mercoledì 2 giugno 2010

L'ESPOSTO DELL'ON. RAISI IMBARAZZA LA CRICCA. ANCHE A SAN LAZZARO

A proposito dell’ultimo esposto presentato alla Procura della Repubblica dall’On. Enzo Raisi, deputato del PDL, abbiamo ricevuto una lettera di un cittadino che ci chiede di rimanere anonimo per evitare sgradevoli ritorsioni, di cui già è stato oggetto nel corso degli anni:

 

Cara Redazione,

 

Il Resto del Carlino del 2 giugno 2010 ci racconta una verità sconcertante ma nota.
“A San Lazzaro chiesti soldi in nero per appartamenti in edilizia convenzionata”
I fatti emergono da un esposto dell’on. Raisi (Coordinatore provinciale PDL) relativi alle attività del CIPEA, il cui Direttore Gianluca Muratori è al centro di indagini giudiziarie correlate all'affaire Del Bono.
Secondo la Stampa i fatti sanlazzaresi attengono all'edificazione di 30 alloggi in regime di edilizia convenzionata edificati in San Lazzaro di Savena, in Via Galletta.
La Stampa non dice che forse quegli stessi immobili, magnificati alcuni giorni orsono da un Assessore locale forse siano proprio da individuarsi nelle “nuove” case Andreatta.
Sorprenderebbe se lo stesso Assessore, già noto inauguratore di case su suoli inquinati e senza abitabilità, sia ora involontario promoter di case di nuovo al centro di inchieste giudiziarie, di una truffa parrebbe: ma si sa, il destino è talvolta beffardo.
Torniamo ai fatti: l’edificazione del complesso immobiliare è affidato dal Comune di San Lazzaro alla CIPEA Holding Spa, trattasi di edilizia convenzionata legata a tassativi parametri dimensionali e di prezzo. Poi magari qualcuno chiedeva del nero…
Ecco cosa accade: due cittadini si rivolgono alla Guardia di Finanza spiegando che chi doveva condurre la compravendita avrebbe richiesto somme di denaro aggiuntive fino al 35% rispetto al prezzo convenzionato.
I cittadini indicano nel figlio del titolare della Società edile al servizio di CIPEA l'autore della richiesta “aggiuntiva”. Sul suo nome il più stretto riserbo ma non appare arduo a chi ci segue comprendere di chi si tratti.
Ecco dunque intervenire il Sindaco Macciantelli (intervistato dal Carlino) cui i cittadini avevano richiesto, in tempo imprecisato, un incontro per narrargli tali vicissitudini: “il cittadino mi raccontò fatti che, se veri, erano gravissimi. Gli dissi di mettermi per iscritto quei fatti così avrei dato seguito alla cosa. Lui mi mandò una lettera che io, nel giro di due giorni, girai alla Finanza insieme a una mia missiva”.
Aggiunge: “è dovere di una Pubblica Amministrazione laddove venga a conoscenza di presunte irregolarità segnalarle all'Autorità preposta senza tergiversare, è quello che noi abbiamo fatto senza guardare in faccia nessuno. Naturalmente saranno gli inquirenti a stabilire se sussistano o meno reati, non spetta certo al Comune il quale ha però il compito di vigilare”.
I fatti sono emblematici: un Sindaco ha notizia di un reato e reclama una relazione scritta da un cittadino che poi invia alla Polizia Giudiziaria con personale missiva di accompagnamento. Contestualmente ci informa che compete alla Pubblica Amministrazione segnalare reati alle Autorità. Peccato dimentichi la gravità dei fatti di Via Speranza e di Via Amendola, degli abusi edilizi di interi azzonamenti, dove non annullò mai alcun atto illegittimo, in primo luogo varianti e sanatorie, e ignorò le denunce dei cittadini, demonizzandoli senza ritegno.
Intendiamoci: il primo passo sarebbe quello di dirottare il cittadino alla Polizia e non quello di farsi redigere una relazione tanto più che si evidenzierebbe un diretto coinvolgimento del Comune che proprio alla CIPEA ha affidato la gestione del complesso immobiliare.
Con piacere però notiamo che il percorso ha invertito il proprio iter: ora è il Sindaco che invia le denunce dei cittadini agli inquirenti mentre anni orsono erano gli inquirenti a inviare al Sindaco (Bacchiocchi) le denunce dei cittadini a carico del Comune e dello stesso Sindaco.
Peccato anche che, sebbene la comunicazione sul riscontro degli illeciti dell’azzonamento n° 9 pervenne da un GIP e non da comuni cittadini, il Comune abbia fatto finta di nulla, anche circa il rilascio di sanatorie illegittime utili a sanare abusi sanciti come insanabili dall’Autorità Giudiziaria.
