domenica 18 luglio 2010

MACCIANTELLI SENZA VERGOGNA UN ANNO DOPO...

Il Corsera di Bologna proponeva stamane 17 luglio 2010 un lungo articolo del Sindaco di San lazzaro di Savena Marco Macciantelli sulla cosiddetta città metropolitana.
L'articolo è in definitiva un lungo messaggio alla politica locale sotteso a ricordare che la Città metropolitana, un progetto politico di stampo cinese se non fosse stato ideato a Bologna, non può ignorare il ruolo del Territorio e delle sue rappresentanze.
In altre parole: ci sono anche io, qualunque soggetto politico si decida di partorire.
Ciò che attira la nostra attenzione, nelle pieghe della verbosità sindachesca, è la seguente affermazione: “Diffidare dalle ingegnerie, guardare ai cittadini, alle loro libere associazioni”.
Ebbene soltanto un anno orsono il medesimo Sindaco pubblicava un articolo su Repubblica dal titolo “Il COMITATISMO UCCIDE IL CIVISMO”
Un breve concentrato di fastidio e astio nei riguardi dei comitati sorti nel suo Comune, accusati sulla stampa di badare a tornaconti e personalismi sino a divenire uccisori del civismo.
Un articolo pesante, una gaffe senza precedenti cui seguì la seguente replica da parte di Maddalena Piccolo addirittura su un sito del PD.
Al suo imbarazzo si aggiunse il nostro, accresciuto da questo odierno cambio di passo: prima il “comitatismo” era demoniaco (su Repubblica), ora, un anno dopo (sul Corsera), è indispensabile aprire ai cittadini e alle loro libere associazioni.
Che dire? Vi riproponiamo integralmente la lettera della Signora Piccolo cui potremmo dare il titolo facile e scontato di: SENZA VERGOGNA UN ANNO DOPO..


"Nell’imminenza di venire travolto dal Civis, che ha fatto di San Lazzaro la propria cavia, non sapendo più con chi prendersela, il sindaco Macciantelli rivolge le sue ire contro i comitati, accusati, non senza richiamarsi allo specchio infranto delle identità, immagine evocata a suo tempo, con ben altro spessore da Eugenio Scalfari, di curare il proprio “particulare”, di essere giustizialisti, termine oggi di gran moda e sul quale si concorda con fervore da una parte e l’altra della barricata, di contribuire addirittura alla “destrutturazione” della politica, e buon ultimo, ma perno di tutto l’argomentare, di uccidere il civismo.
Ora vorrei capire cosa intende Macciantelli per spirito civico o civismo, da lui contrapposto al “comitatismo”. Forse le altezzose sfuriate di qualche intellettuale che mai si abbasserebbe a considerare i problemi concreti con i quali si deve misurare il semplice cittadino? Forse la civile manifestazione di piazza sugli alti temi sui quali si confronta la società? Forse la sfilata dei lavoratori che reclamano i loro diritti?
Probabilmente tutto questo, che costituisce aspetto sacrosanto del vivere comune, ma che non esaurisce quella che in democrazia si chiama partecipazione, evocata a gran voce alle elezioni di turno, finché non si concretizza in richieste concrete.
Perché tanta meraviglia quando i cittadini propongono argomenti che li riguardano, e –orrore – minacciano di non votare più chi non vuole prendere in considerazione le loro istanze, quando si continua a aderire con convinzione alle richieste provenienti da imprese, istituzioni e da chiunque abbia il potere di spostare grandi masse di voti?
Perché gruppi di cittadini non possono far valere i propri diritti per via giudiziaria, quando si sia constatata l’assenza di ascolto da parte delle istituzioni, senza essere tacciati di giustizialismo?
Certo poi che attribuire ai cittadini comportamenti tipici dei partiti politici che li hanno portati o li porteranno alla progressiva dissoluzione costituisce il massimo dell’impudenza!
Ma quali “apparati di una volta” quando ogni giorno dobbiamo constatare l’esistenza di uno zoccolo duro di comportamento dei partiti che, orfani ormai di qualsiasi visione della società di largo respiro, si aggrappano con affanno alle vestigia del potere per mantenere piccoli e grandi privilegi?
Ne consegue che l’ideale di popolo per costoro è un insieme di sudditi proni, che si incolonnano festosi per il voto, e che fino alla prossima tornata elettorale piegano la schiena e accettano qualsiasi decisione provenga dall’alto dei Palazzi.
Ma purtroppo per lor signori i cittadini, civismo o comitatismo che sia, continueranno a raccogliere firme perché, se è vero che è sufficiente una persona a porre una questione giusta, è certo che, per chi dipende dal consenso elettorale, migliaia di firme hanno il loro peso.
E poi tocca al Macciantelli di turno dimostrare che la questione posta non ha validità.
Maddalena Piccolo
Presidente Associazione l’Altrainformazione

 

3 commenti:

  1. Che pagliacciata questa Amministrazione ...

    RispondiElimina
  2. Ormai nel PD ridono di questo ingombrante signore . Ingombrente come quei vecchi mobili di cui non si riesce a liberarsi . Il "mobile" lo sa e cerca disperatamente di farsi notare . Di tentarle tutte coprendo la comunità di ridicolo .
    Ma avete mai udito un Sindaco "di sinistra" anzi un Sindaco in generale offendere un disabile a mezzo stampa ? Offendere i comitati cittadini ? Negare evidenze, mascherare la verità ?
    San Lazzaro di Savena è divenuto il comune -burla della Provincia . Oltre che il piu' corrotto naturalmente.......

    RispondiElimina
  3. Il vernacolo perugino offre una colorita espressione per definire simili personaggi: "pucciotto". Che tradotto in italiano, significa all'incirca "giullare", "buffone", "pagliaccio".
    I giullari avevano un ruolo ben preciso presso le corti signorili rinascimentali: divertivano e all'occorrenza elargivano saggi consigli al regnante.
    Oggi a San Lazzaro regnano i pucciotti e i "signori" (intese come persone educate e per bene) sono pressoché estinti ad opera dei giullari.

    RispondiElimina

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.