martedì 30 marzo 2010

Licenziati per rappresaglia e licenziamento dalla legalità

Riceviamo da un lettore che preferisce restare anonimo per timore di subire rappresaglie da parte di qualche cosiddetta istituzione:

 

Cara Redazione di San Lazzaro News,

 

dunque, La Giunta del Comune di San Lazzaro di Savena ha dato un nome ad una rotonda cittadina ubicata tra le Vie Emilia e Poggi.
La Rotonda si chiamerà: ROTONDA LICENZIATI PER RAPPRESAGLIA.
Con Atto nr.56 del 24.03.2010 la Giunta ha accolto la proposta formulata dal Comitato Provinciale Associazione Nazionale Licenziati Per Rappresaglia intitolando con tale denominazione una rotonda cittadina .
Ecco la motivazione: “Ritenuto di accogliere la proposta formulata dal Comitato Provinciale Associazione Nazionale Licenziati per Rappresaglia Politico – Sindacale - Religiosa e di intitolare la nuova rotonda “Lavoratori Licenziati per Rappresaglia” per ricordare tutti i lavoratori che negli anni cinquanta e sessanta videro calpestati i propri diritti e furono licenziati senza giusta causa;
Ricordiamo che già Bologna ospita una rotonda con una simile dicitura.
Il 13 dicembre 2006 riportano le cronache venne inaugurata a Bologna la rotonda denominata Rotonda Lavoratori Licenziati Per Rappresaglia. La rotonda si trova all'incrocio tra via Michelino (di fronte al cinema Medusa Multisala), e la nuova via costruita parallelamente alla ferrovia. Al taglio del nastro erano presenti Maurizio Zamboni,assessore alla Mobilità e Lavori Pubblici; Riccardo Malagoli, presidente del Quartiere San Donato; e Ernesto Cevenini,Camera del Lavoro, rappresentante Associazione Nazionale Licenziati per Rappresaglia Politico-Sindacale-Religiosa.
La richiesta di intitolazione venne proposta dal Comitato Provinciale dell'Associazione Nazionale Licenziati Per Rappresaglia Politico-Sindacale-Religiosa, per ricordare tutti i lavoratori che negli anni '50 e '60 videro calpestati più e più volte i loro diritti.
A Bologna e Provincia vi furono 3800 licenziamenti, 3 morti e 8369 condannati dai tribunali solo perché chiedevano il rispetto della Costituzione e il rispetto della Dignità del lavoratore sul posto di lavoro. Queste lotte furono fatte da tutte le categorie dei lavoratori privati e del pubblico impiego, nessuna esclusa, come si evince dalle pubblicazioni: “L'Assise delle Libertà democratiche”, a cura dell'Associazione Nazionale Licenziati Per Rappresaglia Politico-Sindacale-Religiosa, e “La Costituzione negata nelle fabbriche” di Luigi Arbizzani.
L'intitolazione venne approvata con una delibera di Giunta del 27 giugno 2006, dopo il parere favorevole espresso dal Quartiere San Donato.
Non entriamo nel merito di tali iniziative entriamo però nella sostanza di una decisone unilaterale quale quella di titolare una via alle sole vittime dei licenziamenti per rappresaglia da parte della Giunta sanlazzarese che arriva seconda rispetto a Bologna , di alcuni anni peraltro e dietro istanza della medesima Associazione. Non vogliamo neanche pensare alla tempistica pre-elettorale.
Esistono molte vittime dell’ingiustizia , della rappresaglia (anche amministrativa) che il Sindaco disconosce.
Non basterebbero piazze, vie, rotonde da intitolare alle vittime delle illegalità, dei soprusi, delle nefandezze, delle violenze e intimidazioni sovente subite da soggetti istituzionali.
I diritti di gente che non ha alle spalle Associazioni, CGIL et similia. I diritti degli stessi dipendenti del sindacato, vessati e mobbizzati dalla stessa organizzazione di cui fanno parte perché hanno osato chiedere gli stessi diritti degli altri lavoratori.
Vi sono licenziamenti dal Diritto a San Lazzaro di Savena. Anche qui per rappresaglia. E forse vi saranno condannati da Tribunali anche oggi per aver richiesto ora come allora il rispetto delle regole.

