giovedì 16 luglio 2009

Testo completo linee programmatiche del sindaco di S.Lazzaro e risposta dell'opposizione. Meritano lettura.


Articolo del "Resto del Carlino" di oggi giovedì 16/07/2009 riguardante la riunione del Consiglio Comunale del 14/07/2009 in formato leggibile qui:
http://img156.imageshack.us/img156/7871/04articolo.jpg


Oggi vi scrivo quasi commossa, perchè finito di leggere l'articolo di cui sopra, per il quale mi trovo a complimentarmi con Lorenzo Priviato per l'obiettività, ho visto la nostra "operosa Prima Massaia" fare la spesa nella bottega di vicinato... stranamente non accompagnata dai fotografi e cronisti di corte.... ihihihihihi!!!! XD

Per diritto/dovere di cronaca, non trovando sul sito del Comune di San Lazzaro di Savena il testo completo dei 35 interminabili minuti di discorso del nostro sindaco durante la seduta del Consiglio Comunale del 14 luglio 2009 e il relativo "smontaggio" presentato da parte di un gruppo dei consiglieri dell'opposizione, li pubblicherò qui per coloro che non hanno avuto la fortuna di poter assistere.
Ringrazio ancora Viviana Raisi che me li ha fatto pervenire e invito anche Massimo Bertuzzi a farmi avere copia del testo del suo intervento... inoltre adorerò poi chiunque mi faccia pervenire la trascrizione completa della difesa finale del sindaco messo di fronte a questi DATI DI FATTO.


Il testo è lungo, ma invito seriamente a prendersi del tempo e leggere con attenzione.

Chiunque sia a conoscenza della REALE situazione del territorio e della gestione dei passati 5 anni avrà 2 possibili reazioni leggendo le linee programmatiche esposte con bellissime parole dal nostro sindaco:
1)Un pesante moto di disgusto
2)Una incontenibile risata fino alle lacrime come nel mio caso... è stata una tortura trattenerla nella Sala del Consiglio sentendo queste parole... è stato un po' come trovarsi all'ascolto di un disco di cosiddetto "Rock Satanico"... bastava interpretare buona parte del testo al contrario per riconoscere la realtà dei fatti... ihihihihi!!

A voi lettori l'ardua sentenza su ciò che veramente rimarrà scolpito nelle nostra memoria per i prossimi cinque anni:

Discorso di Macciantelli:
ILLUSTRAZIONE DELLE LINEE PROGRAMMATICHE DEL MANDATO 2009-2014
CONSIGLIO COMUNALE DEL 14 LUGLIO 2009


"Care colleghe, cari colleghi,
comincia un nuovo mandato, l'eco della campagna elettorale è alle nostre spalle, cerchiamo di tenerne conto anche nel nostro dibattito.
Il voto ci consegna un duplice impegno: quello di chi è stato incaricato di governare, quello di chi è chiamato ad esercitare il compito di controllare e, se necessario, di segnalare limiti o insufficienze.
La democrazia prevede due istanze, entrambe indispensabili, che devono contemperarsi: le ragioni della maggioranza e quelle delle minoranze, in un bilanciamento che è fatto di responsabilità e di controlli incrociati.
La sfida dell'adeguatezza riguarda tutti, non risparmia nessuno.
La prima forma di partecipazione popolare, nello Stato costituzionale di diritto, è l'assemblea elettivo-rappresentativa. E' la forma più alta di partecipazione. Ogni altra istanza la può arricchire, ma non sostituire.
Sarebbe una gran bella cosa che ci si intendesse sul fatto che tutti noi abbiamo ricevuto una legittimazione popolare e che ciascun consigliere, per la sua quota parte, ha dietro di sé un mandato dei cittadini. Ne trarrebbe un giovamento la chiarezza e la qualità del servizio che tutti siamo chiamati a rendere alla comunità.
Non c'è qualcuno che possa invocare a sé, o esclusivamente per sé, una forma di maggiore investitura, senza con ciò ledere il buon senso, il rispetto degli altri, la stessa volontà dei cittadini che si sono espressi, non più tardi di alcune settimane fa, con l'espressioni più esplicita del loro orientamento.
La prima seduta di questo Consiglio ha registrato un clima positivo che ci impegna a operare nella distinzione dei compiti per rendere ancora più incisiva l'iniziativa istituzionale col concorso di tutti, di ciascuno gruppo consiliare, nonché della cooperazione, sollecitata dalla legalità amministrativa, tra Consiglio e Giunta, attraverso un proficuo lavoro delle Commissioni consiliari.
Colgo l'occasione per rinnovare il mio apprezzamento e il mio augurio di buon lavoro a Corrado Fusai e Omer Maurizzi, colleghi le cui capacità non possono che accrescere il profilo istituzionale di questa assemblea elettiva.

