domenica 4 aprile 2010

Anche a San Lazzaro urge un Commissario


Repubblica Bologna titola oggi: EX SABIEM NIENTE ALLOGGI.
Non vi saranno parchi pubblici e neppure appartamenti sui suoli dell’ex SABIEM di Bologna dove il costruttore RAGGI, noto a Bologna e Provincia, aveva già messo le mani acquistando il terreno che un tempo ospitava una fabbrica.
Con il placet dell’ex Assessore Degli Esposti della Giunta DELBONO, avrebbe visto la luce un progetto faraonico da destinarsi alla costruzione di case, almeno 200, con dotazione di parchi e luoghi di aggregazione.
Motivo del diniego? “L’inquinamento dei suoli”.
Lo scrive il Capo del Dipartimento Servizi alla città, Giacomo CAPUZZIMATI, nel documento che 10 giorni orsono il subcommissario prefettizio Michele Formiglio ha inviato al Dr. Vito TOTIRE, medico del lavoro attivo nelle battaglie per l'ambiente.
Nella missiva si legge: “I valori di idrocarburi rilevati con le analisi del suolo sono superiori ai limiti stabiliti per la destinazione d’uso residenziale o di verde pubblico”.
Quindi aggiunge: “la sola destinazione futura di quelle aree potrà essere o commerciale o industriale”.
Lo studio di impatto ambientale risale al 2003 e in quella occasione vennero eseguiti ben 3 sondaggi dei suoli. L’esito di quel controllo evidenziò da subito il superamento di quei limiti di legge in misura tale da non prevedere alcun insediamento urbanistico - residenziale. oggi, né domani. mai, forse.
Totire ha commentato la discrasia evidente tra queste conclusioni cui si era pervenuti già nel 2003 e le ventilate autorizzazioni all’edificazione che l’Assessore all’Urbanistica della Giunta DELBONO aveva in animo di concedere al costruttore RAGGI, passando attraverso uno strumento assai in voga nella nostra Provincia: la creazione di un Laboratorio di Urbanistica partecipata tra i residenti (sbandierato come modello esemplare di democrazia partecipata, nella trasmissione fintamente imparziale “Report” che se ne occupò con riguardo alla riqualificazione del quartiere Navile di Bologna).
Un passo preliminare quanto inutile già visto nell’hinterland bolognese, a San Lazzaro in particolare: ossia rendere pubblici i progetti, edulcorarli, scongiurare l'insorgere dei comitati e poi concedere licenze edilizie. Sempre e comunque. Secondo i canoni dettati dagli organi di partito che privilegiano questo insulso e irritante spot della cosiddetta partecipazione della cittadinanza ai programmi della Giunta (e del Costruttore). Parole che prescindono dai fatti ai quali, in realtà, non è ammessa partecipazione alcuna ma che rendono sfavillanti le promesse e il governo del territorio pre- e post elettorali. Chissà se quel Laboratorio partecipato avesse previsto lo snocciolamento alla cittadinanza dei valori emersi dalle analisi del terreno.... visto che erano noti sin dal 2003.
Ad ogni buon conto, l'ipotesi del mirabolante insediamento comunque non vedrà la luce solo per il precipitarsi dei noti eventi amministrativi bolognesi, la caduta della Giunta DELBONO e l’avvento di un salutare Commissariamento della città.
Il nostro pensiero non può che correre simultaneamente dai fatti bolognesi della ex Sabiem alle Case edificate in Via Ca’ Ricchi in San Lazzaro di Savena e al Parco “fluviale” che nascerà sulle macerie dell’ex depuratore HERA, dirimpetto a quelle stesse abitazioni.
Per evidenziare un percorso analogo quanto accidentato. Che deve fare riflettere.
Ci domandiamo chi abbia consentito che le case di Via Ca’ ricchi su terreni analogamente saturi di idrocarburi, edificati su una ex area industriale adibita a deposito di carburanti, venissero destinate a uso residenziale, finanziate dalla Regione Emilia Romagna, consegnate agli acquirenti, occupate da oltre due anni e “regolarmente” ancora prive di abitabilità senza sanzione alcuna?
Chi ha permesso che venissero edificate prima di opportune bonifiche e malgrado precise delibere a riguardo?
Chi continua a fare finta di non sapere che l'abitabilità non è tuttora concessa perché i valori del terreno non risultano ancora, dopo anni, nei limiti di legge?
Chi ignora che da anni è forse ancora in corso una bonifica su aree dove comunque si è ugualmente costruito mitigando l'insalubrità dei suoli attraverso l'installazione di pompe di depurazione nei piani interrati delle case già occupate da oltre un biennio?
Ripetiamo: CHI ha concesso quelle licenze? CHI ha permesso che si edificasse effettuando una bonifica dei suoli pre e post edificazione degli immobili?
CHI sta consentendo che sorga un Parco Fluviale su aree allo stesso modo non destinabili a verde pubblico?
Chi, ribadiamo CHI ha previsto per simili luoghi, insediamenti abitativi destinati all’edilizia residenziale pubblica? Chi ha inteso trasformare un’area industriale con siffatte caratteristiche in un’area residenziale?
Chi presenziò alla consegna e l’inaugurazione di quelle case prive di abitabilità?
Chi ha gestito le operazioni di bonifica su terreni ove già sorgevano case regolarmente abitate? Ovviamente sono tute domande retoriche, dato che per trovare le risposte basta consultare l’elenco degli Amministratori locali degli ultimi 10 anni. Personaggi che sono quasi tutti ancora lì e siedono sulle stesse poltrone.
Oggi abbiamo un riscontro di legalità forte e maturo da un Subcommissario Prefettizio con Delega all’Urbanistica a Bologna, assegnato dal caso ai cittadini bolognesi e che compie un passo di profonda legalità.
Non soltanto in aperta controtendenza rispetto alla Giunta DELBONO ma nella forma di un atto di grande rispetto civico verso la cittadinanza. Un passo da prime pagine. Che invece passa quasi in sordina sulla Stampa locale.
A San Lazzaro succedono fatti di portata sicuramente più clamorosa, sulla medesima scabrosa materia e per case che sono sorte su terreni ugualmente inquinati da idrocarburi con dirimpetto l'ipotesi di un lussureggiante (edificando) parco fluviale che vedrà la luce su di un ex depuratore. Senza che alcuno batta ciglio. A Bologna un progetto che pareva già in dirittura di arrivo vede uno stop clamoroso legato al rispetto di una legge e di riscontri già noti dal 2003.
A San Lazzaro di Savena quelle realizzazioni del tutto similari hanno ugualmente visto la luce. In silenzio. Indisturbate. Garantite dalle parole di un Sindaco che rassicura tutti con il solito motivetto “E' TUTTO A POSTO. E' TUTTO IN REGOLA".
Sembra incredibile eppure pochi chilometri separano due diverse visioni del mondo. E delle regole.
A San Lazzaro ci uniamo nuovamente all’appello lanciato poche settimane orsono dal Consigliere regionale PDL Alberto Vecchi e del Coordinatore comunale PDL
Samuele Barillà che chiedevano l’intervento della Procura non avendo, ahinoi, subcommissari prefettizi in grado di offrire alla cittadinanza adeguate tutele.
A Bologna il destino o la lungimiranza di un GIP aprono la porta a nuove frontiere di legalità.
San Lazzaro attende che la Procura di Bologna chiarisca lo sviluppo urbanistico degli ultimi 15 anni.

