martedì 11 marzo 2014

"SOTTO IL VESTITO CIVICO NIENTE"

Un lettore ci ha segnalato una cosa che reputiamo interessante, per non dimenticare la storia politica recente della nostra città. Questo blog è indipendente da tutte le lobby e da tutti i gruppi di pressione presenti sul nostro territorio (partitici o "civici" essi siano), e ritiene di fornire una informazione basata sui fatti. A molti questo dà fastidio. Ce ne siamo fatti una ragione da diversi anni.

Era il 2009 e ci si apprestava a votare per il sindaco. Macciantelli avrebbe di lì a poco vinto le elezioni per il secondo mandato, che in questo blog abbiamo avuto modo di criticare aspramente. Non ci si potrà quindi tacciare di vicinanza a lui o al suo partito se attingiamo proprio dalla rivista del PD locale, In Piazza. Nel numero 3 del maggio/giugno 2009, a pag. 14, si poteva leggere un corsivo firmato "La voce del Savena", che riportiamo testualmente, consci che in ogni voce v'è un barlume di verità:

Sotto il “vestito civico” niente
I livorosi/rancorosi del Psc non stavano più nella pelle dalla voglia di gettarsi nella mischia elettorale attraverso la lista sorta dall’associazione “Noi, cittadini”, realtà eterogenea che cerca di tessere il filo dei piccoli egoismi localistici. Non mancano persone in buona fede, ma prevalentemente siamo di fronte al solito partitino dei professionisti del no.
Il civismo, ovviamente, è un’altra cosa, specie quando rappresenta i valori di un bene comune,
solidale e altruistico. Ma qui, piuttosto, c’entra la volontà di riciclare i “soliti noti” del ceto politico,
cotto e stracotto, pronto a tirare la volata alla destra. La loro ideologia “volenterosa” ammantata dalla retorica comitatista, è quella del flagello, da abbattere sulla schiena di una società operosa che, invece, vorrebbe unire sviluppo sostenibile e qualità della comunità, intrapresa economica e coesione sociale. Ma la cosa che più sorprende sono i politici di lungo corso. Basta guardare al loro candidato sindaco - frutto di un’imboscata dell’ultimo istante che ha scandalizzato i civici della “Città che vorremmo” come Vannelli, Storani e Bronchi - sino all’altro giorno responsabile di zona di partito, sottoscrittore del programma del centrosinistra nel 2004, candidato pure alle elezioni politiche nell’aprile del 2008 per la correntina di minoranza, ovviamente trombato.
Se c’è una cosa che la politica deve alla società è la trasparenza. Se c’è una cosa che la società non
sopporta più della politica è la speculazione (compresa quella elettorale), il continuo movimento attraverso la porta girevole dei politicanti, quelli veri, anche se mascherati da “civici”. Gli inganni, il trasformismo di chi cerca di continuare a fare il surf a danno della fiducia degli altri. Noi, i cittadini veri, da gente così, abbiamo già avuto, a gente così, abbiamo già dato.
(...)"

Seguiva l'esortazione a votare PD. E' chiaro che questo corsivo trasudante livore da ogni riga, contiene affermazioni gratuite e prive di fondamento, come quella che accusava la lista civica di "tirare la volata alla destra". O altre affermazioni di presunta civicità in capo a chi scriveva, quasi che il PD sia l'unico vero detentore di questa etichetta che, come si legge poi dai fatti esposti, è buona per tutte le stagioni (e basta vedere oggi il pullulare di finte liste civiche, da quella dell'ex pidiellino Di Oto a quella dell'ex dipietrista Montebugnoli, per finire al capolavoro di trasformismo offerto dal vicesindaco Archetti, Sinistra Ecologia e Libertà ma improvvisatosi civico all'occorrenza delle primarie di coalizione). 
I fatti esposti però parlavano chiaro già 5 anni fa. Le piroette dei civici erano talmente imbarazzanti che perfino il PD le poteva esporre a pubblico ludibrio. E parliamo del PD...
Resta dunque uno scenario nel quale anche chi si atteggia a portatore di valori "sani e puri" (il no al consumo di suolo, sì alle energie alternative ecc.) nella migliore delle ipotesi è un simpaticone che si arrabatta perché "tiene famiglia", un Albertone Sordi dei giorni nostri, che a seconda di come tira il vento è prima socialista (o magari assessore dell'ex sindaco Bacchiocchi), poi appoggia il programma del sindaco Macciantelli nel 2004, poi indossa la casacca del civico (con notevole disgusto dei civici di Arnaldo Vannelli allora presenti in consiglio comunale, che non appoggiarono la lista Noi Cittadini), poi lavora nella segreteria del gruppo regionale del Movimento 5 Stelle. Con dei civici così, il PD può dormire sonni tranquilli (e di certo ringrazia).