Come ispirazione generale ci muoveremo lungo il percorso già tracciato: centralità del cittadino, sforzo di migliorare la capacità realizzativa, imparzialità, apertura al confronto e alla partecipazione.
Si tratta ora di proseguire le tante buone cose sin qui avviate - come abbiamo detto in campagna elettorale - per un Comune sempre insieme alla comunità.
Anche il buon governo non è esente da critiche, anzi può essere sottoposto a critiche, di cui tuttavia proprio il buon governo sa giovarsi per correggersi e migliorarsi.
Con questo spirito lavoreremo con l'unico obiettivo di servire la comunità, tutta, quella di chi ci ha dato consenso e quella di chi non ha ritenuto di farlo.
I risultati conseguiti, da un lato, sono un chiaro incoraggiamento a continuare, dall'altro rappresentano un invito, anche da parte della nostra gente, a fare meglio e di più.
E' un messaggio che facciamo nostro.
Personalmente ho un cruccio: dobbiamo guardare di più in direzione degli "invisibili", di chi se ne sta in diparte, silenzioso, non dei soliti noti o dei professionisti del dibattito; dobbiamo guardare di più a quelli che non hanno voce, o rischiano di non averne, eppure hanno dei problemi, veri, autentici.
Penso a coloro che perdono il lavoro o che non sanno come arrivare alla fine del mese, o in casa e in solitudine vivono drammi sociali o personali, magari con un disabile grave o non autosufficiente in condizioni di povertà. Lì deve essere il nostro massimo impegno, rivolto verso chi non ce la fa e ha bisogno di aiuto. E' quello che abbiamo fatto in questi anni, grazie a servizi sociali da tutti riconosciuti di qualità.

Attualmente sono 28.000 nella provincia di Bologna in cassa integrazione ed emerge, da ultimo, il fenomeno allarmante dei mancati pagamenti degli stipendi, o dei pagamenti differiti.
Il fondo contro la crisi che abbiamo costituito, d'intesa con le Organizzazioni Sindacali, va proprio in questa direzione.
In riferimento a tale fondo, le famiglie di lavoratori dipendenti e assimilati con minori che perdono il posto di lavoro o che subiscono una riduzione del reddito a causa di situazioni di crisi con perdita completa del reddito o riduzione (cassa integrazione ordinaria o straordinaria, disoccupazione, mobilità) potranno ottenere tariffe scolastiche ridotte proporzionalmente al nuovo livello di reddito.
Per ciò che riguarda l'affitto il contributo potrà essere utilizzato per sostenere i nuclei familiari con minori che si trovino in situazioni di rischio di sfratto esecutivo e che siano seguiti dai servizi sociali.
Anche il progetto "Lazzaro" andava e andrà in questa direzione.
Tutto il nostro impegno per le persone va in questa direzione.
Ecco: dobbiamo guardare ancora di più alle persone in carne ed ossa e ai loro bisogni.

La nostra è una coalizione plurale e aperta: centro e sinistra, cattolici e laici, politica e società, insieme.
Abbiamo proposto ai nostri concittadini un'alleanza delle forze democratiche, socialiste e ambientaliste, insieme al mondo cattolico nelle sue diverse espressioni e a quanti hanno a cuore la tutela della Costituzione, la visione europeista, la difesa della legalità, dell'interesse generale, dell'etica pubblica ed il principio della laicità dello Stato.
Intendiamo operare per allargare gli spazi del libero confronto e della massima valorizzazione della sussidiarietà sociale e civile.
La chiave della nostra proposta si identifica in tre parole: "cultura di governo", che per noi significa servizio disinteressato a favore della comunità nella tenace ricerca delle soluzioni possibili.
Senza velleitarismi, con l'attitudine di chi si applica con atteggiamento fattivo e pragmatico.
Sappiamo di essere sempre di più parte di un sistema globale, ma riteniamo che esista anche un localismo positivo, grazie al quale è possibile sviluppare uno spirito di appartenenza alla comunità.
San Lazzaro ha solide radici solidali che risalgono alla sua nascita nel XIII secolo. Una storia che riguarda le frazioni, dalle più antiche alle più recenti, e che comprende il patrimonio ambientale del Parco dei Gessi bolognesi e dei Calanchi dell'Abbadessa, polmone verde, meta di escursioni naturalistiche e di scoperte culturali di estremo interesse archeologico a partire dalle pionieristiche ricerche di Luigi Fantini.

Vengo ad alcuni lineamenti della nostra visione programmatica.
La politica e l'amministrazione devono costare meno, facendo propria l'attitudine del buon padre di famiglia nel far quadrare i conti, favorendo il risparmio, al fine di avere le risorse per gli investimenti necessari, praticando stili di vita improntati alla massima sobrietà.
Le risorse pubbliche sono dei cittadini: devono essere utilizzate con oculatezza. Noi vogliamo praticare questi principi, rafforzando ulteriormente la linea di programmazione economico-finanziaria che ha caratterizzato il mandato 2004-2009 in tutte le spese, a partire da quelle di rappresentanza.
Per spendere meno, per spendere meglio.
Un dato: l'imponibile Irpef dell'intera comunità sanlazzarese è di circa 500 milioni di Euro, il prelievo a favore dello Stato è di circa 120 milioni di Euro, il bilancio comunale a circa 40 milioni.
Per questo bisogna ragionare in termini di priorità: non è detto che tutto quanto è stato garantito ed erogato finora possa trovare i finanziamenti necessari per trovare completa conferma e copertura nel futuro.

