giovedì 30 luglio 2015

UN ANNO DELLA NUOVA GIUNTA. IL TRASFORMISMO IMPERA

All'incirca un anno fa davamo conto in questo articolo della nuova situazione in cui si trovava e si trova la nostra città all'indomani del voto amministrativo. Luci ed ombre, come in ogni luogo dove uno stesso blocco politico e partitico domina incontrastato da 70 (settanta!) anni. Con un misto di speranza e di diffidenza, non dovuta però a pregiudizio ma alla conoscenza dei fatti accaduti in questo luogo negli ultimi venti anni, ci apprestavamo a esaminare il nuovo mandato amministrativo del neosindaco Isabella Conti. Da allora sembra passato un secolo. Ma senza che sia cambiato sostanzialmente niente. Sembra passato molto tempo perché sono successi tanti fatti di cui come sempre abbiamo cercato di fornire una lettura che andasse oltre alla solita vulgata della carta stampata locale, di cui ben si conoscono gli intrecci e i limiti. Ebbene, dopo un anno possiamo tristemente e sconsolatamente affermare che il "fenomeno Conti" altro non è che non un fuoco di paglia sapientemente organizzato dallo stesso primo cittadino assieme ad una parte del suo partito. Tutta la vicenda della "colata" di Idice, a fronte dei numerosissimi fatti e misfatti denunciati su questo blog e nelle carte documentatissime oggetto di indagini e di inchieste giudiziarie, nonché di dettagliatissime interrogazioni parlamentari, appare quasi una ridicolaggine, e tanto più suona offensiva verso le vittime di quei fatti che in piena solitudine furono segnalati e denunciati da onesti pubblici ufficiali, lasciati soli, abbandonati e perfino perseguitati come mai si era visto prima. Di tutti quei fatti (case gialle, Cipea, Ca' Ricchi ecc.) non si è più parlato e non si deve più parlare. Essi offuscano l'immagine di colei che si è costruita l'immagine di "paladina della legalità", laddove per dieci anni ha seduto in consiglio comunale e ha votato ogni provvedimento che ha riguardato quelle vicende poc'anzi citate. E l'ultimo anno e mezzo come assessore al Bilancio. In tutte quelle occasioni non la si è mai sentita aprir bocca per denunciare il sistematico scempio di legalità (quello, sì) che attraversava il nostro territorio, le scorribande di predoni del diritto e della legalità uniti in combutta per saccheggiare quanto ancora era rimasto di buono in questa città. Non la si è sentita aprir bocca quando l'ex consigliere della Lega e poi del Pdl Giampiero Bagni aveva presentato (era il 2011) un Odg in consiglio comunale che impegnava la Giunta ad annullare le convenzioni urbanistiche da cui erano scaturite le vicende delle "case gialle" e dell'azzonamento n. 9, Odg respinto con sdegno da un Pd che nelle occasioni importanti mostrava, come ha sempre mostrato, il suo vero volto di garante dello status quo. Non la si è sentita nominare mai nessuna di queste vicende quando è diventata sindaco e ha cominciato, grazie all'enorme visibilità mediatica procuratasi con la vicenda della "colata", a pontificare nelle scuole superiori di Bologna e provincia quale improvvisata "esperta di antimafia". Mentre integerrimi pubblici ufficiali per mesi e anni conducevano delicatissime inchieste sul territorio e procedevano agli arresti di boss della criminalità organizzata, a rischio della propria incolumità e dei loro uomini, costei ignorava che una nota agenzia immobiliare aveva una filiale in mano alla 'ndrangheta proprio a San Lazzaro. Ma si sa, una visita di don Ciotti val più come patente di professionista dell'antimafia che non mille arresti di boss mafiosi. Una volta diventata sindaco, non la si è vista costituire il Comune quale parte civile nel troncone processuale della vicenda Cipea che vede imputato Aldo Noacco, già vicepresidente della commissione urbanistica come "indipendente nel Pdl", architetto rimasto oppositore sempre molto morbido verso il Pd sulle vicende urbanistiche e poi cacciato da Forza Italia al momento della formazione delle liste. 