Lettera firmata

lunedì 29 marzo 2010

Il Sindaco sfratta il Difensore Civico. Che comunque non ci mancherà

Il Difensore civico comunale dal prossimo anno non eserciterà alcun mandato presso il Comune di San lazzaro di Savena.
Il Bilancio di previsione comunale non ne contempla le spese e il suo mandato è dunque al capolinea.
Per il PD è colpa del Governo che con la Finanziaria prima e il Decreto Calderoli poi avrebbe abolito questa figura accludendola alle Province. Il Sindaco accusa il Governo di manovre che sottraggono spazio agli Enti locali in controtendenza rispetto alle politiche federaliste governative.
Auspica, il Sindaco, di trovare le risorse per mantenere ugualmente in vita questa figura il cui stipendio ammonta a circa 4.000 euro per la sola San lazzaro di Savena.
Se pensiamo ai fondi erogati per consulenze, spese legali (talune non dovute e sanzionate dalla Corte dei Conti ) vi è materia di ampio dibattito.
Da parte sua il Difensore Civico fa spallucce dicendosi addolorato. Dichiara: "Nell'ultimo anno ho curato ben 52 pratiche. Di queste, 23 con esito favorevole ai cittadini e 10 favorevoli al Comune che nel doppio dei casi ha avuto torto mentre in altri ha mantenuto la propria posizione a mio avviso infondatamente".
Una posizione sicuramente sintomatica di un Ente "singolare" che comunque persegue le proprie posizioni anche in costanza di evidenze, mantenendo tenaci posizioni anche "infondatamente" come asserisce il Difensore Civico.
Ricorderemo a lungo la figura del Difensore Civico, negli anni passati intervenuto per dirimere casi da manuale: vertenze indimenticabili quali il diniego di accesso opposto dal Comune ai cittadini per la visione e acquisizione di atti affissi all'Albo Pretorio Comunale. Roba da Corea del Nord.
Il suo intervento "vincente", in quel caso, consentì ai cittadini di poter acquisire carte affisse al pubblico su di un Albo Pretorio sulle quali era stato opposto un diniego. Un successo senza precedenti per una cittadina europea del XXI secolo, vanto del "buongoverno" e del "modello emiliano" che qualcuno vorrebbe esportare in tutta la Penisola.
E ancora: l'aver condiviso la posizione dell'Ente allorchè i cittadini richiesero l'accesso agli atti dell'Ufficio Tecnico Comunale per estrarre copia delle proprie denunce che presentate in Procura erano inopinatamente custodite presso l'Ufficio Tecnico nelle mani e disponibilità dei medesimi indagati.
I cittadini, avete compreso bene, chiesero di acquisire le proprie denunce che avevano scorto furtivamente all'interno di fascicoli dell'Ufficio Tecnico.
Denunce a carico di Assessori all'Urbanistica e di esponenti di quel medesimo Ufficio che Uffici investigativi e giudiziari, secondo un curioso meccanismo, avevano inviato a mezzo posta ai denunciati.
Così i cittadini chiesero di acquisire "almeno" in copia "le LORO" denunce. Non fosse altro che per documentare uno scempio del diritto. Il Comune rispose picche poiché trattavasi di atti giudiziari da sottrarsi all'accesso agli atti della cittadinanza e dei denuncianti ovviamente..
A nulla servì scrivere e implorare tutele: Signor Difensore civico, ma quelle sono le nostre denunce, scrissero i cittadini, ci sono le nostre firme, i nostri dati, le abbiamo formulate noi, depositate noi stessi in Procura. Ci dica perchè sono lì, nelle mani di chi non dovrebbe averle e in piena fase di indagini preliminari. Perchè non dovremmo recuperarle? Perchè non dovremmo acquisirle e rigirarle alla Procura per ribadire che quella detenzione di atti rappresentava un reato, un oltraggio alla Costituzione?
Ci spieghi almeno come sia possibile che anche Lei possa ritenere praticabile un diniego di accesso agli atti opposto ai cittadini da parte dell'Ente e motivato dalla sussistenza di un procedimento giudiziario. Signor Difensore, ma ha compreso che quelle denunce da cui ha origine quel procedimento giudiziario sono detenute dall'Ente Pubblico e dai suoi esponenti indagati e che il diniego lo oppone lo stesso Ente ai denuncianti, vittime di reati? E per di più detenendo illegalmente gli atti di denuncia di quei cittadini? Parole vane.
E così il Difensore Civico sancì che i cittadini non potevano acquisire quelle carte, ovvero le loro denunce, perché attinenti a un procedimento giudiziario proprio come sostenevano gli indagati dell'Ente Pubblico.
Quindi, precluse l'accesso di quei documenti a chi proprio quelle denunce le aveva formulate e autorizzò che gli indagati continuassero a detenerle. Liberamente. Perché vi era un procedimento giudiziario in atto. Poco importa che fosse a carico di chi opponeva il diniego. E che chi opponeva il diniego studiasse le denunce a proprio carico già durante le indagini preliminari. E allora perché autorizzare le vittime dei reati a scoprire che ciò che denunciavano veniva bellamente custodito negli Uffici degli indagati? E perché autorizzare le vittime di quei reati a estrarre copia delle proprie stesse denunce custodite non già in un Ufficio Giudiziario ma presso un Ente Pubblico? Forse perché estrarre una copia delle proprie denunce con tanto di timbro dell'Ente Pubblico avrebbe costituito la prova provata di una lesione abnorme del diritto e della giustizia. Di uno sconfinato illecito che in quel modo i cittadini avevano intenzione di documentare. Poco male, i cittadini avrebbero più avanti documentato quell'obbrobrio ugualmente.
Non ci mancherà il Difensore Civico. Comprendiamo forse perché a difendere questa figura indifendibile si sia messo l'ex rappresentante dell'opposizione "ufficiale", l'ex capogruppo di Forza Italia e attuale consigliere comunale del PDL, il quale parrebbe seguire una linea di c.d. opposizione molto smarcata da quella del Capogruppo dello stesso PDL in consiglio. Da un lato dunque chi dice che il difensore se ne deve andare...forse perché codesto "difensore" è a conoscenza di fatti compromettenti per qualcuno? Dall'altro v'è chi lo difende e chiede che resti al suo posto: forse perché un "difensore" di tal fatta va bene anche a certa opposizione che un tempo era soprannominata "soccorso azzurro"? Alla fine il Sindaco, immancabile garante della pax sanlazzarese, fa sapere: può restare, nulla in contrario. Ma troviamo i soldi. A San Lazzaro trovare i soldi non pare sia mai stato un problema per nessun Amministratore. Ovvio, per gli affari e per la gente giusta. Gli altri possono anche andare alla Caritas.