Il mandato 2009-2014 si pone come positivo sviluppo del mandato 2004-2009 nel quale alcune cose sono state realizzate, altre impostate per essere portate a compimento nei prossimi anni.
L'ispirazione programmatica di fondo era e continua ad essere quella di dar vita non a progetti troppo ambiziosi, ma allo sviluppo di un grande programma di piccole opere.
Indichiamo l'esigenza di un innalzamento della qualità della città pubblica, per una San Lazzaro come comunità di rango europeo: per più cura del verde, più arredo urbano, più trasporto pubblico, più manutenzione, più controllo sui lavori pubblici, più risparmio energetico, più spazi per lo sport, i giovani, la cultura, compreso un nuovo teatro dotato di programmazione cinematografica.
Non solo: quello tra il 2009 e il 2014 sarà il mandato del nuovo Piano generale del traffico urbano, con una rivisitazione dei collegamenti con Bologna, nuovi parcheggi e riorganizzazione della sosta.
Sarà un mandato di impegno straordinario a favore delle manutenzioni, relativamente alle quali occorre proseguire il trend degli investimenti intrapresi, sapendo che, per colmare la soglia delle attese, occorreranno ancora non pochi anni di programmazione.
Ci uniamo all'Associazione nazionale Comuni d'Italia e alla mozione presentata in Parlamento con una larga approvazione perché vengano sbloccati gli investimenti che giacciono nelle casse dei Comuni a causa di una interpretazione troppo restrittiva del patto di stabilità prevista dalla legge Finanziaria.
A San Lazzaro parliamo di quasi 30 milioni di Euro che potrebbero consentire un piano straordinario di opere pubbliche orientate a dare respiro alla ripresa economica e a favorire l'occupazione, oltre che a provvedere a diverse esigenze poste dalla cittadinanza.
E' necessario e corretto continuare a destinare le risorse per gli oneri di urbanizzazione, in primo luogo, a favore degli investimenti.
La rinegoziazione del contratto di Global service, avviata negli ultimi anni, ha già comportato un risparmio di 300.000 Euro a parità di servizi; intendiamo promuovere un nuovo bando, per preparare il quale ci gioveremo di tutti i contributi e di tutti i suggerimenti, al fine dell'affermazione dell'interesse esclusivo della comunità e dell'Amministrazione.
Ci impegniamo a porre definitivamente l'Amministrazione comunale in una condizione di pieno controllo dei lavori pubblici. La nostra azione deve ispirarsi, sempre e comunque, al principio del "lavoro ben fatto".
In tema di "controllo" è opportuno rafforzare il ruolo dell'Ente locale di fronte alla trasformazione in atto indotta dal fenomeno delle esternalizzazioni e delle privatizzazioni, che ha attraversato la responsabilità istituzionale nel corso degli ultimi quindici anni, recuperando potestà della funzione pubblica.
Ciò ha a che vedere con una serie di realtà in cui il nostro Comune è coinvolto: da Hera ad Acer, ma, più in generale, con tutte le autonomie funzionali con le quali siamo in rapporto nell'impostare i servizi per la cittadinanza: dall'Asl ad Atc.
Per ciò che riguarda l'arredo urbano, il prossimo deve essere il mandato per una San Lazzaro ancora più bella, attraente, piacevole.
Per un intervento organico in questo settore e al fine di ottenere risultati di qualità, suscitando un'ampia discussione tra i cittadini e nella comunità, valuteremo con particolare attenzione lo strumento del "concorso di idee", a partire dall'esigenza di mettere mano a piazza Bracci, superando l'episodio di una fontana criticata da molti se non da tutti.

Accanto alla crisi economica affiora un'altrettanto grave crisi climatica, relativamente alla quale è in gioco la qualità della nostra vita e il futuro dei nostri figli e nipoti.
Il tema di fondo riguarda i limiti dello sviluppo, il carattere drammaticamente finito delle risorse naturali. Solo negli ultimi vent'anni è stata consumata più energia di quanta ne sia stata dall'inizio dell'era industriale, a partire dal petrolio.
Ma vi è un problema più generale, la scarsità delle fonti fossili: insieme al petrolio, il carbone e il gas. Sicché la domanda cruciale diventa: come contrastare questa tendenza? Riaffermando il valore del risparmio, quindi potenziando i programmi di produzione di energie alternative, a cominciare da quelle rinnovabili, solare e eolica.
E' indispensabile una cultura dei limiti dello sviluppo, nella consapevolezza che la dissipazione dell'ambiente dipende dai minimi atti quotidiani e che oltre il 90% dei prodotti che troviamo nei negozi contengono petrolio sotto forma di derivati chimici e/o di energia.
Purtroppo, invece, il nostro sistema è ancora impreparato, energivoro e consumista. Ma il benessere non coincide col consumo. Né lo sviluppo con una crescita esclusivamente quantitativa. C'è bisogno di una profonda trasformazione degli stili di vita e la crisi, se ben interpretata, può costituire un'occasione per formare una maggiore consapevolezza ed un cambio di mentalità.