Dove ancora, per chiarire i fatti, dimenticò di contestare “abusi edilizi intravisti” ad alcuni Dirigenti Coop permettendo che contratti di appalto privi di riscontro contabile (rispetto ai reali contratti fatturati rinvenuti dagli inquirenti presso committenti e costruttori) continuassero a permanere in convenzioni urbanistiche allo scopo di maggiorare dolosamente i prezzi di quelle case popolari.
In quel caso, l’integerrimo Sindaco non si avvide che quei contratti recavano la firma di un importante costruttore cui è attualmente affidato il rifacimento del palazzo comunale… Dimenticanze certo, solo dimenticanze.
Non si avvide di Impegnative di Programma siglate da Assessori dove vi era il ferreo richiamo all’obbligo di vigilanza comunale, che invece oggi tanto declama. E non si avvide neppure che quelle case fossero prive di collaudo statico ma peraltro dotate di un allegro rilascio di certificati di abitabilità. Come a L'Aquila, giusto per intenderci.
Certo, in quei casi, informò le Autorità. Ma per censurare un Pubblico Ufficiale scomodo, scomodissimo, e non già per denunziare gli autori di quei gravissimi reati.
Un fastidio enorme quello del Sindaco, che ora interagisce con la Guardia di Finanza del suo stesso Comune.
Non è un caso che proprio in quel Comando operi un ardito militare che beneficiò di un attestato comunale per l'erogazione di fondi pubblici legati all'acquisto di una casa popolare. Il Comune attestò il regolare possesso dei requisiti del soggetto in questione, la Regione scrisse che non li possedeva, aggiunse che quel dato era macroscopico e glieli revocò. Ma intanto aveva già acquistato l'immobile prefinanziato da fondi pubblici non erogabili.
E non è un caso che quel Comune sia al centro di indagini da parte di quel medesimo Comando.
E ora dunque un nuovo scandalo. Dove prima si studia la denuncia del cittadino e dopo la si invia all'organo di Polizia. In una operazione trasparenza che a noi piace accostare a qualcosa di molto simile a quella di una pozzanghera.
Perché dunque, il Sindaco sottolinea attraverso la Stampa questo nuovo scandalo proprio quando è il Deputato del PDL Raisi a presentare un esposto su CIPEA cui un capitolo è dedicato, tra le altre cose, alle abitazioni di via Galletta?
Ora, davvero pochi tra consiglieri di opposizione e di maggioranza potranno storcere il naso: trattasi di speculazione. Grave e su fasce deboli. Lo dico inascoltato da anni aggiungendo che non è più un caso che San Lazzaro sia la location ideale di tali pratiche. Il perché non sta a noi stabilirlo.
Anche in Via Speranza vi furono richieste di aumenti aggiuntivi così come in via Galletta.
Ora: Commissione d’inchiesta o silenzio. Tocca alla politica richiedere dimissioni o fare finta che non sia accaduto nulla. E a richiedere ogni carta. Prima fra tutte la missiva del Sindaco –investigatore.

 

Lettera firmata

4 commenti:

  1. giusto dare risalto, giusto esporre i fatti ma se la persona in oggetto si é fatta avanti con il comune e la gdf non vedo dove sia il problema nel pubblicare il suo nome...ormai chi di dovere sa giá chi sono le parti in cause e probabilmente anche.da dove provengono queste presunte minaccie.

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  2. Vergognati Macciantelli , vergognati di anni e anni di porcherie

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  3. Ora che ha imparato il contenuto della denuncia del cittadino , il Sindaco puo' ritenersi tranquillo e organizzare una difesa adeguata .
    Lo sanno anche i sassi che in questo Comune non vi è alcuna correttezza e trasparenza . Peccato che ora il Sindaco faccia il paladino della giustizia ...non gli crede nessuno . Perchè non annuncia che si costituirà parte civile se accertati i reati ? Perchè? é l'unico Comune della Provincia dove avvengono quotidianamente e da anni queste grandi vergogne !!!

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  4. Riccardo, sai perche'? Perche' a San Lazzaro comanda la Banda Bassotti. :-)

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