domenica 28 marzo 2010

Ca' Ricchi, lo scandalo continua e diventa surreale


Il caso di Via Ca ricchi, sollevato di recente da Alberto Vecchi e Samuele Barillà, rispettivamente consigliere regionale Pdl e Coordinatore comunale del Pdl San Lazzaro, per le proteste di residenti che vivono da circa tre anni senza avere l’abitabilità degli alloggi perché furono costruiti su terreni inquinati da idrocarburi. Gli edifici furono infatti realizzati su un lotto un tempo sede di un deposito di carburanti e oli minerali.
La scorsa settimana l’argomento è giunto in consiglio comunale con un’interrogazione del consigliere Enrico Di Oto del Pdl per sapere: «Quali i contaminanti e i valori rilevati,perché si lasciò costruire nonostante una delibera che lo consentiva solo dopo la bonifica?». E infine: «Perché si consentì l’occupazione degli alloggi non a norma per l’alto inquinamento?»
Nel precisare che «non ci sono stati rischi per la salute dei residenti» il sindaco Marco Macciantelli ha spiegato che «le operazioni di bonifica sono proseguite, anche dopo la rimozione dei serbatoi interrati, con una tecnologia compatibile con l’avvio dei cantieri. Avvio consentito da Ausl e Arpa che hanno monitorato la situazione che ora, con le ultime verifiche, hanno raggiunto gli obiettivi minimi per la fruibilità degli alloggi. Ogni impedimento all’utilizzo degli appartamenti è stato eliminato ma c’è la necessità di protrarre la bonifica per raggiungere i valori necessari per la certificazione e utile a consentire l’abitabilità».
Ma per Di Oto la risposta «non è stata soddisfacente anche perché non era stata rispettata una delibera che richiedeva la bonifica preventiva. Si è messa a rischio la salute dei cittadini per consentire all’attuatore l’apertura dei cantieri prima della totale bonifica del suolo inquinato.