Piano strutturale comunale, Piani operativi comunali e Piano energetico comunale (che non sono affatto moltiplicatori di nuova edilizia, ma strumenti per una corretta pianificazione del territorio al fine di contenerne il consumo) devono strettamente cooperare per ridurre le CO2.
Il verde non è solo il colore di San Lazzaro, è un bene da custodire e tutelare in tutti i modi, sia riaffermando il valore della invarianza insediativa a favore della collina e del cuneo agricolo periurbano del cosiddetto Parco delle Ville, sia dispiegando tutti gli effetti positivi del nuovo Rue e del Piano energetico comunale.
Quindi: nuove costruzioni solo se c'è un consistente e giustificato interesse pubblico, garantendo la massima l'attenzione, come già è stato fatto nel passato, ma a maggior ragione dopo quanto accaduto, da ultimo, in Abruzzo, sul rispetto delle norme antisismiche.
Intendiamo confermare l'adesione all'accordo sulla qualità dell'aria, avvenuta per la prima volta nel corso del mandato 2004-2009, con i contributi che ne derivano a favore dei cittadini sanlazzaresi, anche se ci rendiamo conto che, al contempo, occorrono interventi più strutturali, in particolare a protezione di scuole e luoghi di aggregazione giovanile e degli anziani.
Da questo punto di vista, è necessario lavorare in due direzioni.
La prima: continuando ad investire sul trasporto pubblico: Sfm (andando a colmare il vuoto di orario della mattinata), Civis, ma anche riorganizzazione del servizio autobus nell'intera comunità di San Lazzaro, specialmente a favore della frazioni, come è avvenuto nel precedente mandato per Colunga, proseguendo con convinzione la realizzazione di piste ciclabili e la loro messa a regime attraverso opportuni lavori di connessione.
La seconda: puntando sul risparmio energetico delle imprese e abitazioni, anche con opportuni incentivi, a partire dalle nuove costruzioni e promuovendo l'isolamento termico del patrimonio edilizio, orientando lo sviluppo economico in senso eco-compatibile di alto contenuto tecnologico, promuovendo il risparmio energetico pubblico e privato, realizzando alloggi ad energia rinnovabile.
Quindi: intendiamo proseguire il lavoro già avviato di potenziamento della raccolta differenziata, portandolo oltre il 50% (tra il 2004 e il 2009 dal 24% è quasi raddoppiata a oltreil 40%).
Un aspetto particolare riveste la Protezione civile, il cui servizio è stato avviato nel mandato 2004-2009 ma che merita di essere ulteriormente potenziato secondo il principio di precauzione.

Relativamente alla pianificazione territoriale, occorre definire le scelte di fondo del primo Poc sulla base del valore primario: della riqualificazione; dell'edilizia sociale; e dell'interesse pubblico, inteso come riconoscimento di servizi necessari alla comunità in termini di dotazioni territoriali.
In considerazione del Piano di riqualificazione urbana dell'area nord intendiamo valutare alcuni servizi innovativi quali: uno spazio sociale dedicato ai giovani e una nuova area religiosa.
Una cosa deve essere chiara: non vogliamo espansione; vogliamo continuare a contrastare la dispersione insediativa ed il consumo del territorio: la pianificazione dei futuri Poc sarà esclusivamente orientata a favorire l'equilibrio tra infrastrutture, servizi e residenza, confermando le attuali tendenze demografiche.
I fanatici dell'urbanistica a senso unico è bene ne prendano atto.
Occorre puntare ancora di più sulla valorizzazione delle frazioni, non considerandole realtà residuali, ma parte costitutiva della nuova comunità sanlazzarese, allargata tra dimensione urbana, rurale e agricola, tra città, ambiente e paesaggio.
Occorre proseguire e portare e termine sia l'intervento sulle Case Andreatta sia sulle Case di via Canova, che insieme definiscono una condizione straordinaria di valorizzazione del patrimonio residenziale comunale, senza distinzioni di qualità architettonica e sociale rispetto all'edilizia cosiddetta "libera".
Occorre effettuare controlli periodici sullo stato reddituale di quanti si giovano di un alloggio popolare perché, nel corso del tempo, sia ben verificato il loro reale diritto.

I servizi sociali di San Lazzaro sono storicamente validi e di qualità: il tema è mantenerli e arricchirli ulteriormente. E' un impegno di tutta la Giunta intorno al lavoro a cui si dedicherà la collega Roberta Ballotta.
Da sottolineare la ricchezza tipicamente sanlazzarese nel campo dell'associazionismo e del volontariato, grazie ad una sussidiarietà particolarmente radicata in una tradizione che risale alle origini stesse della comunità, orientata ad accogliere e ad ospitare chi aveva bisogno di assistenza.
Occorre sviluppare come un vero patrimonio questo capitale sociale, in forme pluralistiche. Il terzo settore e il volontariato sociale sono sempre di più parte costitutiva della capacità dell'Ente locale di rispondere alle nuove domande della comunità, senza che ciò significhi rinunciare al carattere universalistico dello Stato sociale.
Per ciò che riguarda le politiche del Distretto, dell'Ufficio di piano e dell'Asp il Comune di San Lazzaro deve continuare e sviluppare lo spirito di servizio con cui ha lavorato in questi anni come Comune capofila condividendo con gli altri Comuni (e la Curia relativamente all'Asp) le scelte di fondo.
Sempre nel campo delle politiche socio-sanitarie, occorre proseguire il lavoro come Comune capofila del Distretto, rendendo funzionali i rapporti con l'Asl, da una parte, e con l'Asp, dall'altra, al fine di definire una filiera di servizi fondati sul principio dell'integrazione, lavorando di più sul tema del disagio sociale.
Poi: proseguire il lavoro sulla "non autosufficienza" grazie alle risorse del fondo regionale, operando, come Comune, a favore di nuovi appartamenti protetti e per dare risposta alle liste d'attesa per ricovero in strutture residenziali.
Inoltre vogliamo guardare alle famiglie come laboratorio di socialità, come bene comune della società, perno della sussidiarietà orizzontale. Di qui una forte attenzione alla genitorialità e alle giovani coppie aiutandole ad avere consapevolezza del passo che compiono fino a concreti sostegni in tutti i passi successivi.
Il protagonismo della famiglia rappresenta una risposta alla frammentazione del tessuto sociale in quanto consente di generare benessere per l'intera comunità, sviluppando coesione sociale. Non si tratta necessariamente di creare nuovi servizi, ma di favorire forme di aggregazione, ovvero di sottolineare, nell'ambito dello Sportello sociale già aperto nei mesi scorsi, il rilievo delle politiche specificamente messe in campo a favore delle famiglie, come, nell'ambito della delega che le è stata affidata, non mancherà di sottolineare l'attività della collega Maria Cristina Baldacci.