Forza Italia che aveva proposto una commissione d'inchiesta sulle vicende urbanistiche degli ultimi 15 anni che vedono come protagonisti anche personaggi che ora sono completamente inzerbinati alla Conti ma che nominalmente stanno all'opposizione, ossia la lista Noi Cittadini, sui cui questo blog ha ampiamente scritto attirandosi le ire di qualche povero sprovveduto che forse in buona fede non si è accorto che la lista che aveva votato per fare opposizione al PD, di fatto ora ci governa assieme (da ultimo hanno votato il bilancio della Giunta, mentre FI e 5 Stelle hanno votato contro). Commissione d'inchiesta, si diceva, proposta da FI e bocciata all'unisono guarda caso dal Pd (sindaco in testa) e da Noi Cittadini, e che ha visto l'astensione dei 5 Stelle, a dimostrazione che abbaiare e strombazzare la propria onestà non serve a nulla, se non a far la figura dell'utile idiota, se non ci si documenta a dovere su quanto accade ed è accaduto sul territorio che si pretende di cambiare.
Non stupisce il voto contrario di Noi Cittadini. Oltre alla chiara aspirazione di un posto in giunta da parte dell'ex assessore all'ambiente con Bacchiocchi (sotto la cui giunta cominciò il primo vero scempio urbanistico mediante la cementificazione del quadrante nord, con il già citato azzonamento n. 9), è emersa l'esistenza di una "ecocasa" costruita da un attivista di quella lista civica, costruzione colpita da due ordinanze (una di non eseguire l'opera e l'altra di demolizione) durante il mandato Macciantelli e mai fatte eseguire dal sindaco Conti (la paladina della legalità). Su questa vicenda ha presentato in consiglio comunale una interrogazione il giovane consigliere di FI Francesco Rossi per sapere come mai il Comune non abbia ancora dato esecuzione a quelle ordinanze. La risposta della sindaca, alquanto imbarazzata, è stata che siccome il cittadino (attivista della lista civica e sempre prodigo di lodi verso la sindaca, sui social network) ha presentato ricorso alla giustizia amministrativa, l'Amministrazione intende aspettare l'esito della controversia. Insomma potrebbero passare ancora anni e anni (un po' come coi nomadi abusivi). In tantissimi altri casi però, nota il giovane Rossi sul suo blog, il Comune non esita ad avviare la macchina esecutiva mediante iscrizione a ruolo o esecuzione coattiva contro cittadini che ricorrono contro suoi atti amministrativi....e mai si tratterebbe di intere case costruite in violazione di ordinanze comunali. (La vicenda peraltro avrebbe anche risvolti, non confermati, di minacce al giovane consigliere che aveva presentato una seconda interrogazione, poi frettolosamente ritirata. Non sappiamo cosa sia successo ma se ciò fosse vero, sarebbe veramente un fatto intollerabile e proprio in un luogo dove ormai si celebra la legalità in ogni dove ciò suonerebbe ancor più beffardo. Ci auguriamo che non si creino nuove sacche di illegalità dovute a interessi personali e connivenze politiche).
Il sindaco attuale avrebbe impresso una svolta anche sulla vicenda dei campi nomadi abusivi, di cui all'epoca si è scritto più volte. La sentenza del Consiglio di Stato che dichiarava lo sgombero legittimo è stata fatta eseguire, quantomeno nella sua prima parte che prevede l'acquisizione dei campi (alla Pulce) da parte del Comune. I sinti ivi residenti sarebbero insorti e avrebbero minacciato il sindaco e i tecnici del Comune, almeno così riferiva il Carlino. Bene. Peccato che sulla stampa la Conti lasci parlare l'assessore Archetti, da lei fortemente voluto in giunta, il quale è stato per 10 anni nelle giunte di Macciantelli, ossia colui che fu il primo a non dare esecuzione alle sentenze di TAR e Consiglio di Stato contro i nomadi, pervenendo ad un accordo con questi ultimi (come aveva fatto anche al campo abusivo di Colunga). La Conti non si è mai accorta di ciò? Ora Archetti dice che "la legalità va ripristinata"....lo ha detto davvero, non siamo a Zelig purtroppo. Detto da colui che è stato per anni vicesindaco e assieme a Macciantelli sapeva bene la situazione di quei campi, fa sinceramente ridere e anche tanto. Fa meno ridere il fatto che su quei terreni i nomadi abbiano avuto allacciamenti e utenze dal comune, a spese della collettività, e non abbiano pagato alcuna tassa (Ici, Imu, Imu agricola, Tasi ecc.). Tutto ciò ha un nome: danno erariale. Ci auguriamo che la Corte dei Conti intervenga presto. E' molto, troppo comodo lasciare che per anni permangano situazioni di totale illegalità con l'acquiescenza dei poteri pubblici, per poi parlare di "ripristino della legalità". Specialmente è risibile se a dirlo è un assessore alla "legalità", assieme a un primo cittadino che pare aver vissuto per 10 anni su Marte (salvo settimanalmente presenziare ai consigli comunali e per un anno e mezzo essere assessore a propria insaputa) e che ora è assurta al ruolo di paladina della legalità.