Da L'Informazione di Bologna del 27.03.2010

 
Saremo ripetitivi ma non possiamo tacere che "sciagure amministrative" certificate da un Sindaco a mezzo Stampa e nel vivo di una seduta pubblica di un Consiglio Comunale assurgano , senza contestazioni, a verità ufficiali .
Perché non possiamo condividere che un Primo cittadino attesti che «non ci sono stati rischi per la salute dei residenti» e che «le operazioni di bonifica sono proseguite, anche dopo la rimozione dei serbatoi interrati, con una tecnologia compatibile con l’avvio dei cantieri. Avvio consentito da Ausl e Arpa che hanno monitorato la situazione che ora, con le ultime verifiche, hanno raggiunto gli obiettivi minimi per la fruibilità degli alloggi. Ogni impedimento all’utilizzo degli appartamenti è stato eliminato ma c’è la necessità di protrarre la bonifica per raggiungere i valori necessari per la certificazione e utile a consentire l’abitabilità»
Avete compreso bene: le case sono occupate da due anni, senza abitabilità “ma c'è la necessità di protrarre la bonifica per raggiungere i valori necessari per ottenere la certificazione utile a consentire l'abitabilità”.
Il Sindaco gioca con la consecutio temporum, racconta che le bonifiche si protraggono ancora per ottenere le certificazioni di legge utili alla fruibilità degli alloggi ma glissa su un punto caustico: le case sono occupate da 2 anni, le inaugurò un suo Assessore le finanziò la Regione . Nessuno sanzionò nessuno . Le case ,secondo il Sindaco, sono in attesa di permessi di abitabilità utili a consentirne la fruibilità . Peccato siano “fruite” da anni. Non è una barzelletta . E' una distorsione della verità , macroscopica , cattiva e soprattutto attraverso la forma dell'ufficialità.
Ergo: le case sono senza abitabilità, peraltro in violazione di una delibera che imponeva la preventiva bonifica dei suoli prima delle edificazioni.
Siamo sgomenti da tali condotte e da parole che non sollevano alcuno sdegno .
Giacché un Sindaco, senza troppi preamboli, ci comunica una situazione di illegalità manifesta in pieno Consiglio Comunale, attestando la perfetta regolarità di pratiche che dalle sue stesse parole emergono invece palesemente contrarie alle leggi.
Su queste basi, surreali e offensive, si dipana la gravità di una gestione della cosa pubblica che è arrivata a mostrare le proprie nudità e scabrosità in maniera solare, certificata e condivisa.
A cui non intendiamo rassegnarci.

martedì 23 marzo 2010

La politica locale: difesa delle pizzerie...ovvero mentre si inauguravano rotonde con semafori qualcuno costruiva palazzine

Da un lettore riceviamo e volentieri pubblichiamo:

 

Cara San Lazzaro News,

Il Resto del Carlino odierno da risalto alla nuova battaglia condotta dall'ex capogruppo dell'opposizione sanlazzarese in favore di una nota pizzeria locale.
La foto che lo ritrae combattivo insieme al titolare della pizzeria e ai suoi dipendenti non lascia dubbio alcuno sulla vigoria che riporrà in questo nuovo agone politico.
L'oggetto della lamentela, secondo il quotidiano, sarebbe l'assenza di posti auto dirimpetto all'attività commerciale suddetta.
Da un lato le geografie del CIVIS, dall'altro una rotonda dotata di semaforo, unica in Italia e forse nel resto del mondo, parrebbero non consentire agli avventori della pizzeria adeguati spazi di parcheggio con evidente ricaduta economica .
Spazi di parcheggio e collegamenti viari che di certo l'arguto Sindaco non ha lesinato alla nuova Coop.
A fronte di tali sollecitazioni, il Sindaco offre la consueta replica: “Ci stiamo interessando alla problematica” et similia ....che ormai vi risparmiamo. Così come l'accenno ad un florido quanto presunto benessere del commercio sanlazzarese.
Non sorprende la sacrosanta battaglia del titolare dell'esercizio pubblico, sorprende invece la vitalità dell'ex capogruppo che solo adesso si accorge degli scempi urbanistici e della viabilità disastrata di via Caselle .
Dove sarà stato durante le fasi di delibera di quelle oscenità? Dov'era quando si pianificava un mostro urbanistico? Dov'era quando si realizzava una rotatoria con semaforo?
Qualcuno ce lo dica.

F.N.

 

Caro amico,

inutile dire che la situazione è imbarazzante. Una risposta ce l’abbiamo riguardo alla domanda che poni in fine di lettera: forse il signore che per 15 anni è stato il capo incontrastato di FI e ora si sta riciclando apponendo la sua firma in calce a lettere di sostegno di un candidato al consiglio regionale, forse era impegnato a costruire palazzine o a stringere accordi su certi maneggi sopra San Lazzaro.

Dobbiamo anche dire che un qualsivoglia candidato alle regionali, che scelga di farsi sostenere sul territorio da simili politicanti di quart’ordine, non un gran segnale di novità nella politica. Anche se ha meno di 40 anni.

venerdì 19 marzo 2010

Il Sindaco smentito e sconfessato dal suo stesso partito

Sempre attento alle istanze dei cittadini. Sempre pronto addirittura ad anticiparle, evitando i conflitti e sanando così eventuali contrasti. Insomma un amministratore con la A maiuscola. Stiamo parlando del Sindaco di San Lazzaro? Ovvio che no. In questo momento l’unico che sta dando prova di queste che dovrebbero essere caratteristiche di ciascun pubblico Amministratore degno di questo nome, è il Commissario prefettizio della città di Bologna, Anna Maria Cancellieri. Criticato aspramente, guarda caso, proprio dal PD, che forse si sente leggermente in imbarazzo nel constatare che un Prefetto non eletto dai cittadini sta già facendo in meno di un mese quello che Cofferati e Delbono, sindaci espressione pura del PD, non hanno fatto in circa 6 anni.