Il mandato 2009-2014 deve essere quello di un maggiore impegno a favore dei giovani, per questo abbiamo chiesto ad un giovane come Francesco Falciatore di darci una mano.
Negli anni passati il Comune di San Lazzaro ha compartecipato al Fondo per la non autosufficienza con un cofinanziamento di 1 Euro ad abitante. In considerazione delle risorse a disposizione del Fondo, in primo luogo per l'impegno della Regione, si ritiene che il cofinanziamento possa essere orientato a favore di progetti per i giovani.
C'è poi una questione culturale molto importante che riguarda il futuro. Specie verso gli adolescenti occorre una mobilitazione di sforzi positivi e convergenti, di carattere educativo, di esempi e di buone pratiche, tra famiglia, agenzie formative ed Ente locale, per proporre loro di stili di vita che costituiscano un'alternativa credibile e attraente rispetto alla sequenza Tv, play station, cellulare, Internet, che sia in grado di indicare un'offerta culturale ulteriore rispetto alle mode, alla omologazione, al consumismo acritico e di porre in valore la sobrietà, il senso del limite, la responsabilità, i comportamenti etici e solidali.
Noi pensiamo a politiche giovanili non come luoghi-parcheggio di un tempo senza senso, ma come spazi formativi.

Grande è la preoccupazione per i riflessi del decreto Gelmini in attesa che i decreti attuativi e le indicazioni relative alle iscrizioni scolastiche facciano meglio comprendere il futuro che aspetta la scuola anche a San Lazzaro.
Sulla scuola, a San Lazzaro, occorre attrezzarsi ad affrontare la curva demografica che concerne l'obbligo scolastico, in ordine al fabbisogno di edilizia scolastica che ricade sotto la responsabilità del Comune, con una ordinata programmazione, superando definitivamente la logica dell'emergenza.
Dopo l'ampliamento delle Fantini, il nido alla Cicogna, l'ampliamento delle Mattei, l'aggiudicazione del Polo scolastico in Parco Europa è necessario prevedere, tra le dotazioni territoriali dei Poc, un ulteriore edificio scolastico, ad esempio nell'area, oggi sottodimensionata, del territorio di Idice.
Pensando all'attuale sistema educativo e culturale del Comune di San Lazzaro, occorre sottolineare il ruolo dell'Itc teatro, il terzo in Italia per numero di spettatori, se si considerano le sale sotto il 250 posti. Anche per questi concreti motivi siamo convinti che la costruzione di un nuovo teatro a San Lazzaro non sia più procrastinabile e da inserire nel primo Poc.
Nell'ambito dell'attività del nuovo teatro occorrerà pensare anche ad una programmazione cinematografica al fine di colmare un'oggettiva lacuna presente nel contesto delle attività culturali della nostra comunità.
Raccogliamo poi l'esigenza, emersa proprio all'interno del mondo giovanile sanlazzarese, di potenziare, all'interno della Mediateca, l'offerta di testi e volumi per l'utenza di tipo liceale e universitario, sia nel campo delle discipline tecnico-scientifiche, sia di quelle storiche, umanistiche e letterarie.

Il commercio a San Lazzaro è dimensionato su piccole superfici di vendita in un reticolo ampio e diffuso di botteghe di vicinato.
Tra il 2004 e il 2009 il commercio al dettaglio è cresciuto di ben 10 esercizi al dettaglio. Mentre oggettivamente marginale è cosiddetta grande distribuzione.
Il commercio non ha solo una dimensione economica, ma anche culturale e di identità locale. A San Lazzaro vogliamo continuare a puntare su un'offerta commerciale ampia e diversificata, che escluda il contrasto tra grande e piccola distribuzione. Per questo occorre impegno da parte di tutti, insieme ad una politica perequativa verso il piccolo commercio, del capoluogo ma anche delle frazioni, ipotizzando, in questo caso, anche mirate politiche di incentivi, superando la frammentazione e puntando sull'idea di sistema per favorire la crescita di un network del dettaglio veramente competitivo.
Solo l'insieme meglio coordinato dei negozi al dettaglio potrà in prospettiva sfidare la grande distribuzione sul terreno dell'attrattività e della convenienza.
Dobbiamo promuovere questa realtà come qualcosa dove, a due passi da Bologna, ci si può recare trovando l'intera gamma dei prodotti commerciali con una marcata caratterizzazione qualitativa anche nel settore alimentare.
Anche in relazione al miglioramento dei progetti di arredo urbano è importante il sostegno alle attività commerciali diffuse, ai negozi di strada, ai luoghi di incontro capaci di dare vita alla comunità.

