lunedì 3 giugno 2013

LA COLATA DI CEMENTO

Il Corriere della Sera edizione di Bologna ha dato spazio pochi giorni fa alla dura polemica tra Macciantelli e moltissimi cittadini, riunitisi in comitati, a proposito di quella che è stata ribattezzata la "colata" di cemento che a breve devasterà la frazione di Idice. Al link qui sotto si trova una sua esemplificazione elaborata dal sito della lista civica Noi Cittadini.

LA COLATA: IL 4 GIUGNO ALLE ORE 18 I CITTADINI DI SAN LAZZARO SI RITROVANO IN PIAZZA BRACCI PER DIRE CHE NON CI STANNO.

QUI l'articolo del Corriere.

Resta poco da aggiungere: questo blog si occupa da anni di vicende come questa, che hanno contraddistinto i due mandati del Sindaco in carica, il futuro politico del quale, nonostante egli si sia prodigato in tutti i modi (e la "colata" ne è un esempio lampante), appare sempre più oscuro e incerto. Già signor Sindaco, si potrà apparire in continuazione su stampa e tv locali, si potranno addirittura scrivere articoli a cadenza settimanale, ma alla fine di tutto, gli atti compiuti in 10 anni di mandato pesano come macigni, e sono lì sotto gli occhi di tutti (a partire dai propri colleghi di partito).

3 commenti:

  1. E' stato un grande successo, circa 300 persone, la stessa SEL spaccata (parte appoggia il sindaco parte era in piazza). ETV ha dato ampio spazio alla cosa: forse il vento sta cambiando? La replica del Sindaco si commenta da sola: ha parlato solo delle case Andreatta, peccato che ieri i cittadini manifestassero contro lo scempio del POC su Idice....il sindaco forse pensava alla sua scalata al PD provinciale. Scalata che si annuncia più ardua del previsto.

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  2. Gentili amici vi invito a leggere e a pubblicare un articolo di G. Stella sul Corriere della Sera di oggi 12 giugno ; Forse qualcuno troverà similitudini ..................

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  3. Gian Antonio Stella Corriere della Sera del 12 giugno 2013 ...... :

    Evviva il giornalismo d’inchiesta! (Purché cacci il naso altrove). Potrebbe essere questo il motto del Comune di Marsala. Nei giorni in cui spendeva 113.500 euro per il «3˚Festival del Giornalismo d’inchiesta», il sindaco della cittadina Giulia Adamo (pardon, «on.le Giulia Adamo»: ci tiene moltissimo al salamelecco con cui firma i documenti ufficiali) dava il via a un avvocato perché chiedesse 50 mila euro di risarcimento a Giacomo di Girolamo, direttore del giornale on-line Marsala.it. Ma non per un articolo contenente qualcosa di falso. Nulla di specifico. Perché «fin dall’insediamento del sindaco il il quotidiano web «ha adottato una linea editoriale di critica e avversione che in parecchi casi è andata ben oltre il limite della legittima corretta informazione violando il requisito della "continenza espressiva"». Una tesi già sostenuta in una delibera di giunta che si lagnava (fate attenzione all’uso delle virgolette) di «un’attività di continua pubblicazione di "giudizi", "critiche", "disapprovazione" che accompagnano le "notizie" sull’amministrazione comunale». Ma dai! Secondo l’avvocato del Comune, «è sufficiente scorrere alcuni di questi articoli per rendere conto della efficacia lesiva dell’immagine del sindaco e quindi dello stesso Comune, data la loro indubbia efficacia, attraverso accostamenti di notizie personaggi, titoli intrisi di espressioni allusive, di una forma espositiva palesemente non neutrale, bensì faziosa e tendenziosa…». E via così, di lagna in lagna sui giudizi e le critiche. «Bullismo istituzionale», ha risposto Giacomo di Girolamo che da anni conduce battaglie quotidiane contro la mafia, la criminalità organizzata, la cattiva politica.Che alcuni servizi abbiano dato fastidio alla signora è probabile. Ad esempio quello in cui si chiedeva perché «i mezzi della raccolta differenziata a Marsala, della Aimeri Ambiente, facessero rifornimento proprio nelle stazioni di servizio di proprietà del Sindaco Adamo e della sua famiglia». O quello che dava notizia di un’indagine della Finanza sui modi in cui erano stati spesi 1.690 euro di finanziamento pubblico quando la donna era capogruppo al consiglio regionale dell’allora Pdl Sicilia. La spiegazione fu indimenticabile: «La somma fu impiegata per l’acquisto di un vassoio d’argento, presso la gioielleria Fecarotta di Catania, a nome del gruppo, come regalo per il matrimonio del figlio dell’on. Nino Strano che, a quel tempo, rivestiva la carica di Assessore Regionale al Turismo, Comunicazioni e Trasporti». Se la signora trova normale usare soldi pubblici per fare un regalo di matrimonio al figlio di un assessore perché mai dovrebbe querelare un giornalista pagando da sé l’avvocato? E così comodo farlo pagare ai cittadini…

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