 

Ma torniamo a San Lazzaro. E parliamo, purtroppo, ancora una volta di Civis. Il Sindaco Macciantelli sente il bisogno di far vedere ai cittadini che non è vero che lui negli ultimi 5 anni si è sempre abbassato supinamente alle politiche del suo partito a Bologna, accettando a scatola chiusa qualsiasi decisione, per evitare qualsiasi grana coi dirigenti felsinei del PD di cui lui fa parte. E quindi che fa? Corre e chiede udienza al Commissario Cancellieri, mostrandosi “preoccupato” per i lavori, per i disagi, per i ritardi che il Civis sta creando.

 

Peccato che per 5 ANNI, migliaia di cittadini estenuati e riunitisi in comitati, queste cose gliele abbiano fatte notare in lungo e in largo, in ogni dove e in ogni lingua. Ma lui non ci ha mai sentito bene. Quando si trattava di ascoltare critiche e suggerimenti dei cittadini, partivano le facce scocciate, la spocchia automatica, le rispostine ironiche e saccenti come a dire: “lasciate in pace il manovratore”. E poi ancora articoli di pessimo gusto sulla stampa locale amica contro il “comitatismo” che ucciderebbe il civismo (su questo blog abbiamo raccolto anche articoli di risposta a questa sua surreale e ridicola polemica di chi si sente irritato perché qualcuno gli sta facendo notare che sta lavorando in modo dannoso e deleterio).

 

Non solo. Corre dal Commissario e abbaia: la via Emilia non può essere bloccata. Peccato che questo fosse nel progetto del Civis, che i comitati dei cittadini avevano da tempo esaminato, facendogli notare questi gravi problemi. Tutto d’un tratto il solerte Sindaco si rende conto che forse qualcosa non va. E delle due l’una: o non aveva mai letto il progetto dei lavori, oppure l’aveva letto e se ne era fregato. Tanto che due colleghi di partito del sindaco si affrettano subito a smentirlo sul Carlino di ieri (pag. 7, Virginia Gieri e Maurizio Ghetti). Un Sindaco smentito e sconfessato dal suo stesso partito.

 

In entrambi i casi, se ne esce davvero con una pessima – l’ennesima – figura. Una figura da Sindaco di San Lazzaro, ai quali i cittadini sono ormai abituati, tanto che quando la mattina si entra in un bar e qualcuno legge il giornale commentando queste notizie sul Sindaco e il Civis, partono risate e commenti sarcastici che diventano di commiserazione, come a dire: ormai le abbiamo già sentite tutte da quel signore là. Peccato che queste pagliacciate siano come sempre a danno di tutti i cittadini.

lunedì 15 marzo 2010

I sarchiaponi della domenica

Un tempo si prendevano in giro i signori che, alla domenica, con la loro pancetta un po' in sovrappeso, scendevano in strada e li vedevi agghindati pronti per fare jogging, con tanto di bandana sulla fronte. Poi il bersaglio sono diventati i guidatori della domenica. Adesso invece il livello è sceso ulteriormente, e si è passati alla polemica "politica" della domenica.
L'ex capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale, rieletto non si sa bene in base a quale strana concezione del rinnovamento della politica locale (due volte candidato sindaco, e per due volte trombato; candidato al consiglio regionale, e già trombato; candidato al Senato della Repubblica in funzione di decoratore di lista), ha dato nuovamente sfoggio delle proprie innegabili capacità di catalizzatore del nulla politico, scatenando una polemica che financo il quotidiano locale Carlino, di certo non nemico del signore in questione, non ha esitato a definire di modello Totò. Ovvero la polemica sulla tassa "sarchiapone".
La risposta del Sindaco, già incorporata nell'articolo sul comunicato dell'ineffabile ex capogruppo FI, non si è fatta attendere: la tassa Tie (tassa igiene ambientale) non si applica ai cittadini di San Lazzaro.
Delle due l'una: o i protagonisti della polemica giocano a chi la spara più grossa, perché poi quando si parla di "roba", le polemiche spariscono e ci si dà al "braccettismo" più sfrenato (per la definizione di quest'ultimo termine rinviamo all'ultimo articolo del blog); oppure uno dei due è talmente ignorante (in senso etimologico, colui che ignora) da sparare un'affermazione senza essersi premurato di verificarne la fondatezza. Gara dura lo stabilire chi dei due in questo caso sia stato. Dovessimo andare a ritroso nel tempo avremmo l'imbarazzo della scelta fra le affermazioni più incredibili. Il Primo cittadino ha, solo poche settimane fa, dichiarato contro ogni evidenza che in Via Ca' Ricchi le case non sono costruite su rifiuti tossici, ergo non v'è alcun pericolo per la salute. Questa era così grossa che facciamo fatica a credere che ne abbia sparata un'altra abbastanza grossa, a distanza così ravvicinata, come sarebbe il dire che una tassa non si applica ai cittadini di San Lazzaro quando magari è vero il contrario.
Certamente, se le cose stessero come dice il Sindaco, sarebbe l'ulteriore riprova che l'inossidabile ex capogruppo di FI ha ormai bisogno di un periodo di riposo dalla politica. Palazzine ne ha costruite abbastanza, proprietà ne ha comprate a sufficienza, l'esclusiva per il maneggio per gli amici del Sindaco continua ad averla. Si ritiri a vita privata e nessuno se ne accorgerà. Ci mancheranno certo le polemiche politiche della domenica, e il Sindaco si dovrà cercare un nuovo interfaccia al suo livello politico-culturale, e siamo sicuri che senza l'ex capogruppo farà davvero fatica. Potrebbe provare con l'indipendente a vita, l'architetto in ottimi rapporti con l'Uffico tecnico, anch'egli caso strano proveniente dallo stesso partito dell'ex capogruppo. Tra amici della politica della domenica ci si intende sempre.