Occorre rafforzare ulteriormente le opportunità della partecipazione. E proprio sulla partecipazione, non bisogna avere dubbi: continueremo sulla strada dell'ascolto, del confronto, del massimo coinvolgimento, anche grazie a specifici progetti a cui si già sta dedicando il collega Raymon Dassi.
Mi permetto solo una battuta: basta con la predicazione. Noi la partecipazione l'abbiamo praticata e continueremo a praticarla, con l'esperienza delle assemblee di frazione, dei forum e dei laboratori e impostando il rapporto tra l'ideazione dei progetti e la loro traduzione in atti amministrativi.
Con i cittadini occorre davvero costruire un rapporto forte, solido, che non lasci adito a dubbi. L'ascolto deve essere propedeutico ad ogni iniziativa. Tutti devono essere posti nelle condizioni di comprendere, valutare e concorrere alle decisioni.
Vogliamo valorizzare il ruolo dei consilieri comunali quale interfaccia operativo e tramite fra l'Amministrazione e i cittadini.

Aggiungo due cose: uno dei temi sui quali riteniamo possa essere impiegato il prossimo mandato è relativo ad un censimento dell'intero patrimonio immobiliare comunale anche in ordine alla valutazione dell'opportunità di una complessiva riorganizzazione degli spazi comunali volta a favorire ulteriori elementi di risparmio e funzionalità. E' uno degli obiettivi sui quali si impegnerà il collega Giuseppe Merrone.
Due: vogliamo riorganizzare la macchina comunale, d'intesa con le risorse umane e professionali del Comune e per una loro ulteriore valorizzazione, nel senso di una maggiore semplificazione e di una maggiore speditezza. Già la proposta di governo contiene l'indicazione di una distinzione, nell'area tecnica, tra un assessorato di pianificazione, affidato al collega Leonardo Schippa, ed uno operativo, affidato al vice sindaco Giorgio Archetti.
Intendiamo procedere nel senso di una più forte attitudine al coordinamento tra le aree, i servizi, gli uffici, perché da qualunque parte il cittadino interloquisca con l'Amministrazione comunale sappia di poter ottenere, in forme pronte, sollecite ed efficaci, le risposte attese. Stiamo già impostando un momento di riflessione specifico, che sarà preparato da incontri con ciascun dipendente del Comune e da una istruttoria affidata alla struttura apicale, che dovrebbe approdare, auspicabilmente entro settembre, ad una vera e propria Conferenza di organizzazione.

San Lazzaro ha dato negli ultimi anni il proprio contributo alla vita istituzionale dell'area metropolitana bolognese: dall'Ufficio di presidenza della Conferenza metropolitana all'Ufficio di presidenza della Conferenza territoriale sociale e sanitaria al Tavolo provinciale per i Psc condivisi.
Il ruolo assunto dal nostro Comune è andato, al contempo, precisandosi e meglio profilandosi come riferimento di una rete di cooperazione interistituzionale più vasta a partire dall'esperienza del Distretto socio-sanitario di cui San Lazzaro è capofila e dell'Associazione intercomunale Valle dell'Idice.
Pensiamo ad un'area metropolitana fondata sull'equilibrio territoriale tra capoluogo bolognese e territorio. E' fondamentale procedere alla trasformazione dell'associazionismo intercomunale nelle Unioni di Comuni, al fine di delineare più strutturate gestioni associate secondo quanto propone la legge regionale 10 del 2008 le quale possono avere tanta concretezza e utilità se assumono l'esperienza dei Distretti socio-sanitari.
San Lazzaro può esercitare il proprio ruolo di servizio verso il territorio stabilendo una relazione più forte tra la prospettiva della nuova Unione e il Distretto socio-sanitario.
Questo non esclude un rapporto forte e strutturato con la città di Bologna proprio perché il progetto di Città metropolitana ha un senso se è un'opportunità per tutta la cittadinanza metropolitana e non solo una sua parte.
Lo diciamo ai detrattori ovvero a i più distratti: il Comune di San Lazzaro sa stare ai tavoli, sa farsi rispettare tutelando fino in fondo gli interessi della comunità di San Lazzaro.
Noi proponiamo una chiara di idea di comunità. Vogliamo che San Lazzaro sia ben inserita nell'area bolognese, non come periferia, ma come un centro del nuovo sistema metropolitano.

Concludo. Si dice che non conta solo la mèta, ma anche, se non soprattutto, il modo come la si raggiunge. Il nostro deve essere ancor più improntato all'ascolto, al confronto, alla crescita delle istanze dello spirito civico e della cittadinanza attiva.
San Lazzaro merita speranza, gente disponibile verso gli altri, capace non solo di pensare male o di dire male, premessa in genere anche per fare male, ma, al contrario, San Lazzaro, come, d'altra parte, il nostro Paese, ha bisogno di gente in grado di pensare bene, di dire bene, di fare bene: alla comunità e a ciascuno di coloro che ne fanno parte.
San Lazzaro, ancora una volta, deve puntare con fiducia sui suoi valori: l'operosità della sua gente, il pregio ambientale, le reti di relazione, una solidarietà che ha radici antiche, ma che è in grado di produrre sempre nuove disponibilità all'impegno verso gli altri.