4 commenti:

  1. A San Lazzaro di Savena l'unica cosa inquinata e' la legge e la condotta dei cari "amministratori " .

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  2. Vorremmo capire perchè la cosiddetta opposizione non si azzardi a domandare al primo cittadino chi ha rilasciato quelle licenze .
    Perchè e' davvero inconcepibile che questa città sia interessata da uno scandalo al giorno senza che si muova foglia.
    Poi , come d'incanto, ecco il sostegno alla Pizzeria senza parcheggio mentre si tace sull'urbanistica .
    Perchè ? e cosa ci fa un ricco venditore di mangimi sui banchi dell'opposizione se il suo ruolo e' stato tacitato per sempre dalla gentile concessione di alcune licenze edilizie ?
    vorremmo saperlo.

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  3. Metto a disposizione del blog la somma di 1.000 (mille) euro a copertura delle prime spese legali per la redazione di un esposto alla Procura della Repubblica.
    Spero che altri vogliano seguire il mio esempio e aprire in questo modo una colletta per il ripristino della legalità a San Lazzaro di Savena.
    L'avvocato sarà scelto dagli amministratori del blog, a loro insindacabile giudizio.

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  4. Caro Marco , La Procura di Bologna e quella di Ancona hanno a disposizione , da circa 3 anni, un esposto di 400 pagine sull'ultimo decennio urbanistico locale.Nomi , cognomi , fatti , circostanze , legami .
    Molti reati sono caduti in prescrizione altri se dovesse passare la tesi degli estensori rimarrebbero in piedi sulla base di una contestazione di reato associativo. Non sappiamo quale sia l'orientamento della "nuova" magistratura bolognese .Sarà comunque interessante leggere il dispositivo del GIP quando verrà il momento .
    Per adesso le vittime dei reati rispondono di diffamazione nei riguardi degli autori di quei reati.... con il beneplacet di Legacoop .Questo e' il decorso surreale dei fatti .
    Per Via Ca ricchi e dintorni vedremo il da farsi . Per il resto , grazie a tutti .

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