mercoledì 10 marzo 2010

Dopo il comitatismo che uccide il civismo, un bell'esempio di braccettismo

Dopo che qualche tempo fa apparve su un noto quotidiano un articolo stigmatizzante il comitatismo che uccide il civismo, il nostro Sindaco per mancanza d’opposizione (l’unico in Italia cui è consentito scrivere da sé sui giornali, articolesse autocelebrative) ha inaugurato una nuova importante stagione politica, il braccettismo.

 

E così il noto Sindaco con il carisma fotografico dell’attor giovane (mirabile la sua foto in bicicletta con le ditina a V di Victory), lui che non è mai stato tesserato PCI, ulivista della prima ora, ha regalato la presidenza del consiglio comunale al segretario locale del PD.

 

Quando si dice l’equilibrio ed il senso delle istituzioni.

 

Non pago, si rivolge in modo affettuoso sui giornali ad un’opposizione nata morta già con la presentazione delle liste, nelle quali l’apprezzabile contributo del braccettista, d’altra sponda per mancanza di prove, ha favorito l’apparizione di candidature politicamente imbarazzanti.

 

Il braccettismo ha poi prodotto curiosi epifenomeni, quali improvvisi palazzotti, cessioni di ville ad impoverimento del patrimonio comunale, promesse costruzioni di nuove palestre e via dicendo.

 

Ma il più curioso tra gli epifenomeni riguarda l’improvviso calo di zuccheri che coglie al momento di votare ordinanze scomode.

 

Svenimenti e disorientamenti hanno fatto sì che il braccettista d’opposizione votasse compatto in favore della maggioranza, anche quando l’ultimo degli uscieri avrebbe votato contro (per tutti il caso Agripolis).

 

Non ultimo il bel Sindaco offre galante il braccio alle priorità, casa e famiglia.

 

Ecco, ci spieghi allora lo strangolamento delle famiglie di Via Speranza, uccise dai prefinanziamenti perché le case non potevano essere compravendute, in ragione di abusi vari.

 

E già che c’è, ci spieghi Via Ca’ Ricchi e le sue innovative teorie sulla non pericolosità degli idrocarburi per la salute umana.

 

Magari, se le risposte saranno soddisfacenti, potremo andare anche noi a braccetto.

Bentornato Bagni...il Sindaco e i suoi amici rispolverano vuota retorica con la vedova Biagi

Immancabile. Immarcescibile. Le case vengono costruite su rifiuti tossici ma lui di queste quisquilie non si cura. No, lui è votato alla politica “alta” (d’altronde viene dalla montagna), si riempie spesso la bocca di concetti di norma sconosciuti alla cittadina che è chiamato ad amministrare, quali “buon governo”, “governo virtuoso”, “informazione e formazione”, “trasparenza” e altre amenità (nel senso che per lui e i suoi amici sono sempre state trattate come tali).