Vi ringrazio.
"


RISPOSTA DI VIVIANA RAISI:

"Signor Sindaco,
da una prima lettura della sua relazione sulle linee politico-programmatiche emergono ricorrenti i richiami a concetti quali "la centralità dei cittadini, apertura al confronto, all'ascolto ed alla partecipazione". Sagge parole alle quali occorre però dare attuazione, attraverso la concreta applicazione di detti concetti: orbene le polemiche di questi giorni sorte intorno allo smantellamento e bonifica dell'autolavaggio posto in via Caselle e di cui i residenti della zona hanno lamentato l'assoluta disinformazione da parte dell'amministrazione comunale e l'inadeguata quanto piccata risposta del Sindaco non và certamente nella direzione auspicata, così come non và nella corretta direzione la risposta data dal medesimo ad un nostro concittadino che lamentava la lentezza della macchina comunale e la scarsa efficacia nel far controllare e far rispettare lavori su aree di interesse pubblico affidate a privati e che si è visto rispondere dal primo cittadino che "l'Amministrazione non è un bancomat". Nell'uno e nell'altro caso i toni e la forma delle risposte, quant'anche potessero avere ragioni nel merito, non sono quelle che il Sindaco dell'ascolto deve dare ai suoi cittadini.
Esaminiamo ora i contenuti della sua relazione.
Lei sostiene, correttamente, che occorre fare propria l'attitudine del buon padre di famiglia nel far quadrare i conti al fine di avere le risorse per gli investimenti: orbene detta attitudine trova una sua prima identificazione nella capacità di valorizzazione dei propri cespiti patrimoniali di cui a tutt'oggi non se ne conosce l'entità e la stima, ma dei quali certamente se ne intuisce l'improduttività, sia sotto il profilo della destinazione sia sotto quello dell'eventuale monetizzazione per le casse comunali. La mia prima richiesta di avere censiti i cespiti del patrimonio immobiliare del Comune è contenuta in un'interrogazione presentata il 24.1.2005 e detta richiesta, sino ad oggi inascoltata, è sempre stata reiterata ad ogni discussione di chiusura del bilancio d'esercizio. Un mandato non è stato sufficiente per individuare e censire il nostro patrimonio immobiliare e ora viene indicato tra gli obiettivi, neppure tra le priorità, sui quali si impegnerà l'assessore Merrone. E così probabilmente si perderanno altri cinque anni che sommati a quelli già persi di per sé solo costituiscono spreco delle risorse pubbliche.
Condivido il suo cruccio che guarda nella direzione degli invisibili, che non hanno voce ma problemi autentici e verso coloro che hanno perso il lavoro o non sanno come arrivare a fine mese. A queste categorie di indifesi occorrerà dare risposte concrete, che ancora non leggo nella sua relazione, ed occorrerà altresì assumere responsabilmente un nuovo atteggiamento, nel rispetto dell'etica pubblica, che passa anche attraverso la ferma richiesta di riduzione del compenso esorbitante percepito dal Presidente di Hera, di cui siamo soci ed anche azionisti vincolati dal patto di sindacato di voto. Non è sufficiente l'esternalizzazione del cruccio, occorre che in un momento di grave crisi economica, come quella che stiamo vivendo, si diano seri segnali di inversione di rotta con la messa in campo di piani concreti per fronteggiarla anche attraverso il ridimensionamento, ad esempio, dei suddetti compensi che moralmente stridono e gravano sull'intera collettività. Ma non solo quelli. V'è una pletora dei soliti noti studi professionali ai quali vengono da anni garantiti incarichi di collaborazione con la nostra Amministrazione per l'approntamento di piani e studi che a ben vedere sono i medesimi proposti nelle varie Amministrazioni e per i quali paghiamo come se fossero per noi approntati ex novo.
I piani concreti per fronteggiare la crisi economica debbono partire dall'occupazione lavorativa che va salvaguardata ed incrementata favorendo l'ingresso delle nuove aziende sul territorio, non il loro dirottamento a Ponte Rizzoli, unitamente all'attuazione delle infrastrutture necessarie. Oggi, più che mai questa scelta di non consentire a nuove aziende di installarsi nella nostra città, riservando le aree industriali alla sola eventuale delocalizzazione di quelle già esistenti, è incomprensibile e va rivista. Assistiamo ad una moria di aziende, il nostro patrimonio produttivo si sta depauperando e quand'anche ci fosse qualche imprenditore disposto ad investire sul nostro territorio, magari con l'ingresso di aziende ad alto contenuto innovativo e ad alta occupazione noi gli diciamo no, grazie, se vuoi vai a Ponte Rizzoli, ma qui no non ci interessa.
Lo slogan cultura di governo inteso come servizio disinteressato a favore della comunità nella tenace ricerca delle soluzioni possibili deve tradursi in capacità fattiva e dinamica dell'Amministrazione ad intervenire sulle sue scelte pregresse adeguandole ai mutamenti contingenti di un'economia in sofferenza che incide, ed ancor più pesantemente inciderà sulla collettività dopo l'estate, valutando la possibilità di incentivare l'accesso sul territorio delle imprese che essendosi strutturate, o che vogliono e possono farlo, potranno portare un beneficio economico alla nostra città.
Relativamente allo sviluppo di un grande programma di piccole opere, in assenza di più precise indicazioni, intendo evidenziare alcune opere prioritarie che non possono essere procrastinate:
