vicende di abusi edilizi e urbanistici nel territorio sanlazzarese, ha pensato bene di elargire a tutti i lettori del Carlino Bologna (edizione dell'11 aprile 2011, pag. 8) alcune perle sapienziali in tema, guarda caso, di alloggi ed equità. In sostanza il "sindaco filosofo", maestro di scuola secondaria superiore in aspettativa, dice che il welfare deve "esercitare un controllo in ordine a chi ha davvero i requisiti" per accedere ad alloggi popolari, nonché a tutti quei servizi per indigenti. Il Cacciari de noantri insomma (non ce ne voglia il Professore veneziano) si accorge che forse fino ad oggi non si è sempre proceduto come si doveva, nell'assegnare questi ed altri servizi. Forse ha pensato proprio alla città che dice di amministrare, nella quale risulterebbe che più volte diversi personaggi sono risultati assegnatari di alloggi senza averne i requisiti. Anche personaggi in divisa, stando alle indagini condotte dalla Procura di Bologna che hanno portato all'inchiesta CIPEA. Personaggi delle Fiamme Gialle, un corpo armato la cui onestà e integrità non verrà certamente messa in dubbio da alcuni singoli casi. Nell'interrogazione dell'On. Raisi si fa riferimento ad alloggi destinati dal Comune guidato da Macciantelli, proprio ad appartenenti alla Guardia di Finanza. La stessa GdF alla quale Macciantelli si premurava di far avere, come da lui stesso dichiarato alla stampa, la lettera di alcuni acquirenti di un appartamento del lotto CIPEA (sotto inchiesta e sequestrato per vari mesi dalla Squadra Mobile) che gli segnalavano di essere stati oggetto di richieste di somme maggiorate e in nero rispetto al prezzo ufficiale di acquisto. Il Sindaco teneva presso di sé la missiva dei due cittadini, non si sa per quanto tempo, dopodiché la inoltrava alla stessa Guardia di Finanza.
Insomma è proprio il caso di dirlo: meglio tardi che mai, signor Sindaco. Si è accorto che in vari casi, alloggi in edilizia convenzionata venivano assegnati a chi non ne aveva i requisiti? Proprio nel Suo Comune? Su Bologna poi si potrebbe scrivere un libro, sui tanti alloggi dati a chi non ne aveva diritto. L'ex assessore di Cofferati, Antonio Amorosi, trovò numerosi casi di questo genere (riguardanti politici di vari schieramenti), ma come ricompensa fu cacciato. L'inchiesta della Procura prontamente archiviata. Gestione Di Nicola.
Poi si sa che le varie ASP bolognesi gestiscono un ingente patrimonio immobiliare e danno in affitto alloggi a poco prezzo: ma, a differenza di Milano e Roma, gli elenchi degli affittuari non sono stati resi pubblici. La famosa trasparenza bolognese. Che sconfina anche oltre il Savena. Dove si continua a costruire e la lista civica Noi cittadini paventa il pericolo di infiltrazioni mafiose nell'edilizia locale (un gestore di una società immobiliare operante a San Lazzaro è stato arrestato pochi giorni fa: sarebbe un noto appartenente alla 'ndrangheta, grosso trafficante di droga). La replica dell'assessore all'urbanistica Schippa? "Polemiche sconclusionate". Già. Ancora nei primi anni '60 in Italia in documenti ufficiali si affermava che "la mafia non esiste". Auguri ai poveri sanlazzaresi.

PS. in fatto di edilizia si intendono anche i consiglieri comunali Maurizzi (PDL) e Noacco (indipendente nel PDL). Il secondo è indagato nella vicenda Cipea, quale direttore dei lavori del cantiere già sequestrato e al quale dopo vari mesi sono stati tolti i sigilli. Il primo è imprenditore non operante nell'edilizia, ma se ogni tanto qua e là ci scappa pure qualche palazzina a San Lazzaro, non si tira di certo indietro. Molti continuano a chiedersi il perché di tanta passione nel difendere questi due signori, da parte del consigliere regionale Bignami. Sicuramente grandi affinità politico-culturali.

venerdì 8 aprile 2011

INTERROGAZIONE PARLAMENTARE DELL'ON. RAISI SU ALCUNE VICENDE SANLAZZARESI

Pubblichiamo un link della rassegna stampa della Camera dei deputati che riporta un articolo apparso oggi a pag. 14 sul Carlino Bologna e che dà conto di un'interrogazione parlamentare depositata nei giorni scorsi alla Camera dei Deputati dall'On. Enzo Raisi di FLI (firmatario anche l'On. Della Vedova come risulta dal sito di Montecitorio) e che riguarda molto da vicino vicende relative al Comune di San Lazzaro.

http://newrassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna&currentArticle=YV5U0

martedì 5 aprile 2011

CIVIS: LA FIERA DEL RIDICOLO

Se non fosse che è tutto vero e tutto gestito con danari pubblici, ci sarebbe proprio da farsi delle grasse risate. Eh già, perché ancora ieri sul Carlino Bologna ci siamo imbattuti in un articolo a firma di Rita Bartolomei dal curioso titolo "Se il Civis non funziona lo rimandiamo indietro". Chi parla è l'onnipresente Sindaco di San Lazzaro, che si è accorto che nella vicenda Civis ci sono problemi. E lo si sente addirittura affermare che quasi un anno fa ha "alzato la mano" e avrebbe ricordato che mancava l'omologazione. Che strano. Perché è da anni che lo si sente magnificare questo mezzo, lo si vede fotografato mentre fa finta di guidarlo (ancora poche settimane fa l'ultima foto apparsa sul Carlino), lo si sente declamare l'importanza di poterlo cominciare a utilizzare su strada quanto prima (sempre poche settimane fa sul Carlino). Ora apprendiamo che lui un anno fa aveva "alzato la mano". Scusi, signora Maestra, posso...? No, Sindaco, non puoi: bocciato su tutta la linea. E i cittadini non ti ringraziano.

PS. Va ricordato che quando si trattò di approvare il progetto del Civis per il territorio di San Lazzaro, gli unici a non votare a favore furono Viviana Raisi e Giampiero Bagni. Il PD assieme alla allora Forza Italia capeggiata da Omer Maurizzi votarono a favore. Ecco perché oggi probabilmente il sig. Maurizzi e il suo collega Noacco tacciono su tutta la linea. Colui che difende questi ultimi dalla Regione, forse non ricorda il particolare, anche perché da consigliere comunale a Bologna a sua volta votò a favore del Civis, e ora è dunque opportuno che taccia per primo.

lunedì 4 aprile 2011

SINDACO POIROT...

La settimana scorsa un cittadino di San Lazzaro, sig. Procopio, viene trovato morto nella sua cantina incendiata. Si pensa ad un incendio causato da motivi sconosciuti, una fatalità. E' domenica, ma il Sindaco trova il modo di giungere sul posto ed esprimere il suo cordoglio verso il cittadino, giudicato "persona perbene". La tragica fatalità viene presentata dal Sindaco alla cittadinanza come verità accertata. I giornali di oggi dipingono uno scenario ben diverso: parrebbe che l'autopsia del povero Procopio presenti segni di strangolamento.
Al Sindaco diamo un consiglio - ovviamente non richiesto - : già come amministratore ha rivelato di non essere minimamente all'altezza. Non si cimenti nella carriera di piccolo investigatore di provincia: farebbe solo la figura di un commissario Basettoni, per giunta nemmeno simpatico come quest'ultimo.