Per cui ecco che a un anno di distanza dalla scorsa commemorazione in piena campagna elettorale per le amministrative, è tornata la vedova Biagi, il giurista assassinato da brigatisti certamente armati di pistole, ma armati intellettualmente da quel brodo di coltura nel quale lui stesso, il signor Sindaco, ha sguazzato nei suoi anni universitari, e di cui i suoi vecchi (e nuovi) sodali non si sono mai dimenticati. Un gallone da esibire all’occorrenza, a seconda dell’uditorio. Quel brodo di coltura che faceva dire all’allora segretario della CGIL e poi futuro Sindaco di Bologna Cofferati, che Biagi era un “traditore” della causa dei lavoratori. Quel Cofferati con cui il signor Sindaco si ritrova assieme, nella corrente di coloro che sostengono l’ex segretario PD Dario Franceschini. Prima o poi ci si ritrova tutti. E il sindaco ha così modo di sfoggiare tutto il suo repertorio di vanità, retorica e parole vuote, le parole di chi, probabilmente nemmeno sa di cosa si stia in realtà parlando, quando si tratta di una vedova di un uomo assassinato per aver cercato di fare il suo dovere fino in fondo.

Esprimiamo dunque la più viva solidarietà alla vedova Biagi e a coloro che, tra i suoi allievi e amici, cercano a tutt’oggi di portare avanti il lavoro iniziato da suo marito e poi bruscamente interrotto.

 

La seduta del consiglio comunale di ieri ha visto finalmente il ritorno sui banchi dell’opposizione del consigliere Giampiero Bagni, ex dirigente della Lega Nord e poi eletto come indipendente nella lista del PDL a sostegno di Viviana Raisi. Siamo certi di poter dire che mai nessun indipendente ha di fatto meglio rappresentato le istanze dell’opposizione, di certo più e meglio non solo di altri eterni indipendenti, ma anche di certi eletti ufficialmente nella lista del PDL. Il lavoro e le presenze di Bagni nel consiglio, l’attenzione ai problemi sul territorio sono stati sempre il suo biglietto da visita, che ben si oppone a certo clientelismo che consente – questi sono i costi della democrazia – a certi altri soggetti di sbandierare pacchetti di preferenze senza aver mai minimamente mosso un dito per il territorio ma solo ed esclusivamente per le proprie tasche.

 

La foto che riprende nell’ordine il presidente del consiglio comunale e al contempo segretario del PD sanlazzarese (alla faccia dell’imparzialità ed autonomia che ha sempre contraddistinto la figura del presidente del consiglio), il consigliere Bagni, l’immancabile sindaco e il vicepresidente del consiglio comunale ripropone il solito deja-vu: Sindaco e vicepresidente del Consiglio sempre uniti, dall’abbraccio al momento dei risultati del voto amministrativo (“loro” avevano vinto comunque), suggello di quell’andare a braccetto tipico di soggetti che, di fatto, portano avanti le stesse cose. Chi in un modo, chi nell’altro. Chi costruendo palazzine a San Lazzaro e non facendosi più vedere alle votazioni pericolose per la maggioranza, chi attaccando esclusivamente coloro che, nell’opposizione, spesso più fuori che dentro il consiglio, conducono battaglie fastidiose per la cricca che da decenni gestisce affari e potere in queste terre. Non abbiamo dubbi: se il signor Sindaco potesse scegliere anche l’opposizione, di certo nominerebbe l’attuale vicepresidente del consiglio comunale quale suo esclusivo rappresentante. Peccato che, anche qui come da altre parti, la musica non sia più la stessa. Nel frattempo lorsignori si possono mettere in posa per altre foto.

martedì 9 marzo 2010

La giustizia bendata: un processo contro le vittime di abusi edilizi intentato dai vertici delle Coop e dagli amici del Sindaco

Un onesto pubblico ufficiale è stato citato a processo per diffamazione e il 18 aprile iniziano le udienze. Motivo? Per aver segnalato nel 2004 ai vertici di Legacoop la situazione drammatica della sua e di tante altre famiglie devastate da una speculazione edilizia senza pari, la tristemente famosa vicenda delle “case gialle” di cui abbiamo parlato anche qui su questo blog, riferendo della gravissima posizione assunta dal Comune di San Lazzaro nel passato mandato, già a guida Macciantelli, la cui Amministrazione scelse di non appoggiare minimamente le famiglie vittime degli abusi edilizi e delle innumerevoli illegalità commesse dai soggetti coinvolti, su cui tutt’ora indaga la Magistratura.
Gli allora vertici di LegaCoop prima chiesero ai cittadini sfiniti e senza denaro di documentare per iscritto quanto accadeva, poi girarono vilmente la segnalazione al Presidente di tale coop , plurinquisito che querelò le famiglie.
Ora parte questo incredibile processo con i due vertici di LegaCoop testimoni contro i cittadini. Seguiremo la vicenda e, al contrario dell’atteggiamento tenuto dalle varie giunte comunali di sinistra che tanto si riempiono la bocca di paroloni quali la tutela dei più deboli etc., faremo in modo di far conoscere la reale situazione di persecuzione subita da queste famiglie. Ricordiamo che il Comune non solo non si è mai costituito parte civile, ma ha assunto campagne di odio contro le stesse famiglie vittime di soprusi. Questa gente che regge l’amministrazione comunale ha poi il coraggio di parlare di legalità e solidarietà. E magari si fa fotografare con le ditina a mo’ di “victory”. Ma già 2.000 cittadini, che hanno mandato il sig. Macciantelli a quel paese alle scorse elezioni amministrative, negandogli il voto che invece nel 2004 gli avevano accordato, si sono accorti che Carnevale è finito da un pezzo.