- la sistemazione del tratto superiore della Via Jussi (Jussi alta per intenderci) che a seguito degli attuali interventi di riqualificazione (o presunta tale) è divenuta pericolosa sia per la viabilità che per la fruibilità degli stessi pedoni, oltre ad aver eroso una serie di parcheggi funzionali agli esercizi commerciali esistenti;
- un completamento del piano di recupero urbanistico, che veda la definizione dell'arredo urbano della Via Emilia e la realizzazione di isole ecologiche nelle zone centrali più congestionate, oltre ad un diverso sistema di raccolta dei cartoni dei negozi, la cui esposizione esterna settimanale è indignitosa.
Accanto alle suindicate piccole opere altre di maggior consistenza, ma non di minor necessità attendono di essere poste in campo:
- l'ampliamento dell'area cimiteriale e sistemazione dell'intera rete fognaria;
- il completamento della complanare nelle due direzioni;
- realizzazione del parcheggio per quanti utilizzano l'Sfm;
- la sistemazione di marciapiedi, dei manti stradali e il completamento delle piste ciclabili.
A quanto sopra si ricorda che vanno mantenuti gli impegni presi con le frazioni alle cui necessità ed esigenze l'Amministrazione dovrà far fronte concretamente.
Riorganizzazione trasporto pubblico e Civis sono temi che impegneranno molto nei prossimi cinque anni e non potranno sottrarsi al pubblico confronto, giacchè come giustamente viene sottolineato nella sua relazione l'ascolto deve essere propedeutico ad ogni iniziativa e tutti devono essere posti nella condizione di valutare e concorrere nelle decisioni.
Il nostro no al Civis, seppur con i differenti distinguo, l'abbiamo sempre espresso e sostenuto in ogni dove.
Apprendiamo che la rinegoziazione contrattuale con Global service ha portato ad un risparmio di 300.000,00 euro ma ancora permangono criticità sui costi complessivi del servizio all'utenza e sulla qualità dei medesimi. Ad esempio non viene svolta la pulizia dei c.d. "chiusini" (tombini) il che determina ad ogni pioggia allagamenti delle strade per la mancata pulizia dei predetti.
Non v'è inoltre sul territorio un efficace controllo delle attività svolte sia dalla Global service che da Hera: spetta all'Amministrazione il costante e meticoloso controllo sulla corrispondenza dei servizi incaricati e sull'adeguatezza e modalità del loro svolgimento.
Leggo con piacere che alcuni contenuti del nostro programma elettorale, quali la designazione di una nuova area religiosa e spazi ricreativi per i giovani sono presi in considerazione anche dal suo.
Rimane invece la perplessità sulla necessaria quanto improcrastinabile costruzione di un nuovo teatro, che si prevede di inserire addirittura nel primo Poc, stante la grande crisi che attraversano tutti i teatri e considerata la ipotizzata periferica ubicazione.
Relativamente alle politiche per la famiglia si ritiene del tutto insufficiente la semplice delega affidata all'assessore Maria Cristina Baldacci nell'ambito delle sue competenze: l'importanza sociale del ruolo della famiglia necessita di un assessorato all'uopo che ponga a pieno servizio le proprie competenze ed interagisca con quegli organismi ed istituti che sul territorio già offrono il loro supporto.
Quanto alle politiche giovanili non v'è traccia di un progetto chiaro e definito, né allo stato si può pensare di colmare tale mancanza individuando nel giovane collega Francesco Falciatore, colui che dovrà dare una mano a fare cosa non sappiamo.
I dati forniti sul commercio locale al dettaglio, che sarebbe cresciuto di ben dieci esercizi tra il 2004 ed il 2009, lasciano alcune perplessità considerato che almeno nel settore alimentare abbiamo assistito alla chiusura negli ultimi anni di ben quattro negozi di macelleria. Sarebbe interessante venisse fornito un approfondimento più esaustivo per settori merceologici. Ad ogni buon conto attendiamo che vengano indicati gli strumenti e le iniziative che si intendono porre in essere per promuovere la realtà commerciale locale.
Totalmente ignorato il tema della sicurezza. Il nostro programma prevedeva di incrementare la presenza dei corpi di polizia mediante l'istituzione di un nucleo di sicurezza del corpo di Polizia Municipale, la diffusione delle telecamere e l'istituzione di uno "sportello sicurezza" dedicato all'ascolto dei cittadini relativamente alle situazioni di degrado sul territorio: auspichiamo che a queste proposte sia data giusta attenzione e che possano contribuire a condividere un progetto sulla sicurezza che ancor oggi manca e neppure viene contemplato tra gli intenti del suo programma.
Concludo.
La genericità delle linee programmatiche del suo mandato, l'assenza di una concreta progettualità dispiegata, limita, in questa sede il dibattito ed il confronto. Attendiamo quindi di conoscere i programmi concreti che si intenderanno porre in campo. La campagna elettorale è finita, ora occorre dare risposte alle aspettative della nostra Comunità tenendo conto che ogni voce ha diritto all'ascolto e da ogni voce si può trarre un suggerimento: questo vale sia per la maggioranza che governa che per l'opposizione.
"


Arrivederci alla prossima puntata... a questo punto a settembre, salvo nuovi colpi di scena ;)

Ely


Preparati alla sfida all'ultima combinazione, gioca con Crosswire!

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.