venerdì 10 luglio 2009

Voglia d'estate...voglia di campi!

Eh già, un’altra estate è cominciata. Ma per molti ragazzi di San Lazzaro questo non coinciderà con giornate piene di…noia, dormite fino a mezzogiorno, ore e ore davanti al PC o alla Playstation.

No: molti ragazzi a partire dalla I media fino alla V superiore hanno deciso di passare un periodo di tempo al “campo”.

Per molti di noi questo termine evoca le vecchie e mitiche “colonie” estive, organizzate prevalentemente dalle scuole comunali per dare la possibilità a molte famiglie che non sapessero come tenere i propri figli d’estate, perché ancora impegnate nel lavoro, di affidarli appunto ad una struttura che garantisse loro di stare durante il giorno in compagnia ed essendo seguiti.

Ma il campo scuola (per i più giovani) e i campi di servizio (per i più grandicelli) significano molto di più.

Si tratta di periodi di solito di 7-10 giorni nei quali i ragazzi, seguiti da educatori parrocchiali e da un assistente spirituale (un sacerdote diocesano), sperimentano la vita assieme e lontano dalle proprie famiglie, trascorrendo le giornate con un ritmo preciso e con un “tema” che è stato pensato e preparato per loro in base alla fascia d’età e al percorso spirituale che hanno svolto durante l’anno.

I campi possono essere organizzati dalle singole parrocchie, oppure queste ultime possono scegliere di affidarsi alla gestione offerta loro da associazioni e movimenti religiosi. In particolare a San Lazzaro, nella omonima Parrocchia, sono molti anni che don Domenico Nucci, il parroco, ha scelto di affidarsi all’organizzazione dell’Azione Cattolica, associazione presente in tuta la diocesi di Bologna. Gli educatori di San Lazzaro condividono il loro percorso appunto con l’Azione Cattolica, e quindi al momento di scegliere il campo estivo, si rivolgono all’AC per conoscere l’offerta formativa che verrà loro proposta.

Chi vi scrive ha avuto di partecipare ai campi dell’AC in qualità di educatore; devo dire che è un’esperienza meravigliosa e indimenticabile sia che venga vissuta dalla parte del giovane, sia dalla parte dell’educatore. Si condivide la giornata intera coi ragazzi, si parla, li si ascolta, si ride con loro ma si prega e si riflette anche, e tanto! E alla fine resta un bagaglio che ci si porta dietro per sempre e i cui riflessi nel tempo si faranno sentire.

Il campo può diventare un’esperienza indimenticabile, se vissuto con lo spirito giusto e se affrontato con la gioia che non si ferma dinanzi alle fatiche e agli inevitabili piccoli malumori che derivano dal condividere 24 ore su 24. A volte noi “grandi” ci scopriamo più bisognosi di correggerci di quanto non avremmo mai pensato, e questo proprio grazie ai nostri ragazzi.

Ancora i primi campi devono partire, ma già aspettiamo le impressioni dei ragazzi che li avranno vissuti, per poterle condividere qui, e far conoscere a tutti quanto sia bella e importante questa esperienza, per la propria vita di crescita umana e spirituale.

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