venerdì 5 marzo 2010

Un'Amministrazione comunale allo sbando: l'analisi del Coordinatore PDL San Lazzaro

Dal Coordinatore comunale del PDL San Lazzaro riceviamo e volentieri pubblichiamo:

 

Le vicende, ancora in corso, che hanno investito l'ex Sindaco di Bologna, devono indurre i dirigenti del PDL con responsabilità di coordinamento locale, a serie riflessioni.

Il Centrosinistra, da sempre, ha confinato le amministrazioni locali diverse dal capoluogo in ruoli di mero vassallaggio e asservimento alle politiche della città metropolitana (la vicenda del Civis ne rappresenta la miglior riprova).

Ora che il centro è malato ed allo sbando, molti amministratori locali marcati PD faranno a gara ad essere più lealisti del Re destituito, nello scontato tentativo di dimostrare la propria ortodossia e farsi largo tra le proprie fila in sfacelo.

Questo non farà altro che acuire le gravissime mancanze che affliggono, oramai da tempo immemore, le amministrazioni di sinistra.

Ed, infatti, la situazione sanlazzarese, per il cui Comune rivesto il ruolo di Coordinatore, come recita un vecchio adagio, è tragica ma non seria.

Non può essere preso seriamente un Sindaco che annovera come proprio merito l'abolizione dell'ICI o la diminuzione dei consiglieri comunali, quando chiunque sa che si tratta di disposizioni del Governo Berlusconi.

Non merita attenzione, semmai sdegno, un Sindaco che inveisce ad ogni piè sospinto contro il patto di stabilità amministrativa, perché non gli consentirebbe di spendere quanto vorrebbe, quando nella nota vicenda Agripolis le amministrazioni comunali targate PD hanno letteralmente sperperato € 300.000,00, in parcelle di avvocati che avrebbero dovuto pagarsi in proprio i sindaci e consiglieri del centrosinistra, coinvolti nello scandalo.

Stupisce che nell'aspra vertenza contro i Vigili Urbani – quando si dice la coesione amministrativa …. – abbia sentito la necessità di affidare quattro consulenze ad avvocati, per circa € 36.000,00, unicamente per trovare l'introvabile giustificazione al taglio di € 800.000,00 agli stipendi dei propri dipendenti.

Se questa è la buona amministrazione di sinistra, per fortuna che esiste il patto di stabilità.

Allora, la situazione è davvero tragica, ma non è serio chi ne ha la responsabilità, gestendola.

Sotto il profilo economico, San Lazzaro soffre della pressione fiscale complessiva più alta della Provincia di Bologna (pari al 116% dei risultati delle imprese sul territorio, fonti Unindustria) ed ha visto crescere in maniera esponenziale la grande distribuzione, a discapito dei negozi di vicinato, oramai ridotti ad un lontano ricordo.

È una politica miope, incapace di vedere e intercettare la domanda di quei cittadini che da Bologna preferiscono rivolgersi ai comuni della cintura, piuttosto che andare in centro.

È una politica irresponsabile che impoverisce non solo il tessuto economico, ma anche quello sociale.

La disgregazione dei negozi di prossimità ha come conseguenza diretta i minori rapporti tra i cittadini della comunità che, complice un'offerta costruttiva, lasciata a briglie sciolte, sta portando San Lazzaro verso il declino dei quartieri dormitori.

Il centrosinistra non si vuole accorgere che la mancanza di serie politiche sociali, premianti chi vive il territorio e sul territorio, porterà alla creazione di non luoghi, ove le politiche giovanili, familiari, gli asili nido, le scuole materne, insieme ai rapporti di vicinato, scompaiono per lasciare posto unicamente a file di anonimi palazzi.

Visto lo sforzo che l'amministrazione di centrosinistra profonde, nel percorrere questa cattiva strada, l'impegno è preciso, fermare lo scempio in corso del nostro Comune.

 

Samuele Barillà

 

Coordinatore Comunale di San Lazzaro di Savena