giovedì 25 giugno 2015

INCHIESTA CIPEA, NUOVO COLPO DI SCENA

Le agenzie di stampa hanno pubblicato delle nuove rivelazioni nell'inchiesta sul cantiere Cipea (di cui a lungo si è parlato anche su questo blog) in edilizia convenzionata di via Galletta (fraz. Mura San Carlo), già oggetto di sequestro da parte della Squadra Mobile di Bologna e che vede imputati in procedimenti paralleli il presidente di Cipea Holding Gianluca Muratori, il presidente della società Idroter Cavicchioli, l'ex sottufficiale della GDF Cucinotta e l'architetto Aldo Noacco, direttore del cantiere in questione, ex consigliere indipendente nel Pdl e non ricandidato nelle liste di Forza Italia allo amministrative dello scorso anno per via del suo atteggiamento di opposizione molto accondiscendente verso la maggioranza, specie in materia urbanistica. Il Comune di San Lazzaro si è costituito parte civile nel giudizio contro Muratori, ma non in quello contro Aldo Noacco (ne riferì il periodico locale vivere a San Lazzaro diretto da Gianni Marchesini). Il Sindaco di San Lazzaro, Isabella Conti, unitamente al suo predecessore Macciantelli, non hanno mai spiegato il perché di questa scelta differente. L'ex parlamentare Fli Enzo Raisi aveva presentato ben due interpellanze su questa vicenda, già riportate QUI.

Ecco il testo delle agenzie:

NO DEGLI IMPUTATI ACCUSA: "MI AVEVA PROMESSO AIUTO, HO TACIUTO" (DIRE) Bologna, 25 giu. - Colpo di scena al processo per truffa e induzione indebita a dare o promettere utilita' (l'ex concussione) per gli alloggi di via Galletta a San Lazzaro, dove secondo le indagini della Squadra mobile e della Procura furono commessi diversi reati relativi alla vendita di appartamenti che essendo in edilizia convenzionata andavano assegnati con criteri ben precisi che non sempre sarebbero stati rispettati. Il colpo di scena, andato in scena alla scorsa udienza del 14 maggio, e' stata la testimonianza di Lorenzo Cavicchioli, imputato in quanto allora procuratore speciale di Cipea; a lui era affidata la vendita degli alloggi (e in alcuni casi chiese somme in nero in aggiunta al prezzo previsto dalla convenzione).     Ebbene, Cavicchioli ha puntato il dito contro Muratori, spiegando in aula che da presidente di Cipea sapeva tutto e che la richiesta di somme in nero (500 euro a metro quadrato) era "concordata" con lui fin dall'inizio. Cavicchioli, fu cacciato dal Cipea dopo l'esplosione del caso e sostituito; in aula ha anche aggiunto di essere stato "omertoso" e reticente, durante i due interrogatori svolti davanti al pm Rossella Poggioli nel corso delle indagini, perche' gli era stato chiesto di addossarsi la responsabilita' del 'pasticcio' e promesso non solo la difesa legale ma anche "un futuro". Oggi pomeriggio alle 14 e' fissata  la nuova udienza in cui Cavicchioli verra' contro-interrogato dalle difese degli altri imputati, a partire da Luigi Stortoni legale di Muratori. Nella scorsa udienza, infatti, ha risposto solamente alle domande del suo avvocato e del pm. "C'e' solo una persona con cui puoi concordare queste cose in Cipea, si chiama Muratori Gianluca", ha detto Cavicchioli rispondendo al pm sulla richiesta dei soldi in nero, come si legge nei verbali dell'udienza di quel girono. Le somme aggiuntive in nero, ha spiegato Cavicchioli, vennero chieste per i nove appartamenti da vendere fuori dalla graduatoria del Comune di San Lazzaro.
L'indagine ha appurato che lui chiese 46.000 euro in nero ad uno degli acquirenti e Cavicchioli durante l'indagine ha ammesso l'accusa (anche perche' le prove erano schiaccianti). Ma non aveva detto quanto ha poi riferito in aula. Davanti ai pm "feci il minimo sindacale di ammissioni, diciamo, per non inguaiare piu' di tanto", ha risposto a Poggioli, spiegando che il suo comportamento fu improntato a "dire il minimo possibile". E questo perche' "mi fu chiesto di accollarmi la responsabilita'- ha affermato- a fronte del fatto che il Cipea mi avrebbe garantito la difesa legale e, diciamo, mi fece capire, un futuro".
   Di fronte alla revoca della sua procura speciale, ha detto Cavicchioli, "io non e' che avessi molto potere negoziale, ne presi atto". In una riunione che si tenne in Cipea il 16 dicembre 2009 (convocata in fretta e furia dopo che al consorzio arrivo' una lettera anonima che segnalava le richieste di somme in nero), gli venne chiesto appunto di prendersi la colpa ma anche di "far sparire le tracce sul computer". Poi la revoca della procura speciale, ma anche le promesse. Nel corso delle indagini, quindi, "non ammisi tutta la vicenda davanti ai pm ma feci solo parziali ammissioni", ha aggiunto Cavicchioli, a maggior ragione perche' lui e la sua famiglia (il padre era il titolare dell'impresa edile Idroter) erano "esposti per una cifra molto, molto elevata nei confronti di Cipea", sia per gli alloggi di via Galletta che per altri appalti.(SEGUE)   (Pir/ Dire) 11:30 25-06-15

(DIRE) Bologna, 25 giu. - Cavicchioli ha spiegato di aver cominciato a "prendere le distanze" quando, durante le indagini, si tento' di scaricare la colpa su di lui anche per quanto riguarda la vicenda del finanziere Salvatore Cucinotta (imputato insieme alla moglie per l'assegnazione di un alloggio), con un'accusa di tentata corruzione. Lui di quella vicenda, ha ribadito in aula, non ha mai saputo nulla, si e' limitato ad "assecondare" le richieste di varianti edilizie in quell'appartmento perche' "cosi' mi era stato chiesto dal Cipea".
   Le richieste di denaro in nero (che riguardavano solo i nove appartamenti fuori graduatoria, che si potevano vendere a tutti) vennero "concordate" con Muratori nel 2008, ha detto sempre Cavicchioli, ancor prima che il cantiere prendesse piede e prima che la crisi economica inceppasse la vendita degli alloggi. Cosa dovesse essere fatto di quei soldi, ha spiegato Cavicchioli, non era stato pattuito. "Io ero in stand by, ero in attesa di istruzioni", ha spiegato l'ex procuratore. "Tenni costantemente informato e aggiornato Cipea Holding di tutto quello che facevo, quindi compresa la richiesta e la dazione delle somme in nero da parte di Paolo Anderlini". Il suo tramite fu direttamente Muratori ("fino al 2008 i nostri rapporti erano costanti), poi Nicola Comastri (anch'esso imputato). Con Muratori, c'era stata una "collaborazione pluriennale" e "fino ad allora reciproco rispetto". Cavicchioli ha anche riferito di un incontro, avvenuto nell'estate del 2010 nella casa di Muratori a Milano Marittima, in cui il presidente di Cipea diede l'ok a Cavicchioli e a suo padre affinche' Idroter portasse a termine il cantiere Di via Galletta, nonostate il clamore. Oggi la 'palla' passa alla difesa di Muratori e degli altri imputati, che dovranno controinterrogarlo.
  (Pir/ Dire) 11:30 25-06-15  

sabato 7 febbraio 2015

EMERGENZA NEVE, IL COMUNICATO DI FORZA ITALIA

Il partito dei berlusconiani sanlazzaresi ha diffuso un comunicato in merito all'emergenza neve. Lo pubblichiamo integralmente.

Visti i molteplici disagi manifestatisi nella scorsa notte e nella mattinata di oggi non si può non registrare un chiaro e puro fallimento del Piano Neve gestito ed organizzato dall’amministrazione Sanlazzarese. L’intempestività degli interventi operati dal comune solo nella mattinata di oggi non sono stati sufficienti a contenere il numero non esiguo di disagi creatisi in seguito all’abbondante nevicata: gli spazzaneve sono stati sicuramente messi in funzione troppo tardi, e comunque soltanto in alcune grandi arterie, e solo nelle prime ore del pomeriggio la situazione complicata nel centro cittadino è stata parzialmente risolta. La via Emilia, arteria fondamentale per la nostra città, a causa della lastra di ghiaccio e neve formatasi presto stamattina ha creato difficoltà per tutto il traffico cittadino. Non si è visto il sia pur minimo spargimento di sale, sulle strade così come sui marciapiedi. La caduta di diversi alberi nelle frazioni e di rami su via Repubblica e via Milano non hanno risparmiato la restante viabilità. Alcune frazioni hanno passato ore senza luce, per non parlare della poca tempestività per quello che riguarda le scuole elementari, medie, superiori di San Lazzaro, i servizi di mensa, che hanno visto genitori non informati e allibiti dalla generale gestione dell’emergenza. Alcune scuole, come alla Ponticella, sono state chiuse senza previamente informare né i genitori né gli stessi insegnanti. Altre ancora, come le Fantini o le Donini, sono rimaste chiuse per la totale mancanza di riscaldamento. Nelle ultime ore numerose vie si sono allagate, causando ulteriori disagi e visti i livelli pericolosi dei numerosi corsi d’acqua nel nostro comune, viste le previsioni di precipitazioni, ci auguriamo che la manutenzione di fiumi e torrenti sia già stata messa in atto e che l’amministrazione stia effettivamente tenendo sotto controllo i livelli di tali corsi d’acqua che in alcuni casi, come nella zona pedecollinare al confine con il Comune di Ozzano stanno preoccupando i residenti. Il sottopasso di via Poggi è rimasto completamente allagato e non è stato predisposto alcun servizio di segnaletica atto a deviare la circolazione stradale. Non possiamo che bocciare questo Piano Neve, un piano a nostro avviso e anche secondo il parere di numerosi cittadini che ci hanno contattato arrabbiatissimi, del tutto inadeguato a gestire l’emergenza. Troppi ritardi, troppa disinformazione. L’Amministrazione comunale, è proprio il caso di dirlo, non ha imparato dagli errori commessi soltanto due anni fa e che all’epoca già segnalammo. Speriamo che la tassazione comunale, tra le più alte della provincia, serva a fronteggiare queste emergenze, ma dato questo ennesimo episodio di incuria e cattiva gestione, ci sorge il dubbio che ciò non avvenga.

Il gruppo consiliare
Avv. Samuele Barillà - Capogruppo
Francesco Rossi
Omer Maurizzi